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Dalla fu campagna elettorale al glifosato. Di cosa parlare stasera a cena

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati da Giuseppe De Filippi

Questa è una newsletter terribilmente scaramantica, perciò oggi, vigilia dello scemissimo giorno di vigilia del voto, ci facciamo guidare da Giuliano Ferrara (che è sempre una buona guida) e usiamo come filo conduttore il suo "se poi andasse veramente male?" di oggi. A cena, mentre fuori è buio e nel centro-sud tira vento mentre nel centro-nord infuria anche la bufera, è bello riunirsi per raccontarsi storie di paura, e non potremmo scegliere meglio, come racconto spaventoso, di quello sull'esito trumpiano-brexitiano-populista-grillesco che ha fatto rabbrividire Ferrara. Il punto, i lettori del Foglio lo sanno, era in quella sottile inquietudine pre-elettorale, nel timore di non aver raggiunto cuori né menti, di sembrare bravini ma appunto lontani e quindi poi chissenefrega della bravura. Allora nella logica del racconto se c'è il lupo cattivo c'è anche il cacciatore che poi risolve (aiuto, la correttezza era completamente rovesciata nelle vecchie favole, oggi un lupo buono salverebbe bambini e nonne dalle grinfie di cacciatori cafoni). E il personaggio positivo della favola ancora una volta è stato Carlo Calenda, con il salvataggio in corsa di 500 stipendi e di un'attività industriale nella terribile contesa con Embraco che voleva delocalizzare. Non ha più parlato con la gentaglia, si è rivolto direttamente al presidente di Whirlpool negli USA e le cose sono andate a posto.

 

Ma di gentaglia al lavoro ce n'è (e il brivido ferrariano non ci ha lasciati). Ecco Donald Trump all'attacco con i suoi dazi su acciaio e alluminio, con nervosa risposta tedesca e quindi europea.

 

L'unica speranza sono gli effetti indesiderati, in questo caso sull'alluminio quando ha dentro la birra.E quindi un rutto post-birra in segno di protesta al rutto trumpiano.

 

Altro brivido, la Brexit. Ma oggi ci regala una giornata surreale più che mai, con Theresa May impegnata a dire che qualcosa si fa, ad esempio l'interruzione della giurisdizione della corte europea di Strasburgo sui cittadini britannici (a noi italiani guai a chi ce la tocca) mentre si vorrebbe negoziare un nuovo accordo doganale. Da Bruxelles risposte che se non venissero represse sul nascere suonerebbero come certe battutacce romane e poi vengono diplomaticamente trasformate in accoglimento del proposito britannico di lasciare anche il mercato unico e tanti saluti.

  

Intanto però c'è un investimento italiano che va contromano rispetto alla Brexit, con Atlantia che (in attesa di chiudere la partita per le autostrade spagnole) si prende una quota del 15,5% nella società che gestisce Eurotunnel.

 


 

Ah la campagna elettorale che si avvia al giorno scioccherello dell'attesa silente. Ma de che? internet non si azzitta, i sondaggi farlocchissimi imperversano, ma lo spread un po' se ne fotte (tenere d'occhio), a proposito, gli scommettitori al ribasso sul mercato azionario italiano sembrano destinate a guadagnare qualcosa ma forse meno di quanto attendessero, e con qualche timore sull'apertura di lunedì. Intanto c'è la solita bella atmosfera elettorale di ritorno al paesello, con treni carichi di elettori pronti al fine settimana tra schede e mangiate in famiglia, una specie di secondo Natale e di pre-Pasqua. Gli studenti fuori sede ne approfitteranno per tornare con varie cene pronte da mettere a congelare. Insomma, più difficile digerire che votare, ripetiamo con Peppino Calderisi.

 


 

Ah il glifosato, siete a cena e quindi bevete tranquillamente un po' di vino, senza timori per quell'ottimo prodotto appena riconosciuto come tale, cioè ottimo e salubre, dall'Unione Europea ma tuttora boicottato in Italia. Oggi l'ha sbattuto mostruosamente in prima pagina La Stampa e quindi questa newsletter, che ha a cuore le vostre cene, non può che intervenire a difesa del composto oltraggiato. Non solo ricordando le tante spiegazioni date da Luciano Capone ma anche accludendo il parere di Jacopo Giliberto.

 


 

Gillo Dorfles ha fatto, scritto e letto tante cose, lo abbiamo ammirato, letto, ascoltato e invidiato con affetto. Il dolore per la sua morte è di tantissimi, qui anche un recente pezzo del Foglio in chiave antinostalgica.

 

E tocca dire addio anche al grande Carlo Ripa di Meana.

 


  

Il freddone ha fatto tanti danni alle coltivazioni (e meno male che non siamo sovranisti così possiamo importare un po' di roba da mangiare) e non ci saranno le mimose per l'8 marzo, se non, anch'esse, di importazione.