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di cosa parlare stasera a cena

Nella gestione del Recovery prevarrà la politica?

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti su quello che succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

C’è pure il nostro Piano nazionale (quello per la ripresa e tutto il resto, si chiama Pnrr) da tenere d’occhio. Il lavoro che lo sta facendo nascere è sottratto alle grandi attenzioni della stampa e anche a quel confronto politico ultimamente molto ruvido, ma su altri temi, anche all’interno della composita maggioranza di governo. Il metodo è cambiato rispetto alla raccolta di contributo dai vari ministeri ma il grosso dell’impianto è rimasto quello definito mesi fa. Il cambiamento dovrebbe arrivare, e questo sarà l’oggetto centrale delle comunicazioni prima al Parlamento italiano e poi a Bruxelles, nella parte relativa all’esecuzione. E non è poca cosa, perché per l’Italia significa intervenire con riforme, si direbbe strutturali, e non con semplici direttive o con la scelta di persone da incaricare della realizzazione dei progetti. La discussione sta andando avanti, un po’ in codice, da tempo. Con il ministro Enrico Giovannini impegnato a trovare una via media tra la semplificazione generale (che, come direbbe Paolo Conte, non semplifica) e la scrittura di regole ad hoc. Oggi sul Foglio la proposta che viene dal presidente di Antitrust di sospensione temporanea del codice appalti. Questi, accantonata l’ansia per la campagna vaccinale, saranno i temi dei prossimi giorni. Il punto è che i tempi certi di realizzazione dei progetti vanno garantiti per poter accedere ai fondi europei. Ma l’impegno non finisce con la scrittura di qualche buona norma. È un programma da gestire e bisogna farlo per vari anni a venire. La sensazione, ben sostanziata per la verità, di avere invece un governo destinato a una breve durata e l’incertezza che regna riguardo ai rapporti tra i partiti di maggioranza, compresa l’anomalia di uno schieramento (la destra) che è un po’ al governo e un po’ all’opposizione, non possono accompagnarsi al compimento dei progetti del piano e alla gestione dei 200 miliardi di cui gode. A meno di un chiarimento politico, con una parte dell’attuale maggioranza che si intesta la responsabilità di accompagnare la realizzazione del grande programma europeo, o di un passo indietro di tutta la politica, una scelta un po’ grottesca, con una specie di dichiarazione di resa e la consegna del Piano nazionale agli uffici tecnici dei ministeri. Mario Draghi parlerà in aula del Pnrr il 26 e il 27 aprile. 

Le tre "cose" principali 

Fatto #1

L’Ema, un’altra volta ancora, conferma che è bene usare il Vaxzevria (sì, lo sapete, sarebbe l’AstraZeneca) e che, anzi, bisognerebbe pure sbrigarsi. L’Agenzia europea non dà alcuna distinzione in base all’età nelle raccomandazioni d’uso. L’Italia ne ha ancora tanto da parte e sarebbe il caso di non esitare più, C’è da augurarsi anche che sia l’ultima occasione in cui questi chiarimenti di quanto già detto si rivelano utili. Ma poi ci sono le autorità nazionali, fuori e dentro la Ue, e fa notizia certamente quella britannica, in passato ferventemente a favore del vaccino anglo-svedese (e un po’ di Pomezia), da cui ora arriva qualche raccomandazione con controindicazioni per età. 

Fatto #2 

Le proteste per il fermo delle attività commerciali, al netto delle infiltrazioni e strumentalizzazioni politiche, crescono e con esse si rafforza il dilemma della rappresentanza. Le organizzazioni conosciute, abituali interlocutori dei governi, hanno seguito fin qui una linea che, senza sminuire la loro importanza, si potrebbe definire responsabile. Non hanno mai nascosto le gravissime perdite economiche dei negozi, dei ristoranti e degli alberghi chiusi o quasi chiusi e degli agenti di commercio e dei professionisti del turismo, ma non ne hanno fatto motivo di scontro frontale, preferendo trattare, ottenere compensi e sgravi fiscali. La grande maggioranza del settore terziario è ancora con loro, ma le nuove proteste, anche quelle con slogan sgangherati, porteranno a qualche altro risultato. È pressoché certo un nuovo intervento economico di sostegno ma quello che andrebbe chiesto è un regime di aiuto fiscale (a condizione però che emerga tutto) grazie al quale recuperare quanto si è perso in un termine di due o tre anni. In altre parole, bisognerebbe uscire dalla logica del sostegno puramente finalizzate a compensare le perdite di questi mesi per cominciare a ragionare su prospettive un po’ più lunghe. Tra l’altro questo è anche l’unico modo efficiente di legare, in modo strutturale, gli aiuti di adesso con l’imminente riapertura e ripresa dell’attività. Ma è anche vero che ora bisogna anche continuare nell’opera di puntello, di salvataggio, delle imprese, per evitarne il collasso proprio a un passo dalla ripartenza

Fatto #3

Malgrado tutto, c’è la ripartenza dell’Europa. Si potrebbe osservare che succede prima, molto prima, di vedere gli effetti di Next Generation Eu e forse sarebbe utile riflettere sul senso di quel piano, pensato per obiettivi di lungo termine e non per il recupero immediato. Alla ripresa cominciata in marzo concorrono invece le energie già esistenti nell’economia europea, e i piani di sostegno utili sono stati quelli dedicati al lavoro, come Sure, e soprattutto i piani di intervento nazionali (per i quali è stato fondamentale il sostegno indiretto della Bce con i programmi straordinari di acquisto dei titoli di stato grazie ai quali si è evitato un problema immediato di tenuta sui mercati finanziari). 

Oggi in pillole

- Il peggioramento dei dati sull’aspettativa di vita in Italia.

- Le critiche all’abbraccio italo-libico e alla visita di Draghi.

- A Matteo Renzi tutto sembra in divenire.

- Il cash-back resta.

- La Germania non riesce a tenere sotto controllo la diffusione dei contagi e per l’area di Berlino sono in arrivo nuove pesanti restrizioni ai movimenti e alla vita sociale.

- Ma Charles Michel non si è accorto dello sgarbo? (ha ragione David Carretta).

- Non sta incontrando molti sostegni la proposta americana di boicottaggio delle Olimpiadi invernali di Pechino l’anno prossimo, però gli Usa insisteranno, verso un confronto più duro con il regime cinese.

- Si parla poco della gravissima fuga di dati da Facebook, e non si capisce perché tutto questo riguardo.

- I bilanci delle aziende e la loro condizione patrimoniale, soprattutto delle piccole, segnalano il pericolo diffuso di non reggere più.

- La Cgil chiede il blocco dei licenziamenti fino a ottobre per tutti, non solo per le grandi aziende.

- Bello l’idrogeno (per stoccare energia e poi usarla come si preferisce, ad esempio sotto forma di elettricità per motori), ma costa tanto e se si vuole la transizione bisogna pensare anche a come finanziarla.

- Quando Charlie Brown si chiamava Pierino.

- Sì, è la settimana del Masters, tornato nella sua stagione naturale, e noi tifiamo per Francesco Molinari.

- Per non annoiarsi e vivere in tempi interessanti i Muoni ci regalano una nuova fisica.

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