Di cosa parlare stasera a cena

Perché puntare a 500 mila vaccinazioni quotidiane può essere un errore

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti su quello che succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi 

Sì, bisogna far presto, ma la situazione non è stabile, non c’è un flusso in entrata fisso e un flusso in uscita programmabile per i vaccini. I tempi stretti dell’intera operazione (calcolandola dall’inizio delle ricerche mediche per trovare il vaccino a oggi) dovrebbero far capire che ci si muove tra mille difficoltà e situazioni imprevedibili. E che le prove di forza politiche e tra stati rendono con evidenza la complessità dello scenario.    

Prove sul campo non ce ne sono state, anche questo rientra nelle anomalie e nelle difficoltà causate dalla compressione, mai vista nella storia, dei tempi tra ricerca e avvio delle vaccinazioni. Sono le campagne avviate a fornire i dati, e questo non è perfettamente rispondente ai protocolli abituali, ma non c’era alternativa

Allora, aver indicato come possibile la quota di 500 mila vaccinazioni quotidiane è stato forse un errore, se non altro di comunicazione. Anche perché con numeri inferiori, ma raggiungibili con più probabilità, i risultati si otterranno ugualmente, grazie all’effetto delle restrizioni previste comunque ancora per l’intero mese di aprile e ad altri benefici derivanti dalla diffusione di cure, a partire da quelle con anticorpi monoclonali. A indurre continuamente in errori di comunicazione o di rappresentazione della situazione corrente è il parossismo della copertura di un evento sanitario con la logica del vecchio programma radiofonico tutto il calcio minuto per minuto. Questo porta anche a evidenziare i casi indecidibili, come capita ad esempio con i ricorrenti e allarmanti titoli sui reparti di terapia intensiva in cui si è “costretti a scegliere chi curare”. Non è così, ovviamente, e nessuno sceglie, ma la pratica ospedaliera, sempre, è fatta anche di priorità basate su una logica incontrovertibile con cui si punta a ottimizzare le cure ragionevolmente possibili per tutti. E anche le classi di età da vaccinare, se la campagna viene seguita con parossismo, daranno sempre luogo ad apparenti dilemmi insanabili, ci sarà sempre, nell’analisi puntuale fino al singolo istante e alla singola persona, qualche caso di ingiustizia. Ma l’obiettivo di una campagna vaccinale è il raggiungimento della sicurezza per tutti, non per qualcuno. Guardatela da questo punto di vista e vi apparirà tutto meno contorto e meno assurdo. Allo stesso modo sarà chiaro che la campagna ha senso solo se è mondiale, perché lasciare interi paesi molto indietro non farà altro che creare spazi di crescita e di mutazione per il virus.

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

La grande crescita degli inattivi (cioè di chi dichiara di aver rinunciato o di non aver mai provato a impegnarsi nella ricerca di un’occupazione) è una delle chiavi di lettura dei dati sul lavoro. Anche per spiegare il dato in apparente miglioramento della disoccupazione. La battaglia politica si scatenerà a partire dai quasi 950 mila posti persi in quasi tutti i settori del mercato del lavoro da febbraio 2020 a febbraio 2021, con l’effetto ben visibile di un anno di pandemia e di restrizioni. Ma è importante anche la capacità di tenuta mostrata proprio in febbraio, nonostante tutto, e da leggere facendo il confronto con i due mesi precedenti

Le proteste di varie categorie del commercio, colpite dalle restrizioni, con un caso specifico che riguarda la Campania.

 

Fatto #2

Il ricordo del terremoto dell’Aquila e la ricostruzione da ripensare.

 

Fatto #3

Mario Draghi in Libia per ricostruire l’amicizia tra i due paesi. 

 

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