Di cosa parlare stasera a cena

Le polemiche dei sindaci e il primo volo dagli Emirati a Israele

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

    I numeri dei contagiati camminano spediti ma non corrono. Abbiamo letto tutti Paolo Giordano, come da consiglio di Giuliano Ferrara, ma sappiamo ancora constatare che la curva sale ma non è esponenziale, anzi oggi (lasciate stare l’insensata questione del numero dei tamponi, semplicemente nel fine settimana se ne fanno meno ma si mira meglio perché sono casi evidentemente più urgenti) diminuiscono rispetto a ieri. Quindi tutt’altro che esponenziale, lineare e pure in discesa. Ma ovviamente questo non è dire tutto. Perché dalla grande quantità assoluta di contagiati dipende una grande pressione sugli ospedali e non solo nelle terapie intensive. Quindi, mentre osserviamo il numero generale dei contagi non possiamo non osservare, con la guida di Roberto Burioni, anche gli altri numeri e mantenere perciò alta la preoccupazione

     

      

       

    Giuseppe Conte l’ha fatta un po’ grossa con la sua tirata un po’ fuori luogo e fuori tempo contro il Mes. Se ne parlerà a lungo e non solo a cena. Il Pd, ma Roberto Gualtieri dice cose non diversissime da quelle di Conte, ha cercato una risposta che salvasse faccia e programmi del governo. Notevole lo sforzo di mediazione svolto da Nicola Zingaretti tra realtà, necessità e parole del premier. Iv, che però ha un po’ spuntato le sue armi ultimative verso il resto della maggioranza, ha ovviamente tuonato. Adesso si entra nuovamente in una fase di latente dibattito sul Mes senza che però nessuno imponga di prendere una decisione vera, aldilà delle sortite in conferenza stampa. Va detto che la pressione sul sistema sanitario dovuta all’eventuale ulteriore peggioramento del contagio in Italia milita da sia a favore sia contro il ricorso al Mes. Perché la risposta incompleta, ovvero le critiche già fatte ampiamente sul poco lavoro preventivo fatto in estate, non dipende da mancanza di risorse finanziarie ma da incapacità organizzativa e progettuale. Quindi si potrebbe anche sostenere che non sono fondi in più a servire ma una migliore gestione della macchina statale e di quelle regionali. Mentre alcune strozzature, come il ridotto numero di medici e di specifiche professionalità mediche disponibili, non sono risolvibili con più soldi ma con più tempo. E non è tesi completamente sbagliata. Però è anche vero, potete dirlo a cena agli altri cinque presenti, che la scala di investimenti in sanità possibili con il Mes è talmente maggiore da portare anche un cambiamento qualitativo e va aggiunto che il perimetro delle cosiddette spese sanitarie è ben più ampio del semplice acquisto di tamponi e reagenti ma arriva fino alla copertura dei costi indiretti determinati, ad esempio, dai regimi di quarantena imposti dalla legge

        

        

    Insomma però le tasse, caro presidente, non c’entrano quasi niente

     

      

    La conferenza con il ministro dell'Economia Roberto Gualteri, infatti, rimette un po' ordine: "Non prevediamo aumenti di tasse nonostante la grave recessione, è una scelta precisa che abbiamo fatto. Con il decreto fiscale abbiamo invece sospeso le cartelle esattoriali. L'importo complessivo della manovra è di 39 miliardi, di cui 15 da NextGeneration Ue", dice il premier. 

       

        

    La polemica dei sindaci su chi deve decidere e chi deve essere chiamato in causa per le limitazioni e le chiusure nelle città è davvero poca cosa ovvero è significativa non in sé ma in quanto rappresenta perfettamente il sacro principio dello scarico di responsabilità, distruttore della nostra capacità amministrativa. Comunque lode al sindaco di Aosta Gianni Nuti (faccia simpatica con capelli argentei lievemente ondulati) per aver detto che, appunto, è una polemica scemotta. Tra l’altro è un sindaco appena eletto, nella tornata di inizio ottobre (ricordate?) e ha vinto rimettendo assieme Union Valdotaine e Pd e sbaragliando il candidato di Vittorio Sgarbi e tutto il resto del centro e della destra

     

    Il Foglio ne trova un altro bravo e non gnagneroso

     

      

    Ma continuiamo a parlare di sindaci. Anche di quelli futuri. C’è la resistenza del Pd alla campagna un po’ scalmanata di Carlo Calenda. Il candidato di Azione, di cui è leader, sgomita. E Nicola Zingaretti con saggia mossa contenitiva non lo stoppa direttamente ma lo invita, in modo non negoziabile, a partecipare alle primarie del centrosinistra per la candidatura. Calenda dice no, no e no io so’ io e le primarie non le fo. E aggiunge, sempre più scalmanato, io so’ io e dovete appoggiarmi perché non avete uno straccio di candidato. E così riaccende l’altrimenti sopito spirito battagliero del Pd e in generale (cosa più importante) dell’intesa sinistra romana, che esiste seppur un po’ scompaginata ultimamente. Allora succede una cosa strana, una specie di mini effetto Salvini per le regionali emiliano-romagnole e poi toscane, per cui la sparpagliata sinistra romana si sente punta nell’onore e anche un po’ spaventata quindi e pronta a tirare fuori un candidato che fermi il confindustriale Calenda e soprattutto, cosa incredibile, si prepara anche a votarlo magari un domani alle elezioni comunale questo candidato e a mobilitarsi. Interessante come situazione, più di quanto sembri. Noi qui ripeschiamo, per parlarne a cena, la risposta del presidente del terzo municipio, Giovanni Caudo, (intenzionato a partecipare alle primarie), all’offensiva calendiana lanciata tramite motto leopardiano e programma di letture.

      

     

     

    E poi, sempre parlando di sindaci e anche di altro, c’è un’interessante constatazione dell’impossibilità di realizzare i (vaghi) principi di partecipazione dei cittadini e degli attivisti alle decisioni pubbliche nelle modalità immaginate durante la fase espansiva dei 5 stelle. Insomma, si parla di tutto il casaleggismo e la retorica sulle proposte che arrivano dal popolo, direttamente e saltando la mediazione e l’iniziativa della politica rappresentativa. E si constata, appunto, che quella roba lì non ha funzionato né poteva funzionare. Se per gli osservatori non irretiti dallo spirito grillino dei primordi tutto questo era ovvio è invece significativo che a certificare l’impossibilità operativa del grillismo teorico sia il blog del Fatto, in cui sono elencate tutte le proposte stimolate dall’attivismo a 5 stelle e arrivate “dal basso” e poi fulminate dall’assemblea capitolina a maggioranza grillina e guidata dalla nota sindaca

     

    E comunque per la città si aggira armato di twitter Franco Bassanini, con un colpo ai sindaci e uno alla botte

      

      

    La riduzione in numero assoluto del numero di contagi giornalieri in Francia potrebbe significare qualcosa, anche in rapporto alle misure più restrittive adottate

     

    il Galles chiude per due settimane

     

    La pubblicità elettorale è libera e ognuno la mette dove gli pare

      

       

    In Italia, trasferendo fatti, personaggi e ruoli, diremmo che è un favore a Trump sotto elezioni (perché gli permette di tornare a sollevare come tema politico, in un Trump contro tutti, il suo impegno ossessivo contro l’immigrazione e ovviamente qui ci ricorda qualcuno)

      

       

    In Francia arresti a raffica nel giro di amicizie e di familiari del terrorista islamico che ha ucciso Samel Paty e, assieme alla risposta poliziesca c’è anche una risposta politica e culturale, con la diffusione in tutte le scuole di un libretto con satira politica e religiosa. Si potrebbe storcere il naso e dire che così è satira di stato, ovvero l’opposto di ciò che si desidera. Chissà, il dibattito è aperto

     

    Il primo volo della Etihad proveniente dagli Emirati che atterra in Israele

      

     

    L’intelligenza artificiale nell’orto

     

    Lo splendore degli Squallor e l’addio a Franco Cerruti