Il premier Giuseppe Conte e il ministro dell'Economia, Giovanni Tria (foto LaPresse)

Il pasticcio dell'Ires e la pressione fiscale che aumenta

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Ahia, il numero chiave di tutto è pessimo per il governo ma è peggio che pessimo (scusate la licenza logico-linguistica) per il contraente leghista dell'accordo di governo.

 

 

È la manovra infinita, neanche la votano e già si impegnano a cambiarla. Ora è Luigi Di Maio evidentemente spaventato dalla reazione decisa da parte del volontariato e del mondo no-profit. Dice che la tassazione raddoppiata per l'Ires va rivista e promette appunto di farlo già a gennaio, praticamente subito. Si fa precedere da una nota in stile 5 Stelle, quindi accusatorio, in cui si dice che l'intento dell'aumento fiscale era quello di colpire il finto volontariato e poi c'è stato un errore o un'esagerazione. Quindi adombrando il solito repertorio della manina che introduce il provvedimento fuori misura e nello stesso tempo alludendo all'esistenza, comunque, di un no profit rapace e approfittatore. Così si va anche a mettere in un guaio, perché a questo punto il mitico provvedimento di gennaio chissà quali caratteristiche dovrà avere per distinguere, nientemeno che, tra il volontariato buono e quello cattivo. Intanto, restando all'oggi, c'è anche il piccolo caso umano di Laura Castelli, lasciata per tutta la mattinata a difendere la legge com'è e com'era, salvo poi annunciare, senza avvisare l'esponente e per loro collega grillina, l'intenzione di cambiare a gennaio.

 

 

Oggi la protesta degli NCC. Insolubile la loro vertenza, con l'implicazione dello scontro con i tassisti. A meno di cambiamenti profondi nella regolazione del settore, partendo però da una constatazione: la torta si è ingrandita per tutti e questo potrebbe aiutare a risolvere le cose. Grazie alla rotture del monopolio delle vecchie compagnie di bandiera il turismo è cresciuto e nelle città italiane la domanda di trasporto è aumentata in modo vertiginoso. I tassisti, detentori di un monopolio, beneficiano della fine di monopoli altrui. E accanto a loro si sono fatti avanti, sostenuti dalle tecnologie delle telecomunicazioni e dalle app, gli NCC, con una specie di mutazione genetica: da noleggiatori effettivamente legati alla rimessa a fornitori di un servizio che ormai si richiede sul posto senza tempi lunghi di prenotazione (ormai insensati avendo in tasca uno smartphone).Insomma l'unico modo per venirne fuori è riconoscere che il giro d'affari è aumentato per tutti e quindi c'è spazio per tutti. Ma la retorica imperante vuole il contrario.

 

 

Poi i pensionati, che domani cominciano una mobilitazione di lunga durata, come è nel loro stile. Ma che non molleranno l'osso, diversamente da come si illude Salvini. Questa volta il ministro più intonato al sentire comune ha incredibilmente sbagliato tutto e dopo aver colpito nel vivo i pensionati ha preso a sminuire le loro proteste, a non considerarli. Scelta politicamente distruttiva.

 

 

   

 

La legge di bilancio nasce male, in modi mai visti prima, forzando le regole costituzionali e le prassi consolidate sulla formazione dei documenti contabili annuali. L'opposizione si muove anche sul terreno strettamente procedurale e costituzionale.

 

 

 

Compresso nel tempo e nello spazio, il piccolo terremoto nei paesi alle pendici dell'Etna diventa un'occasione di facile promozione personale per i due vicepresidenti del Consiglio.

 

 

 

Putin e il suo nuovo missile, che potrebbe influenzare gli equilibri strategici, in un mondo però molto cambiato rispetto al confronto storico est-ovest durante la guerra fredda.

 

 

La morte di un trentacinquenne tifoso dell'Inter e prima una pessima gestione di tutta la vicenda, con errori un po' da tutte le parti, fino alla beffa finale le due giornate date comunque a Koulibaly in nome della difesa castale delle scelte arbitrali. Ma il problema comincia dal ministro dell'Interno e dai suoi selfie in curva.

 

 

 

 

 

Passata la festa, non gabbata la monnezza a Roma. Ecco alcune cartoline dalla città.