Foto LaPresse

Dalla Russia secondo Salvini al piano di ricollocazione dei migranti di Israele. Di cosa parlare stasera a cena

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati da Giuseppe De Filippi

Per le consultazioni, il primo giro dato per semi-inutile da quasi tutti, c'è tempo di rientrare, smaltire, rimettersi al lavoro. Ma a incombere su di noi, spettatori sì ma interessati, è la crisi del maiale. Lo scontro tra America e Cina è stato subito quantificato a Wall Street con un calo sostanzioso di alcuni titoli di aziende produttrici e esportatrici di carne. I cinesi rispondono a dazi coi dazi e colpiscono un business più soggetto agli imprevisti nel breve termine come quello dell'alimentare. Noi europei osserviamo, ovviamente non possiamo sperare di essere a lungo amici di entrambi, favoriti dagli uni e dagli altri (troppo forte il settore produttivo in Europa per sperare di restare solo a guardare, lucrando aumenti delle quote di mercato). In Italia il dibattito pre-consultazioni non è all'altezza, si registra solo una sortita putiniana di Salvini, ma il leader sovranista trae ogni spunto possibile, dagli screzi di Bardonecchia alla guerra commerciale, per infilare l'amata Russia nelle sue dichiarazioni.

  

Cene frugali, immaginiamo, dopo salame, uova, casatiello o simili, dolci vari. E anche la conversazione stenta. Difficile che sia stata ravvivata dalla risposta cinese ai dazi americani, anche se due parole lì potevano scapparci, inevitabile che qualcuno tenti di tornare sul tema governo. Ma proprio non ce n'è. E' il primo giro che proprio smonta tutto, è il giro delle bandiere, dei candidati "o io o niente", tempo quasi sprecato. La stessa scadenza della presentazione europea della manovra economica è stata gentilmente spostata all'autunno. E ora rischiamo un buon paio di mesi a lambiccarci tra autobus, vitalizi, scemate varie.

  

Tra Bardonecchia e sovranismi vari si può dare il Nobel per l'inopportunità politica (almeno dal punto di vista italiano) all'annuncio israeliano di prossime ricollocazione in paesi esteri, tra cui l'Italia, dei migranti di origine africana presenti in Israele. L'intesa raggiunta tra Israele e l'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati, riguarda complessivamente 16.250 migranti eritrei e sudanesi, di cui 6.000 nel primo anno. La Farnesina (e subito parte l'ormai noto tormentone nato dal copia e incolla grillino cominciato da Di Maio e poi moltiplicato, quello che comincia con "bene ha fatto la Farnesina...") ha smentito le voci su accordi con l'Italia per accoglienza.

 

L'editto bannoniano più che bulgaro, e gli USA nel mondo parleranno con voce più arcigna.