DI COSA PARLARE STASERA A CENA

La sana divisione politica sul contributo di solidarietà

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Qualche spiffero giusto per creare confusione, con la definizione micidiale di “contributo di solidarietà”, e, tra la tarda mattina e il primissimo pomeriggio, si è scatenata un po’ di rissa politica attorno alla manovra per il (presuntissimo) intervento sui redditi più alti grazie al quale finanziare la riduzione del costo delle bollette energetiche. Tutto è rientrato, come si diceva, poco prima delle 15, però si è avuta l’impressione, finalmente, di una sana divisione politica, con LeU, i 5 stelle e il Pd a favore di quello che, più correttamente, si poteva definire mancato sgravio, visto che si trattava di non concedere dai 75 mila euro di reddito in su le riduzioni Irpef previste con il decreto fiscale e con la legge di Bilancio. A favore, invece, del mantenimento dell’impianto della nuova Irpef a 4 aliquote, con vantaggi per tutti i redditi, si sono schierati Iv, i vari centristi, Forza Italia e Lega. Insomma, non è successo nulla ma è successo tanto, perché una divisione politica ben definita e ben caratterizzata si è manifestata di nuovo, dopo qualche sperimentale tentativo in qualche commissione o su questioni non strettamente impegnative per il governo. Qui, invece, si tratta proprio del cuore della politica economica. E di un intervento, quello sul fisco, del quale forse meriterebbe parlare con un taglio leggermente innovativo. Come sempre non si devono fare troppe cose contemporaneamente con un solo provvedimento. Allora, se la riforma fiscale deve puntare a riportare l’Irpef alla sua tipicità e generalità (colpire i redditi e nel modo più omogeneo possibile, riducendo il caos di esenzioni, bonus, deduzioni, detrazioni) e renderla anche più leggera, poi non si può fare anche troppa politica redistributiva, oltre a quella già assicurata dalla progressività delle aliquote. Non perché non sia una cosa giusta, e fanno bene i 3 partiti della sinistra a impegnarsi a favore dei redditi bassi. Ma gli strumenti per la politica redistributiva sono altri e vanno usati con chiarezza e con visione strategica. Per essere ancora più chiari: i tagli alle tasse servono a… tagliare le tasse. Magari per sostenere i consumi e la domanda, e quindi non ci si stupisca quando se ne avvantaggiano anche i redditi più alti. Mentre la redistribuzione ha tanti altri modi per ottenere i suoi obiettivi, ma bisogna saperli realizzare politicamente. Farlo con la riforma fiscale, oltre certi limiti, è una scorciatoia non dignitosa. Poi, per la cronaca minore, qualche soldo in più a favore del taglio delle bollette è anche arrivato, circa 300 milioni che verranno presi un po’ qua e un po’ là nel bilancio dello stato, ma senza toccare tasse vecchie o nuove. 

 

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Il Quirinale (contrariamente a quanto, iperbolicamente, si sosteneva qui) dice che il disegno di legge sulla non rieleggibilità va inteso a valore di facciata, nel suo contenuto, e che c’è anche l’intenzione di aderire preventivamente a quanto prescrive.

 

Fatto #2

Quarta dose e, per un bel po’, probabilmente vaccinazione ogni anno contro il virus che causa il Covid. E finiamola di dire cretinate (vedi sotto, Censis). E vediamo cosa è preoccupante dell’ondata in corso, con una speciale attenzione ai contagi in veloce diffusione tra i giovani. Luigi Di Maio dice che l’Italia farà tutto il possibile per evitare nuove chiusure.

 

Fatto #3

Oggi oltre al Consiglio dei ministri sulla manovra c’è stato anche l’incontro sui temi della famiglia e della natalità.

 

 

Oggi in pillole