di cosa parlare stasera a cena
La nuova sospensione del patto di stabilità e l'accelerazione sui vaccini: l'Europa c'è
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
C’è la bozza (del decreto che ora si chiama Sostegno), ma soprattutto c’è l’Europa, a dare sostegni e Paolo Gentiloni, da commissario europeo, rivendica un risultato che in buona parte è suo, con, si dice, Valdis Dombrovskis costretto a rinunciare alle sue posizioni più rigide. Ma, alla fine, anche il vicepresidente difende la scelta di sospendere il patto di stabilità almeno per tutto il 2022. E sottolinea che gli aiuti non sono a scadenza ma sono stabiliti per restare disponibili fino a quando necessari.
E c’è, ripetiamolo malgrado tutto il brusio italiano, l’Ue anche e ancora sulla questione dei vaccini. Non per dare ascolto all’indisponente Sebastian Kurz ma, evidentemente, altre critiche, più fondate, sono state recepite. La spinta, politica, è verso l’Ema perché dia il via libera di emergenza anche ad altri vaccini oltre ai tre già autorizzati. Ovviamente nulla è semplice, perché le questioni legali in sospeso non sono stupidaggini risolvibili con le battute da dibattito televisivo. La commissione sta lavorando con la massima intensità per accelerare e salvare il quadro legale delle decisioni europee (messo a garanzia di tutti i cittadini). Con questo intervento, comunque, si avrebbe, secondo le nuove indiscrezioni, il vaccino Johnson & Johnson già dall’11 marzo, la prossima settimana (ancora la settimana scorsa si parlava invece dell’inizio di aprile).
Le tre "cose" principali
Fatto #1
Tornando al decreto siamo in una splendida continuità. Il blocco dei licenziamenti, così, pari pari, arriva a fine giugno e per tutto l’anno ci sarà la cosiddetta Cig pandemica (che resta lo strumento più efficace e più trasversale, perché estesa anche agli autonomi e quindi in grado di raggiungere un gran numero di lavoratori). Intanto il centro studi di Confindustria vede un recupero di attività, ma sempre e solo nel manifatturiero.
Fatto #2
Alessio d’Amato, assessore alla sanità del Lazio, può vantare forse i migliori risultati in italia per la campagna vaccinale e la migliore impostazione anche in vista dei prossimi mesi. Si può capire che, di fronte alla nuova impostazione con cui si accentrano le decisioni a livello nazionale, sia un po’ dispiaciuto per non veder valorizzata la sua positiva esperienza, ma questa è una nostra congettura, buona per due chiacchiere a cena. Certamente, e questo invece lo ha detto proprio lui, un po’ di fastidio lo prova nel sentire da tutte le parti, non solo da medici, dire cose disparate, ma tutte molto assertive, sulla possibilità di ricorrere alla monodose per accelerare con le vaccinazioni. Si è scocciato del dibattito da bar e invoca, e lì ravvisiamo la punta di polemica, da parte dei detentori del potere decisionale la capacità di prendersi anche qualche responsabilità. Come dire: se avete coraggio fissate esplicitamente la regola del monodose, e noi eseguiremo.
Fatto #3
Sempre quel pochino sopra le righe, comunque Stefano Bonaccini è comprensibilmente preoccupato. E si fanno sempre più frequenti le iniziative dei sindaci non per aprire ma per contenere ancora di più le attività sociali. È degna di attenzione questa differenza di impostazione, anche nello stesso partito, tra politici nazionali più aperturisti e amministratori locali più propensi a chiudere. Non era così all’inizio della pandemia.
La scuola resta il luogo di confine di questa sfida contro la pandemia, dove si combatte e dove si possono cogliere successi o subire disastri.
Oggi in pillole
- le minacce a Matteo Renzi e la competizione politica che si ferma di fronte alle intimidazioni con bossoli. In un modo o nell’altro tutto il parlamento gli ha espresso solidarietà;
- il vaccino che non si fila nessuno o di cui si parla troppo, ma facendo confusione. Sì è quello cubano, ma parlatene senza ammucchiare le robe vetero-tutto che sapete;
- un po’ di chiarezza fa bene ai popolari europei e accompagna alla porta del gruppo l’ungherese Viktor Orban, uno dei pochi, tra l’altro, a non combattere in modo surrettizio ma a dichiararsi esplicitamente contro il nocciolo ideale dell’Ue, quella specie di acquisizione condivisa di principi sociali e liberali e favorevoli allo stato di diritto. E un po’ di chiarezza fa bene anche a Manfred Weber che dà una sistemata alla sua immagine politica (come spiega David Carretta);
- li trovano, li trovano, e ora un po’ di rigore legale ci sta proprio bene;
- ricordate che la Corte dell’Aja non è espressione politica dell’Ue, con cui non ha nulla a che fare se non la presenza in territorio europeo, ma è un tribunale posto a tutela della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo ed è inquadrato nell’Onu;
- cambio alla guida della Cisl, esce Anna Maria Furlan e arriva Luigi Sbarra. È un momento di speciale impegno per i sindacati e il neosegretario si rivolge subito al governo;
- c’è Sanremo, non inerpicatevi nella scienza tecnicamente esatta o follemente inesatta degli ascolti televisivi e relativi numeri e fatevi, invece, guidare dal Foglio nell’arte difficile della canzone inedita.
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