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di cosa parlare stasera a cena

La tenaglia pro-Draghi, il confine ucraino e i pistacchi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Vale per tre cene, tanto da qui a domenica sera (e prossime pure) non si parlerà d’altro che di chiame, conti, schieramenti, candidature nascoste e palesi per la presidenza della Repubblica. Allora, sbrighiamo rapidamente la pratica delle notizie, dicendo che si sta stringendo una specie di tenaglia pro-Draghi fatta dal Pd e sempre più dai 5 stelle, da una parte, e dai molto sornioni Fratelli d’Italia dall’altra. In mezzo c’è l’attivismo di Matteo Salvini, che, forse per ragioni di orgoglio o, meglio, di leadership interna al partito, dà l’impressione di sbattersi per cercare il famoso nome proposta dal centrodestra e gradito a sufficienza per ottenere anche voti negli altri schieramenti, e c’è la riserva non sciolta di Silvio Berlusconi, da cui è derivata una certa rigidità alla manovra del campo conservatore e centrista moderato. La tenaglia fa il suo mestiere e quindi si stringe al passare delle ore e il presidente del Consiglio si avvia a essere il primo a cambiare palazzo, come dire, in salita, durante il proprio governo. Bene, questo è lo stato dell’arte, poi chissà, le sorprese sono il sale della vita e della politica e un po’ di sospensione sull’esito finale ci vuole.

  

Ma, poi, voi dovrete parlarne per tre e più cene consecutive. Allora qui si forniscono un po’ di argomenti draghiani forse abbastanza interessanti. Potreste provare a rompere il ghiaccio con una battutina un po’ da navigati. Spiegando che i poteri forti non puoi contrastarli e allora la cosa migliore è inserirli nel nostro gioco. Serve un corollario metodologico: i poteri forti, chiamati così per aderire allo sciocchezzario pubblicistico, non sono oscuri nemici della democrazia, ma componenti essenziali del pluralismo e della funzionalità di un paese e di un’entità quasi federale come l’Ue. Si potrebbe quasi dire che molti paesi hanno le strutture visibili della democrazia, le elezioni, i partiti, i parlamenti, ma solo quelli che hanno anche ben organizzato, forte e presente, un potere finanziario ed economico, ragionevolmente contendibile perché aperto alla concorrenza anche internazionale, sono pienamente democratici. Una bella competizione tra poteri arricchisce tutti, se si fa, tutti, riferimento a un sistema di regole condiviso, se si gioca con le regole dello stato di diritto. Tutta questa premessa per dire che Draghi non è un tecnico preso per tenere in ordine i conti per qualche mese o un esperto (non sia mai) di faccende sanitarie convocato causa pandemia ma è un pezzo della democrazia, intesa in senso ampio e moderno, del nostro paese e dell’insieme di paesi, l’Ue, cui partecipiamo come soci primari. 

 

Intanto, le possibili candidate alternative e i possibili candidati non mollano certo la presa.

 

Le tre "cose" principali

FATTO #1

No, non c’è nessuna tolleranza per invasioni di piccolo taglio, niente equivoci, la linea degli Stati Uniti e dei loro alleati è quella della replica pronta e dura a qualunque violazione del confine ucraino da parte russa.

 

Nervosismo e tensione a breve, poi vediamo.

   

FATTO #2

Gli aiuti all’economia, li aspettavamo ieri sono arrivati oggi.

 

FATTO #3
A cosa serve da oggi il nostro amatissimo certificato vaccinale (green pass), senza non si prende neppure la pensione all’ufficio postale. E benvenuti a tanti neo-vaccinati con più di 50 anni, a tenersi fuori dalla vaccinazione in quella fascia di età sono ora meno di due milioni.

   

Oggi in pillole

  • All’apertura dell’anno giudiziario, tra questioni drammatiche e vicende umane che quotidianamente mostrano lo sfacelo della giustizia, si riesce a trovare l’unica statistica incoraggiante, per la quale dobbiamo ringraziare, però, la scarsità della delinquenza e non l’efficienza della magistratura
  • C’è un fronte europeo, composto da Spagna, Austria, Lussemburgo e Danimarca, contro la decisione, non ancora definitiva, con cui la commissione intendeva inserire gas e nucleare tra le fonti energetiche accettate per la fase di transizione. I ministri competenti dei quattro paesi hanno dato dichiarazioni simili con cui contestano il passo indietro dell’Europa sulla via del totale ricorso alle rinnovabili non nucleari
  • La Spagna si muove bene e la sua fetta di recovery fund potrebbe crescere
  • Come va il pistacchio

 

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