(foto LaPresse)

Di cosa parlare stasera a cena

L'utilità degli stati generali e le ondate di Covid-19

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Non solo la seconda, ne arriveranno tante di ondate.

 

Anche in Europa.

 

E intanto in america sono impegnati ancora con la prima ondata, che sta facendo altri danni.

 

Situazione in peggioramento in Africa.

 

Invece del menefreghismo trumpiano si poteva combattere e contenere il Covid senza esagerazioni nei controlli. Se pensate subito alla Svezia state sbagliando, ma di poco. Si tratta di andare un po’ a Ovest e arrivare in Norvegia, dove la brava Camilla Stoltemberg ha ben gestito l’epidemia e non è neppure caduta nella fissazione ingannevole della mascherina, lasciando anche le scuote aperte.

  

Ai mercati finanziari questa cosa non piace, perché se l’Europa sta tornando, forse, alla normalità, con una diffusione del Covid-19 ormai calante in tutto il continente ma non esente dal rischio di una seconda ondata, è tutto il resto del mondo a vedere aumenti dei contagi. Le borse hanno registrato cali ovunque e tutti molto pesanti. E poi c’è il conto della crisi. Negli Stati Uniti colpisce in modo speciale il nuovo dato sulla disoccupazione, con un milione e mezzo di persone, in un colpo solo, ad aggiungersi a quanti richiedono il sussidio statale. Il tutto anche contro i tentativi di propaganda trumpiana sui fantastici risultati economici.

  

Il Pd comincia a farsi piacere questa idea degli stati generali. Da qui, abituati come siamo alle chiacchiere a cena, si vorrebbe consigliare di apprendere l’arte dell’ascolto, perché convocare tutta quella serie di persone e di menti brillanti e poi non saperle ascoltare sarebbe imperdonabile.

   

Scusate se ci si occupa di Salvini (saltate pure), ma gli è presa adesso questa fissazione degli anni 80, che ci ripropone continuamente come modello e come dolce ricordo di felicità. E grazie, eravamo più giovani, molti neanche nati e molti cari ancora vivi. Ma tutti ricordiamo che in quegli anni nasceva anche un partito di contestazione, secondo il quale andava tutto malissimo, a cominciare dall’Italia, paese da dividere in due o in tre, con il Nord da separare e tenere agganciato semmai all’Europa. E quello era il partito in cui militava Salvini. E in quegli stessi anni si accumulavano i problemi di finanza pubblica e le inefficienze dell’economia che, assieme alla spallata giudiziaria, avrebbero fatto saltare un assetto di potere democratico, quello del pentapartito. Cosa voglia salvare Salvini di quella storia non si capisce, a meno che non voglia tentare di intestarsi, ma non ci provi neanche, la tenerezza per i nostri ricordi.

  

I don’t care.

 

Intanto Donald Trump fa il gradasso con i manifestanti, scarsi, dice, nel confronto fisico con le forza di polizia inviate per disperderli.

  

Quando non c’è senso percepibile, o vero sentimento popolare e storico,  anche le polemiche e anche le proteste diventano noiose. E anche a volersi applicare non si riescono a seguire. Questa cosa delle statue tirate giù rappresenta perfettamente la condizione di noia e incomprensibilità appena descritta. E’ chiaro che si protesta e si tirano giù statue per altre ragioni e che queste ragioni possono essere diverse per i vari gruppi di dimostranti, ma la varietà delle ragioni non le rende più intellegibili. Noia e confusione sono poi contagiose e anche chi si applica alla confutazione delle ragioni dei manifestanti anti-statue finisce per impancarsi in argomenti scoccianti, in lezioncine paludate, viene rinchiuso nella gabbia del buon senso. Le statue poi sono già un po’ noiose di loro, e per quello stanno bene lì sui piedistalli, a distanza, saltate dagli sguardi. Figuriamoci gli anti-statue e la loro marmorea banalità (e le loro tautologiche ragioni: certo chi è vissuto in epoche in cui esistevano modi orrendi di comportarsi e quei modi erano anche accettati probabilmente era una persona orrenda e nondimeno accettata dai suoi contemporanei). L’unica, per non essere noiosi, è fuggire dai marmi e tornare a criticare quelli in carne e ossa e cuore battente.

   

Chiaro e semplice, vedrete che tanti lo useranno.

 

Assad ha resistito alla guerra ma forse non resiste alla crisi.

 

Come salvare qualcuno, nel trasporto aereo, senza condannare altri.

 

Che poi si arrabbiano pure le regioni.

 

Twin Jet, lo chic che resiste alla crisi.

 

Dopo il lockdown e riprese le vecchie abitudini ecco l’allarme sul lievito, sì proprio quello con cui si faceva il pane nei giorni di chiusura domestica.

 

Freschino ovunque in giro per l’Italia, in questo strano 11 giugno, ma a Venezia esagerano con una specie di grandine/neve.

 

Hazel Scott, così tanto per ricordare e dire qualcosa di diverso a cena.