Le proroghe a 5 stelle e i Mondiali (vincenti) del Giappone. Di cosa parlare stasera a cena

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Anni fa, molto prima di imbarcarmi in questa newsletter, volevo fondare un giornale online da chiamare La Proroga, nel quale dare notizia di tutti i rinvii, spostamenti di termini, ovviamente proroghe e prorogatio, procrastinazioni. Con anche uno speciale milleproroghe in occasione dell'approvazione del noto decreto. Quest'anno verrebbe voglia di ripescare quel progetto, il cui avvio avevo ovviamente...prorogato sine die. Perché oggi il governo del cambiadata si è espresso in ben due proroghe. Una certa, con Luigi Di Maio che prende la decisione storica di rinviare la partenza della fattura elettronica obbligatoria per le transazioni sui carburanti (il pieno nel caso lo si possa scaricare a fini fiscali). Un bel prorogone di 6 mesi, roba seria, e poi si vedrà. Ma è chiaro che tutto il progetto di efattura, da estendere via via alle attività private, se ne va a farsi benedire e con esso la possibilità di semplificare la gestione dei dati fiscali per tutti e di controllare meglio le transazioni per combattere l'evasione. E vabbé, ma c'è anche l'altra proroga, si direbbe salviniana (malgrado un tentativo di resistenza forse non sincerissimo della ministra della saluta Giulia Grillo), e che riguarda la certificazione delle effettuata vaccinazione per poter iscrivere i bambini a scuola. La scadenza era al 10 luglio, ma si va, appunto, verso una proroga che potrebbe diventare, di fatto, una vanificazione dell'obbligo.

 

Ah il post voto. Si guarda molto al Pd, al suo dibattito interno. Con due linee. I molto antirenziani che parlano di crollo e chiedono congresso subito, e i renziani critici, intenzionati a tenere il congresso tra un po' e nel frattempo ad andare oltre (Carlo Calenda) e ad andare avanti ma nella tradizione (Maurizio Martina). Noi proponiamo per le chiacchiere a cena anche lo schema a tre punte di Giuliano Ferrara.

 

Ah il post voto. Parlare di roccaforti è scioccherello. Ricordate ai vostri amici che il Pds (credo fosse quello il nome allora) perse Bologna (con la vittoria del compianto Giorgio Guazzaloca) e poi vinse le elezioni con l'Ulivo. Mentre Terni, tanto per dire, fu espugnata nel 1993, se ne è ricordato solo Massimo Bordin stamattina alla radio radicale, dal liberale Gianfranco Ciaurro (anch'egli non più tra noi). Insomma anche le roccaforti vanno e vengono, e quelle crollate ora avevano resistito decenni e però, allo stesso tempo, si erano accumulate al loro interno, sopra a tutti il caso di Siena, odi, cordate, divisioni, antipatie, correnti. Inevitabile insomma, e quasi sano, che a un certo punto si cada e così si sia costretti a riorganizzarsi.

 

I vincitori sono molto ma molto meno facili da usare per la conversazione a cena. Che volete dire? Alla fine diventa divertente solo il caso di Avellino a 5 stelle da contrapporre alla Benevento tetragona con Clemente Mastella e amministrata benissimo. Chi volesse divertirsi così potrebbe invece spulciare certamente qualche sorpresa nei comuni siciliani. In Sardegna invece uno dei rari casi di grillino riconfermato, succede al sindaco di Assemini, vicino a Cagliari.

 

Matteo Salvini in Libia si dedica a governare indirettamente non solo l'Italia ma anche, appunto, il paese nordafricano (e perché limitarsi e non dare indicazioni anche ai confinanti?). Nel paese che ha due governi e altrettanti capi locali non sembra facile fare missioni diplomatiche a viso scoperto e a facebook acceso, ma Salvini è Salvini e lì è andato pure lui a prorogare qualcosa, nello specifico gli aiuti commerciali ed economici. E anche a dire che vorrebbe fare gli hotspot in territorio libico, non raccogliendo però un pari entusiasmo da parte libica, anzi incassando proprio un bel "no", senza proroghe ma qui ed ora. Nel frattempo si dava da fare, il vicepremier, anche per togliere le sanzioni alla Russia (senza mai ricordare, però, perché quelle sanzioni vennero decise).

 

La sfida olimpica vede Milano in campo seriamente e la Torino grillina a fare ammuina, facile ironia sarebbe quella di indicare Luca Lanzalone come facilitatore del progetto olimpico torinese per recuperare terreno.

  

Che tormento la Brexit.

 

Memento ai sovranisti e ai liristi (che non sono i suonatori di lira ma gli esaltatori della Lira, già colpiti, peraltro, dalle vicende turche). E' stata una giornataccia per le monete sovrane e libere dalla prepotenza degli eurocrati. In Iran i guai sono seri e comunque il mondo del Bazar, il commercio, non ne può più della situazione economica e della politica monetaria. La moneta locale, il Rial, perde valore sui mercati dei cambi e rende proibitive le importazioni, mentre sono pochissimi i vantaggi sul fronte dell'export per un paese colpito da embargo.

 

I mondiali sono divertenti, mentre da questa newsletter si dà un pronostico: vince il Giappone. Buttatela lì per cena, vi prenderanno in giro ma almeno la conversazione decolla.