di cosa parlare stasera a cena

La strategia di Conte e Greta a Torino

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Qui si entra in un rilassante ottundimento politico festivo, le parole del premier funzionano benissimo come leggero stordente. Ha chiuso il consiglio europeo pre-natalizio, quello in cui si minacciavano violentissimi pugni sul tavolo, con un accordo civile e gentile per far finta di rinviare mezzo cavillo nell'approvazione del meccanismo europeo di stabilità salvandone però il corpo centrale e garantendo i tempi di approvazione. La polemica comunque si era già smosciata ovviamente con il voto del senato e con la furbizia personale di quel manipolo di senatori grillini pronti a tutto pur di non dover partecipare ancora alle chat comuni dei 5 stelle. Matteo Salvini non ha più niente da dire e, cosa straordinaria, non lo dice. Minaccia querele nientemeno che al premier perché il nostro caro Giuseppe Conte avrebbe parlato di mercato delle vacche a proposito del passaggio di senatori (Salvini sarebbe quindi l'acquirente di vacche). L'avvocato Conte gli ha risposto con tono formale dicendo che non aveva mai usato quell'espressione e che se Salvini avesse davvero intenzione di passare alle carte bollate il querelato sarebbe stato il leader leghista. Il cui silenzio, dicevamo, si spiega forse con la evidente capacità di sopravvivenza del governo o con i sondaggi a favore del centrosinistra in Emilia Romagna o perfino con il caos calabrese. Ma potrebbe anche darsi che il frontman nazipop sia, una volta tanto, impegnato a far politica, perché si avvicina la data del congresso fantasma con cui si dovrebbe dar vita alla nuova formazione a marchio Lega Italia. Magari un po' di questioncine, pur essendone capo supremo, deve risolverle e forse troppa visibilità ora non serve. Ma il mistero si infittisce perché si è tacitata anche la Giorgia Meloni, mentre da ambienti di Forza Italia arrivano segnali chiari, con tanto di interviste qui giornali, nel senso di un remoto ma possibilissimo aiuto trasversale alla maggioranza contiana. Insomma non succede niente in modo silenzioso dopo che non è successo niente in modo rumoroso durante gli ultimi due mesi. Il Mes va avanti tranquillo.

 

Ah intanto Conte mette in cascina anche una dichiarazione congiunta sulla Libia con Francia e Germania (sì gli altri fanno vertici, ma l'Italia ha vantaggio nel tutelare una posizione autonoma sulla questione).

 

Senza clamore va avanti anche la Tav, tema che ripeschiamo da ieri per le conversazioni del fine settimana.

 

Domani ci si diverte a Roma con le sardine, foglianti vari saranno prevedibilmente sparsi, in un rispettoso anonimato, tra la folla sardinista. Parlatene a cena e organizzate una passeggiata a piazza San Giovanni con gli amici

 

Anche nel loro caso Conte sa essere misurato, rispettoso, interessato.

 

Se proprio ne avete voglia la Banca d'Italia rivede un po' al ribasso la crescita per i prossimi due anni e indica comunque un quadro di stabilità per l'economia italiana con i problemi di sempre.

  

Per dire, Enrico Letta va alle assemblee confindustriali a dire di darsi una svegliata e interessarsi alle economie asiatiche non solo attraverso i giganti Cina e Giappone. Tutto molto normale, la globalizzazione procede indisturbata e il mondo pure.

 

Greta gira per il mondo lanciando invettive e benedizioni, a Torino la folla osannante lanciava cappelli in aria al suo passaggio.

 

Perché l'alternativa (oltre ai temi di cui davvero parlate a cena) sarebbe quella di buttarsi su Boris Johnson. Sai che divertimento (si perde a sinistra? per la terza via in ritardo? per quella in orario?). Arrivano settimane decisive per la Brexit (ironia) e forse solo gli scozzesi possono farci divertire, con il loro recupero dell'alleanza storica con la Francia interrotta solo con la fine della guerra del cent'anni, insomma solo da  quei 6 secoli e passa. Alleanza che però si rivela ancora vitale e sensata dal punto di vista geopolitico nella nuova interpretazione offerta dalla leader scozzese, la merkeliana (per l'acconciatura) Nicola Sturgeon.

 

A Roma si è discusso per tutta la giornata sul molto prudenziale intervento della sindaca Raggi in vista del brutto tempo, con chiusura di scuole, parchi, altri luoghi pubblici recintati e sottoposti a vigilanza comunale. Il timore era che qualche albero potesse cadere in modo pericoloso. Il traffico ne ha beneficiato, le famiglie con bambini tenuti a casa si sono un po' innervosite, i presidi non la hanno buttata giù facilmente.

 

Ma succede poco anche sul fronte, apparentemente caldissimo, dei dazi trumpiani. Strepiti, borse agitate, poi accordi e distensione.

 

Però sale il prezzo degli alberi di Natale (ma non l'hanno già fatto?) negli Stati Uniti perché l'offerta è contenuta.

  

In Francia non c'è proprio il super sciopero che blocca tutto ma la situazione dei trasporti (con i lavoratori a difendere il loro buon trattamento pensionistico) resta très perturbé.