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La bocciatura dell'Ocse e le elezioni in Ucraina e Turchia

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Eccolo il primo segno meno sull'intero 2019 da fonte accreditata e internazionale (il Foglio aveva la primogenitura, e anche autorevole, del segno meno, ma proveniva dalle analisi dell'ex capo economista del ministero dell'Economia e dal suo gruppo di ricerca, e quindi non da un'istituzione finanziaria pienamente riconosciuta), arriva dall'Ocse che brucia tutti sul tempo e stampa -0,2% nelle previsioni sull'andamento dell'economia italiana nel 2019. Brutta annata, insomma. E l'organizzazione parigina, il cui segretario generale Gurria oggi era a Roma a incontrare il ministro Tria, picchia sulle principali misure della manovra finanziaria, addossando a esse la maggiore responsabilità per il peggioramento dell'economia italiana. Quindi sul cosiddetto reddito di cittadinanza mette in luce il livello troppo alto dei trattamenti (che fa concorrenza al lavoro legale) e le procedure generali (che causano lavoro nero), mentre quota 100 viene definita troppo costosa e nemica di produttività e lavoro.

 

Tria risponde che invece funziona tutto e che le muove misure assistenziali, con i 780 euro di reddito garantito, sono in realtà un incentivo alla ricerca di lavoro e danno sostegno ai consumi interni. Mentre avendo legato la attribuzione del diritto al reddito con l'obbligo di ricerca di lavoro si evitano, dice il ministro, gli abusi. Attenzione, però, andate a ripescare i dati su quanti tra i beneficiari del reddito di cittadinanza sono esentati (per ragioni familiari, di salute, di età o altro) dall'obbligo di cercare e accettare un lavoro e vedrete che i numeri cambiano. E andate a rivedere le regole ampollose con cui si propongono i lavori e si verifica se è possibile accettare o rifiutare, e lo scenario cambia di nuovo e in peggio.

 

Ma soprattutto orgogliosamente fanno le loro controdeduzioni rispetto all'Ocse i due vicepremier, Di Maio e Salvini.

 

 

Mentre il mercato del lavoro comincia a mostrare i segni di deterioramento dovuti alla frenata economica e agli interventi governativi contro i contratti a termine. Il tasso di disoccupazione risale, quello di occupazione diminuisce. Diminuisce il numero dei lavoratori dipendenti (nelle varie forme) e tale calo non è compensato dall'aumento di quelli che l'Istat chiama indipendenti, più correntemente le partite Iva.

  

Insomma, il quadro fosco disegnato ieri dal ministro Tria è già diventato qualcosa di ottimistico, quasi da augurarsi quello zero, quella variazione immutata del pil tra 2018 e 2019. Dall'estero, ricordatelo, guardano sostanzialmente due numeri per capire come va la finanza pubblica: l'andamento del debito rispetto al pil e la spesa per pensioni. Il primo peggiora, la seconda, lo documenta bene l'Ocse, viene appesantita moltissimo da quota 100. E allora che volete che succeda? ma è chiaro...

 

Come intermezzo un meraviglioso ritaglio sulle frontiere chiuse, potete giocarlo come battutina per alleggerire a metà cena.

 

  

La sfida sulla legge Pillon, così, apparentemente sotto traccia, potrebbe lasciare qualche ferita brutta nella maggioranza.

 

Se vi divertono 'ste cose da anti-casta qui un po' di ciccia c'è.

 

Il voto in Turchia e quello in Ucraina.

 

Ed ecco a cosa si attaccheranno tutte le campagne elettorali sovraniste in Europa.

 

 

Ma intanto gli europeisti hanno vinto in Slovacchia, e quindi congratulazioni anche dalle nostre cene alla neo presidente, e i conti del gruppo di Visegrad già non tornano più. Gli ideologi del salvinismo contavano sulle vittorie nazionali dei loro amici per avere il più possibile di commissari europei (ne spetta uno a ogni stato) sulla linea sovranista. Perso il commissario di nomina slovacca per loro le cose si complicano. 

  

 

E parlate del nostro caro Ghemon, il preferito di questa newsletter, che compie 37 anni e perdonatelo se la fa un po' lunga con la consapevolezza.