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Di cosa parlare stasera a cena

La versione di Conte su Siri e i dati dell'Istat

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Si spera che le nostre cene abbiano una lista di argomenti possibili più ampia di quella del Consiglio dei ministri convocato proprio per l'ora in cui, tranne eccezioni e specificità locali, ci si alza da tavola. Tra tanti impegni non hanno saputo scegliere e se la sono cavata così.

 

Perché c'è stata questa trasferta governativa a Tunisi, il prof. avv. assieme ai suoi due vice. Quando si è lontani tutto cambia. E per esempio Di Maio e Salvini che non si fanno mai vedere insieme dalle nostre parti, a Tunisi sono andati a pranzo assieme. Ma oggi protagonista, a modo suo ovviamente, era il prof. avv. al quale tutti chiedevano, ad esempio, che fare con le dimissioni del sottosegretario Siri, chieste da un vice e non desiderate dall'altro. E il prof. avv. ha prodotto in merito una serie di frasi talmente prive di operatività, di effettività, da lasciare l'ascoltare frastornato, in un luogo dove il tempo è reversibile o almeno non ha una direzione precisa, un luogo in cui i fatti possono accadere o non accadere, ed è uguale. Eppure si è saputo che con Siri si erano incontrati, guardati negli occhi come aveva detto il prof. avv. indicando quel maschio incrocio di sguardi come gesto risolutivo, dal quale si sarebbe tratta una chiara linea di condotta. A meno di considerare tale la richiesta, ufficiosa, a Siri perché si dimetta da solo con una specie di patto per avere il posto conservato dopo il giudizio della magistratura.

 

E poi un'altra arrampicata sugli specchi per dire che sì la flat tax è una grande idea e verrà realizzata, ma nei prossimi mesi proprio non possiamo perché siamo impegnati con la manovra economica. Legittimo chiedersi dove diavolo dovrebbe stare la flat tax se non nella manovra economica, ma sarebbe tempo perso col governo dello straniamento.

 

La recessione viene e la recessione va, e se proprio volete fare gli spiritosi a cena potete aggiungere che la stagnazione resta. E il lavoro pure funziona così, in Italia si stanno consolidando le posizioni relative. Quindi chi ha valore oggi nel mercato del lavoro viene trattenuto, anche con buone posizioni contrattuali, gli altri restano fuori. Nel breve periodo, cioè nella condizione in cui ancora ci troviamo rispetto alla partenza del governo gialloverde e ai suoi primi atti legislativi, gli effetti dello smontaggio delle riforme (tale è la politica economica di questo governo) si vedono appunto nell'attestarsi dei principali attori economici sulle posizioni base, sulle posizioni acquisite. Il mercato ingessato e verrebbe da dire il mercato negato, producono altre ingessature e altre negazioni. Ciascuno si chiude nel suo spazio sicuro. Lo fanno anche i grandissimi imprenditori, lo fa anche Confindustria, che ha da tempo interrotto le ostilità per acconciarsi alla convivenza. Il governo che vorrebbe abolire la povertà in realtà la sta cristallizzando, con le dichiarazioni quasi provocatorie del presidente Inps Tridico sul raggiungimento di 2 milioni di poveri inseriti nel programma del reddito di cittadinanza. E poi saranno più di 2 milioni, perché lo stato è a caccia di altre persone da assistere, portando sempre più alla divisione netta di cui parlavamo sopra.

 

E domani è il primo maggio.

 

L'Alitalia e le sue proroghe. Allora, mentre pende una richiesta di proroga, diciamo primaria, quella di Ferrovie (socio principale in questa fase di costruzione della compagine azionaria), arriva una specie di sub-proroga, con i 3 commissari che dovrebbero scadere oggi ma si prorogano di un paio di giorni, ma forse di iù, per rispondere alla richiesta di proroga, quella primaria. Ricapitolando, e prima che la cena si freddi, il governo, tramite Fs, non sapendo che pesci pigliare chiede qualche altra settimana per sistemare le cose in Alitalia, i commissari, divisi tra vari tipi di obblighi, chiedono tempo, almeno fino a giovedì, per dire se accettano di restare commissari pur in presenza della proroga chiesta da Fs. E il governo che fa? tutti tacciono, tranne Di Maio, diventato titolare principale della faccenda, e lui dice, anche oggi, di avere altre offerte da valutare e da affiancare a quello che chiama il blocco Fs/Delta e che ne parlerà con i commissari al suo rientro. Da notare il sommo disinteresse di Di Maio per a) la scadenza di oggi b) il parere dei commissari sulla proroga. Ah nel frattempo arriva uno sciopero dei sindacati del settore per protestare proprio contro la non soluzione in Alitalia.

  

In Venezuela, nelle nostre ore serali, entrerà nelle fasi più dure e concitate il tentativo di forzare la mano, cacciare Maduro e dare il potere, in una fase di probabile transizione verso assetti più democratici, a Guaidó.

 

Qualche immagine della presa, apparentemente pacifica, della base aeronautica vicina a Caracas.

 

Oh finalmente, almeno li contiamo davvero questi gilet (e speriamo di non aver detto una cosa à la Fassino).

 

Il risvolto europeo del voto spagnolo.

 

Donald Trump fa il misterioso sui suoi conti bancari (strano per un presidente) e arriva a minacciare le banche che dovessero rivelarli.

 

Stasera gioca l'Ajax divertente rivelazione contro il coriaceo Tottenham (anch'esso inatteso a questa fase della Champions League). E poi è stagione di rinnovo maglie, diamo uno sguardo fuori (dopo che in Italia si era parlato un bel po' di quelle nuove per Juventus e Milan).