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La legittima difesa secondo Salvini e lo stato dell'immondizia in Italia. Di cosa parlare stasera a cena

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Bocciato dall'Europa il prof. avv. va da Putin, lo invita in Italia e anche nel fare questo gentile invito mette in mezzo il popolo (è una fissazione). Deve venire in Italia perché manca da troppo tempo, dice il prof. avv. rivolgendosi a Putin e appunto, poi, aggiunge: non vorrei che il popolo italiano pensasse che lei non gli presta attenzione. E infatti, il popolo italiano sta lì tutti i giorni a chiedersi perché Putin fosse così distante, dimentico di noi, disattento ai fatti italiani, magari perfino disinteressato a reddito di cittadinanza e cancellazione della Fornero. Ma ecco che, appunto, con la prossima visita il capo della Russia potrà ristabilire la pace nei cuori turbati del popolo italiano.

  

Ma scarpe o non scarpe, made in Italy o made altrove, la stanno riguardando, ricontrollando, questa benedetta manovra (del popolo, lo stesso popolo in apprensione per le tenerezze di Putin)? Non sembrerebbe. Anzi, è esplicita l'intenzione di andare a farsi bocciare definitivamente. Mentre si costruiscono, però, vie d'uscita per mettere, senza dare troppo nell'occhio, qualche rallentamento alla spesa sia per pensioni sia per reddito di cittadinanza. Con trucchetti e furbate varie. D'altra parte le somme per la parte previdenziale, seppure ingenti, non sarebbero sufficienti a coprire tutta la nuova spesa dovuta all'adozione di quota 100 assieme all'integrazione a 780 euro delle pensioni inferiori alla soglia definita "di cittadinanza". E quindi ci sarà qualche artificio per evitare una fuga massiccia verso il pensionamento. Molto c'è ancora da scrivere, per ora, esclusi i saldi, la manovra è una scatola vuota, e allora si capisce che la mezza bocciatura con rinvio decisa da Bruxelles non è solo una contestazione della manovra ma è anche una richiesta di chiarimenti, un po' stizzita visto il tanto tempo passato. Mentre dall'estero non solo l'invocato Putin guarda alle cose italiane. Ecco Mélenchon, il francese insoumis, a portare il suo sostegno allo schieramento leghista e stellato, ed ecco anche qualche voce tedesca che, per varie ragioni, punta sull'aumento del debito italiano.

  

Allora se volete passare per informati e fortemente insider delle cose politiche provate ad argomentare sui futuri rischi della maggioranza verso gli scogli del localismo. Succederà con il Veneto di Luca Zaia. Il presidente leghista, della generazione precedente alla ruspa di Salvini, ha un programma chiaro verso l'autonomia della regione, in forme superiori a quanto si potrebbe banalmente pensare. E un referendum come quello veneto si è celebrato anche in Lombardia. Per Salvini la richiesta di autonomia sarebbe un doppio imbarazzo: lo metterebbe in tensione con i suoi alleati di governo  e creerebbe impacci all'immagine di partito nazionale coltivata e costruita in questi anni. E se la Lombardia è stata ricondotta a una piena obbedienza salviniana, non può dirsi lo stesso per il Veneto. Il piano del capo leghista comincia ad essere noto: portare Zaia in Europa, come commissario (ma Salvini non voleva anche fare il presidente della commissione?). E allo stesso tempo è noto, anche se non ufficiale, che Zaia invece vorrebbe fare un altro giro di presidenza della regione. Altro obiettivo locale ambizioso, allettante, ma problematico, per la Lega, è Roma. L'idea di far saltare Virginia Raggi e aprire la sfida è forte e Salvini vorrebbe provare il colpaccio verso il Campidoglio. Legittimo, ma dirompente verso i 5 stelle.

 

Mentre oggi perfino il sopralluogo del ministro dell'interno, stiamo sempre parlando di Salvini, nel luogo del terribile delitto di Roma, il quartiere di San Lorenzo, ha riportato in evidenza le tensioni con la sindaca.

  

Intanto si vota su provvedimenti controversi, come il decreto Genova (che acrobaticamente tocca anche gli abusivi di ischia e li condona) e il disegno di legge sulla sicurezza, ovvero la summa del salvinismo privato e domestico.

  

Ecco che cos'è una giornata di tensione sui mercati, l'aumento graduale dello spread sembra un thriller affidato a un regista sadico.

 

Il sovranista va al bagno o a fare una telefonata o chissà dove e l'Italia perde la certezza di avere la conferma alla guida di una autorità essenziale per l'integrazione bancaria.

 

Dopo Soros, sembra in atto, anche se forse lo sembra troppo, una specie di offensiva intimidatoria anti-liberale. Meno si dice e più si è fermi e solidi nel condannare questi atti e meglio è. Però a cena parlatene, tanto non dovrebbero esserci potenziali terroristi tra i vostri amici.

 

A Trani si ferma, invece, l'offensiva giudiziaria in quella specie di Trani vs the World che ha caratterizzato questi ultimi anni in chiave, anche in questo caso, anti-mercato e anti-liberale.

 

Ripescaggio di un'inchiesta uscita domenica scorsa, anche se il tema è tra i meno adatti a cena, ma l'analisi di Jacopo Giliberto mostra perfettamente il generale fallimento della politica in Italia, per incapacità di decidere e di realizzare, con i 5stelle che rovesciano il senso di quel fallimento e lo trasformano nella loro arma vincente (nel breve periodo), costituendo il partito del non-decidere dichiarato.