L'eruzione del Vulcano Fuego in Guatemala (foto LaPresse)

Dal discorso di Conte alla Camera all'eruzione del vulcano Fuego. Di cosa parlare a cena

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Si può riprovare a cena, come si diceva ieri, con un "e che vi è sembrato di questo Conte?", buttato lì così, mondanamente oppure con aria un po' distratta. Però è già un'impressione diversa quella con cui ci misuriamo, più approfondita. Quasi una conoscenza che comincia a crearsi e anche a consegnarci i primi dubbi. I più timidi o i contiani entusiasti reprimeranno quel senso di straniamento che deriva dalla supercazzola presidenziale, gli altri ne parleranno e le cene di questa sera saranno condite con risposte piuttosto accese alla nostra domanda iniziale. Scatta, con rapidità forse inattesa, una specie di reazione populista al populismo, un guardarsi attoniti, come si diceva anche tra legastellati, e poi sussurrare qualcosa come "e ma se lui è lì perché non io?". Insomma, a mettere in difficoltà il progetto-Conte sembra essere una specie di reazione dal basso, forse inaspettata. Un contraccolpo della forzatura politica costituita dal premier sconosciuto e assente dalla campagna elettorale forse era atteso da parte del presunto establishment e invece potrebbe arrivare proprio dai presunti esclusi.

 

Resterà nella memoria il florilegio di scempiaggini contenute nel discorso con cui il premier si è presentato alla Camera per chiedere la fiducia e poi nella lunga replica, dalla presunzione di colpevolezza, al conflitto di interesse negli interstizi della società. E resteranno come un micidiale viatico i momenti di sbandamento per i fogli improvvisamente introvabili. E quella incredibile considerazione su un "congiunto" del presidente Sergio Mattarella colpito dalla mafia.

  


 

Tutto molto interessante, come ad esempio l'idea di camuffare talmente tanto la flat tax (e a un certo punto però Salvini se ne va, e chissà che non voglia dire qualcosa) da realizzarla con progressività e aliquote. Insomma non farla. E in generale tutto il discorso sembra smontare progetti più che sostenerli. Per la precisione sembra sfrondare il presunto contratto di programma di tutti gli aspetti difesi e propugnati in campagna elettorale con modo più battagliero. E sembra quindi configurarsi un ruolo, per Conte, di frenatore, un "sopire, troncare". Mentre i ministri fanno fuoco e fiamme. Oggi in poche ore è toccato a Toninelli prendersela col dossier Tav in modo anche non chiarissimo e poi a Costa (ambiente) attaccare il Tap e inguaiare di rimbalzo ma pesantemente il dossier Ilva.


 

Da cui la faccia di Di Maio, non tranquillo, teso e preoccupato. E i segnali evidenti di autonomia di Salvini.

 

Allora il vicepresidente del Consiglio è stato anche un po' trafitto, stavolta non proprio giustamente, per la frase sugli effetti dell'aliquota unica. Vabbè sembra una polemica inutile perché tanto si è capito che l'aliquota unica non si farà se non chissà quando. Ma visto che Salvini è rimasto l'unico a crederci gli tocca anche pagare lo scotto della sciatteria giornalistica e quindi essere processato a mezzo stampa per la presunta, ma mai avvenuta, indicazione di un auspicabile effetto maggiormente rilevante a favore dei ricchi della agognata riforma fiscale. Ovviamente il vicepresidente ci ha poi piazzato una tirata anti-migranti che comunque è sempre funzionale alla sua comunicazione.

 

Opposizioni molto innervosite per la supercazzola subìta. Non male la lezione di anti-giustizialismo della capogruppo Bernini di Forza Italia, mentre il Pd schiera un puntuto Delrio e dal sito di partito attacca sulla mancanza di chiarezza per le grandi opere e tanto altro, andando poi a toccare il punto dolente del presidente che non presiede.

 


 

Infuria (tardivamente) il dibattito sul dibattito e sull'obbligo di dibattere in più di uno. Parlatene, confrontatevi, scatenate la dialettica. Sul tema c'è anche qualcosa di mio.

 

Consigli vulcanici su cui riflettere, magari cominciando stasera a cena.