Pregi e difetti di Angelo Borrelli

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Angelo Borrelli non sa parlare con i giornalisti (e non è necessariamente un difetto). Continua a offrire il suo personale modo di ragionare rispettoso della complessità a chi gioca completamente un'altra partita. Forse Borrelli crede, in premessa, che il suo lavoro sia inserito in una specie di collaborazione nazionale, in cui tutti hanno chiaro l'obiettivo di uscire da questa brutta situazione. Quindi offre soluzioni alternative, analisi, letture comparate e comparabili, lascia aperti i problemi che non si possono dichiarare chiusi. E va sempre a sbattere contro la nostra comprensione limitata e di breve prospettiva, o, ancora peggio, contro la voglia di fare confusione. E non si stia a dire che uno dovrebbe comunicare meglio. Questa situazione è talmente estrema da far cadere tanti paradigmi, compreso quello della comunicazione. Insomma, la data fatidica resta il 13 aprile, ma poi si vedrà, dipende da cose che non si possono ancora conoscere. Le incognite esistono, bisogna che i nostri colleghi super deterministi se ne facciano una ragione.

  

Il governo, con qualche aggiustamento in corsa, sta scrivendo il prossimo decreto economico. Intanto si tenta di dialogare con il resto dell'Europa.

 

 

Non fermiamo proprio tutto, applichiamo le ricette di Mario Draghi (meglio evitare a qualunque costo che le imprese chiudano e che i lavoratori siano messi fuori, meglio pagare debiti privati con debiti pubblici anziché avere fallimenti a catena) anche alla logistica e ai trasporti, altrimenti poi sarà tutto molto più difficile.

 

 

Una parte per il tutto: salviamo la birra e i bar e salveremo il mondo.

 

  

Uno speciale e molto locale e particolarmente criticabile "no alla globalizzazione".

E il contrario, chiesto dall'Europa. Certo l'Iva sulle mascherine lasciamola stare comunque.

 

 

Comincia la produzione di respiratori Fca.

  

 

Il dopo, in modo che non porti con sé alcuni problemi (molto resistenti però) del prima.

 

 

Una delle evidenze statistiche più forti (confronto tra persone morte in febbraio e in marzo) per dimostrare gli effetti della crisi sanitaria.

 

 

Dove vanno tutti per andare dove devono andare mentre c'è la quarantena.

 

  

Il nuovo rito della spesa ha le sue nuove ore di punta (come si riorganizza la vita senza altri appuntamenti per la grandissima parte della popolazione).

 

 

Idee, idee e ancora idee per non incagliarsi nelle dispute nazionalistiche e un po' cretine sugli interventi per sostenere l'economia.

 

 

Anche a Singapore, malgrado tutti gli sforzi e la migliore pianificazione, rinunciano all'idea di affidare il contenimento del virus solo ai meccanismi di tracciamento e controllo. Perché si è visto che è impossibile tenere traccia e avere di conoscenza di un gran numero di contagiati o comunque in grado di trasmettere il contagio. Una piccola lezione per chi cerca soluzioni facili oppure vorrebbe semplicemente copiare ciò che già si fa. Forse, buttiamola lì, anche in questo caso, anziché fissarsi con modelli asiatici, l'Europa potrebbe provare ad applicare protocolli nuovi, di nuova concezione. Magari valorizzando proprio gli aspetti che si ritenevano d'impaccio, e cioè la libertà individuale e la mancanza di fortissimi poteri centrali.

 

Rimuovono il comandante, ma della portaerei con l'infezione a bordo che ne fanno? E della salute dei marinai che ne sarà?

 

E questo è il comandante che lascia la nave dopo la sostituzione mentre i marinai scandiscono "Captain Crozier, Captain Crozier" (lo ritroveremo in qualche competizione politica?).

 

 

 

Ancora un po' di Paul Krugman.

 

"Faremo cose, coi dati, vedrete, i dati, le cose, faremo". Che succede se nomini tuo genero per uno dei posti di maggiore responsabilità in questo momento nel paese più ricco del mondo.

 

 

Ehm, va male.

 

 

Mascherine chic.

 

 

Per gli appassionati, stasera parla la regina Elisabetta.