DI COSA PARLARE STASERA A CENA

Pensioni, il rischio della guerriglia contro la riforma

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Mario Draghi, con la prima linea dei ministri per l’occasione, Andrea Orlando, Daniele Franco e Renato Brunetta, di fronte ai segretari di Cgil, Cisl e Uil per chiudere la partita sulle pensioni. In ogni caso c’è il sicuro superamento del deleterio metodo delle quote. Si torna a regole generali, mettendo l’età anagrafica come criterio fondamentale. Probabile che si arrivi però gradualmente alla soglia dei 67 anni, ma la gradualità, perché il sistema sia sostenibile, non può essere eccessiva. I sindacati non hanno molto da contrapporre ai piani del governo e alla stringente logica dei conti. Si oppongono sia alle quote sia alla legge Fornero, propongono soluzioni o fumose o non sostenibili. Non sembra, insomma, la baldanzosa opposizione sociale vista in altre occasioni. Va ricordato, però, che la stessa legge Fornero, quando venne introdotta, non trovò le barricate sindacali. Semmai si scelse una specie di guerriglia, con la questione degli esodati trasformata in un grimaldello con cui, anno dopo anno e copertura dopo copertura, la riforma venne completamente svuotata di senso e di effettività. Dopo arrivarono le quote a togliere di mezzo del tutto la necessità di opposizione sindacale. Adesso l’impressione è che si pensi a una soluzione simile. Lasciar passare la sfuriata draghiana e consentire l’ossequio europeo, per poi ripartire con le battaglie su questioni specifiche da estendere, successivamente, all’intera platea pensionabile.

 

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Interessante fase motivazionale delle istituzioni italiane e della politica: Sergio Mattarella parla di scienza e ricerca e del loro rapporto con la società. E mica male il Draghi a Bari con gli studenti (ha scelto un Its).

 

Fatto #2

Non si vota prima del 2023 e del Quirinale parliamone dopo la manovra (che poi vuol dire tra pochi giorni e quindi finisce che se ne parla subito). Per Enrico Letta alla direzione nazionale non c’è bisogno di infiltrarsi e si sa tutto sulla strategia a breve del Pd. E Silvio Berlusconi coglie tutte le occasioni, anche quelle minori, per marcare il terreno del Ppe.

 

Fatto #3

I prezzi dell’energia, un guaio in cui ci stiamo cacciando da soli.

 

 

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