Consigli non richiesti per Mario Draghi

Giuseppe De FiIippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

A cena in pochi, forse pochissimi, certamente solo tra congiunti, possiamo permetterci anche di spararla un po' grossa e metterci perfino a dare consigli a Mario Draghi. Che poi si riassumono in un unico consiglio e cioè quello di cominciare a prendere decisioni in autonomia e con pieno controllo. Ha una maggioranza notoriamente ampia, talmente da contenere spingitori e frenatori, in varie sfumature, per qualsiasi provvedimento. Non è dalla maggioranza, o da pezzi più propositivi di essa, che possono venire le scelte politiche necessarie in questo momento. E non è ciò che gli è stato chiesto. Ecco, nel nostro delirio a cena vorremmo che Draghi arrivasse in consiglio dei ministri con pacchetti di misure pronti, perché è lui il responsabile di questo governo, dal quale gli attuali apparenti sostenitori si sfileranno in un battibaleno. Adesso serve un bel Britannia dal quale, dopo una breve navigazione impartire la linea al governo. Un esempio? Le opere pubbliche da finanziare con il recovery fund. Si leggono interviste a ministri con buone idee di fondo, ma, Insomma, sono le solite vecchie buone ideuzze. La solita semplificazione e poi la guerra alla burocrazia e gli appalti da rendere veloci. Cose lette milioni di volte. Ora prenda le carte in mano Draghi e porti il pacchetto pronto in consiglio dei ministri. Se non piace saluti tutti e poi vedremo

Vale per tutti meno che per il fattivo e concreto Renato Brunetta. Questo è un po' il governo Draghi-Brunetta.

 

Le tre "cose" principali 

#1

Per il recupero di fiducia nei vaccini, necessario dopo i due giorni pazzi, peschiamo un tweet di Claudio Cerasa che contiene una notizia mica da poco.

E comunque chi può parlare autorevolmente cerca di farlo.

Intanto Boris Johnson si fa iniettare il vaccino AstraZeneca.

E guardiamo anche a come l'Europa programma di riaprire mobilità e turismo.

Domani la giornata delle vittime del Covid.

 

#2

Ecco, questo è qualcosa in più della guerra fredda, o almeno di diverso, perché è un confronto neppure ordinato ma anzi inserito in un mondo con relazioni tra potenze sempre più sfilacciate. È vero poi che se Joe Biden parla così ha elementi di assoluta sicurezza e che qui c'è anche una chiamata all'Europa.

 

#3

Come gestire nel Pd il piccolo pateracchio combinato ieri con la circolazione del nome di Roberto Gualtieri per la candidatura a sindaco. Intanto oggi l'ex ministro ha visto Enrico Letta. E questo era un passaggio obbligato. Poi si tratta di usare parole giuste da entrambe le parti. Perche, se Letta può dirsi risentito della sorpresa, è vero anche che Gualtieri è un esponente del Pd di tale rango nazionale ed europeo da non poter essere usato per bieche questioni interne. E poi aiuta il fatto che Beppe Grillo abbia ribadito l'appoggio a Virginia Raggi, chiudendo in questo modo la partita per identificare un candidato comune. In queste condizioni quello di Gualtieri è ancora di più un nome forte e autorevole

 

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