DI COSA PARLARE STASERA A CENA

La sconvolgente sentenza contro Mimmo Lucano

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

La sconvolgente condanna per Mimmo Lucano, una occasione persa per fare giustizia non in modo un po’ bestiale (ovvero facendo riferimento al modo in cui la Bestia leghista salviniana affida alla rete giudizi sommari e distruzione delle persone) ma in modo umano, cercando di capire il dramma dei migranti e le difficoltà di chi tenta di farsene carico. Insomma, è chiaro che Lucano si muoveva in un terreno pericoloso, ma non è possibile neanche bloccare, per legge, ogni tentativo di occuparsi direttamente dei migranti, con comprensione e pietà. Perché è l’accrocco legislativo punitivo a creare queste sentenze mostruose, è l’ossequio alla continua richiesta di “inasprire le pene”, come chiede il politico medio alle prese con problemi complessi e con l’allarme sociale. Insieme alle leggi dalle pene ipertrofiche, anni di oratoria spietata, di giornalismo a effetto e di furbizia politica si sono rovesciati in un’unica sentenza. Matteo Salvini infierisce e si qualifica per quello che è.

  

  

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Mario Draghi vede Greta Thunberg e dice che l’incontro è andato benissimo. Parlatene a cena, chiedendo e chiedendovi come si potrà conciliare il catastrofismo degli attivisti del clima (fuori dai palazzi degli incontri ufficiali c’è stato qualche spintone e scaramucce con la polizia) con la visione più serena e rassicurante dei governi e soprattutto se non ci sia un velo di ipocrisia sul quale vigilare, perché potrebbe superare il livello sopportabile anche per l’esercizio del potere democratico.

 

Fatto #2

La ripresa e il lavoro, come stanno, e non stanno, camminando insieme. E c’è un po’ di inflazione, per ora sembra del tipo sano, ma durerà. Per tenere a bada la bestia del debito è una cosa buona.

 

Fatto #3

La campagna milanese del centrodestra si chiude con la stessa atmosfera irreale, segnata da scarsa convinzione, con cui si era aperta. Allo stupore per il nome scelto, di scarsa notorietà e di poca esperienza politica, adesso si associa l’evidente imbarazzo nella gestione degli ultimi giorni prima del voto. Oggi, alla conferenza stampa del centrodestra, c’è stata l’alternanza senza incontro diretto tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Spiegazione ufficiale l’aereo in ritardo di Meloni, ma aspettare un po’ in più da parte del leader leghista non sarebbe stato impossibile. Il risultato è una successione di incontri separati con la stampa e con la città con cui si mostrano le tensioni di un’alleanza politica messa a durissima prova.

  

  

Oggi in pillole