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L'inconcludenza di May e quella del contratto di governo. Di cosa parlare stasera a cena

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Lo so, a voi vi annoia e a cena si rischia di essere insultati a introdurre il tema della Brexit, ma c'è un legame sentimentale tra questa newsletter, lo stesso Foglio, e la pazzoide operazione politica che, attraverso il referendum, ha portato alle trattative per far uscire la Gran Bretagna dalla Ue. Trattative e nient'altro, però. Un meraviglioso muro contro cui sono andati a sbattere i battutismi, le intemerate, le demagogie, le spacconate, dei brexiters. Con la figura di Theresa May sempre più ridicolizzata da sé stessa, una specie di nemesi thatcheriana, una Margaret Thatcher rovesciata, tanto determinata quanto inconcludente, perché la sua stessa carriere politica è nata dall'inconcludenza e in essa resta invischiata.

Comunque riuscire a farsi prendere per i fondelli anche da Donald Tusk non è poco, ed è esattamente ciò che è successo, mentre la brexit è completamente senza guida e sta diventando preoccupante per la stessa Ue. Si lascia andare alle metafore anche il direttore del Financial Times.

 

E dice tutto questo illuminante thread di David Carretta.

 

Perché inconcludenza per inconcludenza pure l'Italia populista ha il suo bello stallo, ovviamente sulla manovra economica ma anche su altri provvedimenti, come quelli su immigrazione e su Genova. Il tutto, a rendere poi ancora più rabbiosa la vita sotto al mitico contratto di governo, condito dal ritorno della presenza strutturata dal centrodestra (a proposito, se l'accordo sulle regioni è davvero quello che è stato diffuso, complimenti per la rapidità e la nitidezza della suddivisione tra pesi e sfere di potere) provata anche dal nuovo voto a favore di Marcello Foa per la presidenza Rai. Di Foa però non dimentichiamo di ricordare sempre i tweet da bullo contro (ma poi a lui che gliene importava?) Hilary Clinton, le serenate a Putin, il sovranismo da bar, le vanterie sugli insegnamenti universitari. Vabbè tornando alla manovra c'è ancora da registrare la distanza tra le delegazioni su sostegno al reddito dei disoccupati, ammorbidimento dei criteri pensionistici (ah poi come si concili il rigore contributivo sulle pensioni superiori a 4500 euro netti con la generosità contributiva per quelle inferiori a tale somma e a vantaggio di lavoratori prossimi all'uscita è una questione che potrebbe togliere il sonno  a più di un giudice costituzionale). Sullo sfondo di tutto, come si diceva, c'à profezia di Berlusconi. Mentre Salvini e Di Maio evitano i temi controversi e parlano solo delle cose politicamente spendibili, che non cambiano la natura della manovra e provando a vendersi come i salvatori della patria riguardo agli aumenti Iva (ma una tassa "non aumentata" non è una tassa ridotta) e alla distribuzione presunta del presunto reddito di cittadinanza.

 

Ah, Italia sul podio degli evasori Iva, prestazione che, tra l'altro, non dispone bene nei rapporti tra gli altri paesi europei e noi italiani. Dati che potrebbero rinverdire il "Roma ladrona" ma partendo da oltre confine.

 

Torniamo al decreto Genova, ieri era in tasca a Toninelli, oggi dovrebbe essere in gazzetta ufficiale. Vediamo cosa contiene e perché molti diavoli potrebbero nascondersi in molti dettagli. E soprattutto cerchiamo di capire se il governo è riuscito a trovare un Bertolaso gialloverde, un grande organizzatore e dirigente dello stato capace di prendere decisioni e di assumersi pesantissime responsabilità, perché quello è il mestiere dei commissari straordinari.

 

Secondo la Reuters anche la Apple usa senza dirlo componenti fatte da altri, insomma il sovranismo non alligna neppure dove il brand trionfa.

 

A proposito, ci stiamo abituando a toni brutti nella lite mondiale tra Stati Uniti e Cina sui dazi commerciali. Parole che non mettono di buon umore.

 

Ora Toninelli rilancia Torino olimpica, fuori tempo si direbbe ma soprattutto fuori linea rispetto al suo stesso movimento. Battute che servono solo alla propaganda grillina per coprire anche il tavolo dei favorevoli alle olimpiadi, preparandosi ovviamente ad addossare la responsabilità del "no" a Torino non all'amministrazione a 5stelle (come risulta da ogni evidenza) ma ai soliti fantomatici poteri forti e altre cose simili.