Le crepe nella muraglia cinese

Redazione
Una rassegna delle copertine dei principali magazine internazionali. The Economist, Nikkei, Caixin, Bloomberg Businessweek, Le Point, The Time, The New York Times Magazine.

    Special cinese /1. L’Economist riprende l’estetica della pittura classica cinese, a cui aggiunge una Grande muraglia in discesa per esemplificare con una copertina perfetta “The great fall of China”, il crollo dei marcati (che però negli ultimi due giorni hanno recuperato terreno), il rallentamento dell’economia e i dubbi sulla tenuta politica. Il magazine inglese, però, cerca di calmare le acque, e dice che “i catastrofisti stanno esagerando”. Il problema, prima ancora che economico, è di gestione politica della transizione cinese: “La Cina non è in crisi. Ma la sua capacità di evolvere senza traumi da un’economia dirigista a una di mercato non è mai stata messa tanto in dubbio come adesso”.

     


    Special cinese /2. Stesso titolo, tono decisamente più catastrofico. Anche il magazine giapponese Nikkei parla del “Great fall” della Cina, ma lo inserisce in un grande muro con i colori della bandiera cinese che si frantuma in mille pezzi. “Il collasso dei mercati cinesi minacciano l’economia reale”, scrive Nikkei, e la Cina sta “preparando una tempesta globale economica”. Soprattutto per i paesi vicini, Taiwan, Corea del sud, Malesia e Indonesia, che hanno scommesso forte su Pechino e ora si sentono a rischio.

     

     


    Special cinese /3. Il numero di agosto del mensile cinese Caixin, che è il più autorevole del paese ed esce in lingua inglese, è stato stampato prima del 'lunedì nero' delle Borse di Shanghai e Hong Kong, ma ugualmente riprende le grandi preoccupazioni economiche per Pechino. “Salvate i nostri titoli”, recita il titolo di copertina. Caixin ha forti legami con il magazine in lingua cinese Caijing (entrambi sono stati fondati da Hu Shuli, giornalista leggendaria in Cina), uno dei cui reporter questa settimana è stato “convocato” dalla polizia (arrestato, al netto degli eufemismi) per i suoi articoli sul crollo delle Borse.

     


    Special cinese /4. Orsi, orsi, orsi. La nuova copertina non cita la Cina, ma serializza il grande mammifero che è diventato il simbolo del mercato ribassista. All’interno Peter Coy, in un articolo ricco di grafici e informazioni, analizza la possibilità che la prossima recessione nasca in Cina: “Quando la Cina starnutisce, il mondo rischia di prendersi il raffreddore”. L’immagine che accompagna l’articolo, qui a destra, è piuttosto esplicativa.

     

     


    L’“uberizzazione” dell’ingessata economia francese è un tema che ossessiona Parigi da qualche tempo. Lo hanno dimostrato le gravi proteste dei tassisti contro Uber questa primavera, o, per esempio, il fatto che l’estate scorsa nel quartiere parigino di Marais abbiano alloggiato più ospiti di Airbnb che residenti. La politica si divide, con il liberale ministro dell’Economia Emmanuel Macron che spinge per la disintermediazione e il Partito socialista al governo che frena timoroso. Il Point fa una inchiesta notevole sul fenomeno, con molte voci ma un titolo chiaro: è la rivoluzione del capitalismo.

     

     


    Due ritratti, entrambi fedeli alla moda, iniziata qualche anno fa, della foto di copertina a distanza ravvicinatissima: Steve Colbert su Time, il gran comico americano che quest’anno sostituirà David Letterman alla conduzione del Late Show, e Serena Williams sul New York Times Magazine, la tennista che il magazine, senza troppo timore di sbagliare, definisce semplicemente “La migliore”.