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Consigli glamour al Pd in vista delle europee

Costantino della Gherardesca

Al Partito democratico serve una nuova immagine più contemporanea e allettante per riconquistare gli elettori

In vista delle elezioni europee, mi permetto di suggerire al Pd qualche consiglio per recuperare terreno e imporsi nello scenario politico con un’immagine radicalmente più contemporanea e allettante. Giusto qualche dritta, per riconquistare un elettorato sempre più indecifrabile.

 

1) Tenersi sul vago

Abbiamo capito che in Italia di economia non si può parlare: gli elettori non capiscono, si spaventano e ti prendono per Idi Amin Dada. Quindi meglio limitarsi a temi vaghi e non divisivi. Mettiamo da parte le battaglie per i diritti civili e concentriamoci su una cosa che mette d’accordo tutti gli italiani: la salute. Prima o poi qualche fine analista politico obietterà che nessun altro partito si è mai espresso contro la salute e a favore delle malattie, ma a quel punto le urne saranno già chiuse e il Pd avrà già recuperato una marea di voti grazie a numerosi servizi fotografici su Chi di Luca Zingaretti davanti ad apparecchiature per la risonanza magnetica.

 

2) La forza dei soldi

La comunicazione politica, come il cinema d’autore degli anni Settanta e la Formula 1 si fa con i soldi. Eppure, ancora oggi, se un partito vuole raccogliere fondi, deve ricorrere a polverosi sotterfugi a prova di indignazione popolare: feste di piazza e tristi collette tra i suoi iscritti. In America, la democratica Nancy Pelosi, presidente della Camera dei rappresentanti, ha capito da tempo che per sopravvivere alle guerre intestine del suo partito (in molte della quali si ritrova attaccata da tutte le fazioni) occorre essere indipendenti, soprattutto economicamente. La sua abilità nel fare fundraising l’ha resa quello che è: una donna di polso, una mediatrice nata, una politica indifferente agli insulti che le piovono addosso dai galoppini della Nra. E’ ora che anche il Pd cominci a dedicarsi a un’attività di fundraising senza precedenti. Certo, occorrerà tenere l’opinione pubblica all’oscuro di tutto, altrimenti ci toccherà sentire puttanate colossali come: “Ah, il Pd! Il partito dei ricchi!”.

 

3) Viva la risoluzione!

Tutto il materiale promozionale del partito deve essere impeccabile sotto il profilo tecnico. Niente più video girati in stile Dogma con lo smartphone, basta fotine sgranate in mezzo a mesti girotondi. Anche la più semplice delle foto caricata su Instagram da un candidato del Pd deve avere delle luci degne di Terrence Malick e un ottima risoluzione, come se fosse pronta per finire sulla copertina di “Vogue America”.

 

4) L’ora dei sacrifici

Il Pd deve rassegnarsi all’evidenza: una fetta del suo elettorato di sinistra è fatta di tizi in confronto ai quali il grillino medio è Susan Sontag. Per esempio, gli amici nella mia bolla milanese credono che Alexandria Ocasio-Cortez sia più antagonista di Elizabeth Warren. Non capirebbero quanto è più a sinistra Warren nemmeno se la povera Elizabeth andasse in giro vestita da Stalin a chiedere di radere al suolo Wall Street per costruirci sopra il Politburo. Purtroppo, le testate hipster che leggono e per cui scrivono i miei amici non le dedicano molta attenzione: preferiscono ripubblicare interviste video a modelle che sbucano da nuvole di Eau de Marxisme. La gente che non comprende la differenza tra il concreto e il superficiale è irrecuperabile. Per farla ragionare secondo logica, l’unica soluzione è ricorrere a religioni arcaiche. Il Pd deve sacrificare agnelli alla dea Kali, e pregare perché questa sinistra leziosa torni a concentrarsi su disuguaglianza e mobilità sociale.

 

5) Gioco di squadra

Il Pd dovrebbe prendere esempio dall’egiziano al Sisi, un leader che sa bene a chi da retta la gente: ai calciatori. Per questo è necessario mettere in piedi un’agenzia di escort à la Madame Claude, un plotone di Mata Hari addestrate a fidanzarsi con i calciatori più amati dagli italiani, con il preciso scopo di usarli per veicolare messaggi progressisti. Tre settimane prima delle elezioni europee, tutte le ragazze faranno partire simultaneamente uno sciopero del sesso: fino a quando i rispettivi compagni non faranno pubblica dichiarazione di voto in favore del Pd, non si scopa. Un’agenzia come questa sarebbe molto più efficace di tante Feste dell’Unità (pardon, Feste Democratiche) e di mille appelli firmati da scrittori e teatranti romani.

 

In conclusione, non dimentichiamo che a un partito serve un argomento forte, che conquisti il cuore degli italiani e dia loro un nemico comune e qualcosa in cui credere. Per questo è necessario che in tv, davanti alle telecamere di Vespa (e in molte altre occasioni), Zingaretti guardi dritto negli occhi dei telespettatori e, con voce ferma e sicura, dichiari il primo obiettivo della sua missione politica: la guerra ai terremoti. I dati che abbiamo raccolto in questi ultimi anni affermano che la quasi totalità degli elettori (98,2 per cento) non ama i terremoti e considera l’abolizione di ogni fenomeno sismico un obiettivo sia necessario che, sicuramente, plausibile.

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