Giuseppe Conte (foto LaPresse)

Il pasticcio di Trump in Siria e i dubbi sulla manovra del governo Conte

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Donald Trump decreta la morte di qualche decina di migliaia di persone e la fine di popoli come quello curdo. Con il suo solito stile rivoltante e con il modo di trattare la politica internazionale a metà tra la litigata al semaforo e le acrimonie familiari tra eredi malcontenti ha stabilito il ritiro delle truppe degli Stati Uniti da vari teatri di guerra in cui garantivano una accettabile stabilità di fronte a tensioni etniche e geopolitiche evidenti. E' noto che al suo annuncio è seguito immediatamente quello dell'uomo forte della Turchia con cui si dà il via all'invasione militare di parte della Siria per raggiungere e distruggere le posizioni dei curdi. Allo stesso modo simili potentati locali andranno a riempire il vuoto lasciato dagli Stati Uniti con l'effetto di peggiorare enormemente le condizioni di vita in aree già molto difficili.

 

 

I curdi sono stati alleati strategici per le forze Onu e per quelle degli Stati Uniti, prima nel contenimento della potenza irachena e poi per combattere l'Isis. La riconoscenza non ha a che fare con la strategia, e va bene, ma perdere così un patrimonio di contatti, di alleanze, di presidio e di osservazione in zone del mondo così complesse non è solo un'offesa alla parola data ma è anche un grave errore.

 

 

Una notazione: ma se Trump riporta i ragazzi a casa ci va di mezzo anche l'equilibrio precario che contribuisce a proteggere Israele? La domanda, come vedete, è posta male.

 

  

Un po' di repubblicani importanti si sono innervositi per le concessioni di Trump alla Turchia sull'invasione della Siria.

 

 

Che poi Trump, come sempre, fa confusione nel mondo per superare di slancio i guai in casa, perché la questione delle sue pressioni su altri governi per far indagare il rivale Joe Biden sta diventando non più gestibile e, prima ancora dell'impeachment, lo sta mettendo in difficoltà presso l'opinione pubblica americana.

 

Il Portogallo raccontato solo come meta di pensionati esentasse e mai per capire cosa si può davvero fare per governare da sinistra ma dentro allo schema europeo.

 

Poi Costa è un signore e ringrazia chi si congratula.

 

  

Manovra da governo normale, si diceva nei giorni scorsi, e rapporti normali con i sindacati, disponibili a procedere con altri tavoli, anche su temi specifici, dopo l'incontro di oggi a Palazzo Chigi. Mentre Confindustria si tiene in un buon punto intermedio tra la segnalazione dei problemi di un paese fermo e il riconoscimento delle difficoltà di una soluzione per via politica. Come dire: il governo un po' c'entra ma i guai non sono tutti lì. Qui per parlarne a cena c'è una bella quantità di foto dell'incontro di Palazzo Chigi, per chi apprezza questo tipo di cose. Comunque il succo è che ci saranno concessioni alle richieste sindacali, forse anche su capitoli complessi come quello delle pensioni, per le quali potrebbe arrivare una compensazione per le mancate rivalutazioni. Una mossa che a costi ragionevoli avrebbe un grande impatto in termini elettorali.

 

Si diceva che Confindustria, pur senza fare requisitorie, qualche problema lo ha individuato nella manovra in arrivo.

 

 

Sempre va dedicato un po' di tempo agli sviluppi dello scoop di Avvenire sulla presenza di un noto trafficante di uomini in una delegazione libica ricevuta in sedi ufficiali in Italia e con la quale sono state avviate trattative ufficiali.

 

 

Mentre continuano le notizie di morte nel Mediterraneo e nelle acque italiane.

 

La paura per il terremoto a Catanzaro.

 

 

Brutto clima intorno al clima (però non parlate di un gesto provocatorio, violento e volgare, compiuto a Roma usando un manichino e finalizzato solo a entrare nelle nostre discussioni serali, cosa che, appunto, noi non permettiamo).

 

 

E a Londra il movimento extinction rebellion comincia a porre in modo non negoziabile la scelta tra stili di vita e forse fa un passo pericoloso. C'è Piers Morgan che li prende un po' in giro, ma un po' è anche spaventato davvero.