L'insegnante presa a martellate dal vicino. I cattolici francesi contro il sito dei fedifraghi

Redazione

DELITTI
 

Maria Palmerini, 77 anni, e suo figlio Andrea Bresciani, 50. Il Bresciani, portiere di notte in un hotel, dopo la morte del padre aveva avuto problemi economici, tanto che la villetta sulle colline di Camaiore dove viveva con la mamma era finita all’asta. Nonostante non fosse l’unico immobile di loro proprietà, quel fallimento l’aveva gettato nella disperazione più cupa: a tutti diceva che non aveva nessuna intenzione di lasciare la casa, frutto dei sacrifici dei suoi genitori. Domenica 22 febbraio, giusto due giorni prima della data in cui sarebbero stati obbligati a traslocare, scrisse un biglietto in cui annunciava l’intenzione di farla finita e lo lasciò nell’abitazione dell’ex fidanzata Stefania. Poi tornò a casa, imbracciò un fucile da caccia, raggiunse la madre in salotto, le sparò un colpo in faccia, e subito dopo si puntò l’arma alla testa e fece fuoco.
Mattina di domenica 22 febbraio in una casa a Capezzano Pianore, Lucca.

 

Roberto Pantic, 43 anni. Nomade croato, incensurato, viveva di elemosina, tra il Torinese e la Bassa Bergamasca, con la moglie e i dieci figli. Sabato notte la famiglia si accampò in una zona di campagna al confine tra Calcio e Cividate al Piano. Verso le tre, mentre tutti dormivano, arrivò qualcuno che sparò cinque colpi contro il camper: quattro presero di striscio le lamiere, uno si conficcò nella testa del Pantic.
Notte tra sabato 21 e domenica 22 febbraio tra Calcio e Cividate al Piano, Bergamo.

 

Pasqualina Sica, 59 anni. Professoressa di francese, un passato da assessore, insegnava nell’istituto tecnico Padre Lener di Marcianise (Caserta). «Persona impegnata, solare e sempre disponibile con tutti», nubile, viveva a Capodrise con la madre ottantenne e da anni litigava col dirimpettaio Tommaso Sanzio, 51 anni, sposato, due figli: cinque anni fa i due, sempre a causa dei cattivi rapporti di vicinato, erano arrivati a querelarsi a vicenda. L’altro giorno il Sanzio aspettò che la professoressa tornasse da scuola e appena la vide la colpì più volte alla schiena e alla testa con un martello da carpentiere. Quindi posò il martello sul torace del cadavere e rientrò nel suo appartamento, dove poco dopo l’andarono a prendere i carabinieri.
Lunedì 23 febbraio a Capodrise, meno di diecimila anime in provincia di Caserta.

 

SUICIDI

Diego Martini, 19 anni. Di Galliera Veneta, viveva con la madre Orietta Cusinato, il padre Renzo, artigiano, il gemello Roberto. Pieno di amici, «solare, generoso, sensibile», bravo a scuola (frequentava l’istituto commerciale Carlo Rosselli di Castelfranco), dopo il diploma sognava di studiare all’estero per diventare un bravo cuoco. Martedì notte, chissà perché, appese una corda di nylon alla terrazza della sua stanza, l’altro capo se lo passò attorno al collo, e si lasciò penzolare. In tasca, un biglietto in cui chiedeva di essere cremato coi suoi braccialetti e piercing e in cui salutava la madre: ««Ti chiedo scusa per il dolore che ti do. Sei stata una mamma meravigliosa. Ti proteggerò da lassù».
Notte di martedì 24 febbraio a Galliera Veneta, Padova.

 

AMORI
 

ANDRIA Dopo una decina d’anni di fidanzamento, Valeria Golino e Riccardo Scamarcio si sposeranno con rito civile in Puglia, come certifica l’albo pretorio del comune di Andria, dove l’attore risiede. La Golino, 49 anni, del suo fidanzato ha detto: «Sopporto anche abbastanza bene le ragazze che gli ronzano intorno, a volte benissimo, ma fa parte del gioco. Amo la sua energia, l’intelligenza e il coraggio che mette in tutto quello che fa. Ci suggestioniamo molto sui nostri gusti, cambiamo posizione a seconda di quello che uno dice all’altro. I nostri più grandi litigi, talvolta tremendi, sono su argomenti che non ci toccano direttamente, la politica, il sociale». Ha risposto Scamarcio, 35 anni: «Non litighiamo quasi mai, essere insieme nel privato e sul set non costituisce affatto un deterrente, anzi. In realtà siamo molto compatibili» (Renato Franco, Corriere della Sera 26/2).

 

[**Video_box_2**]ADULTERI/1 Tra i 2,4 milioni di iscritti in Europa che conta Gleeden, il sito che si propone di mettere in contatto gli adulteri, 1 milione risiede in Francia. L’Associazione delle famiglie cattoliche (Afc) ha presentato una denuncia al tribunale di Parigi, accusando il sito di violazione del codice civile. L’adulterio non è più reato dal 1975, ma esiste tuttora un articolo in cui è previsto che i coniugi debbano impegnarsi a «rispetto, fedeltà, soccorso, assistenza». Per l’associazione cattolica, Gleeden favorisce gli incontri clandestini e dunque è colpevole di «agevolare pubblicamente la doppiezza, la menzogna e la violazione della legge. Dietro all’infedeltà ci sono delle famiglie distrutte, dei drammi privati». Commento della portavoce del sito: «Non siamo noi ad aver inventato l’infedeltà. Non obblighiamo nessuno, offriamo solo un servizio che risponde a una domanda» (Anais Ginori, la Repubblica 21/2).

 

ADULTERI/2 Il 26 febbraio la Corte Costituzionale di Seul ha fatto decadere la legge sudcoreana contro l’adulterio, perché secondo i giudici viola la libertà personale. Questa legge fu emanata nel 1953 e prevedeva fino a due anni di carcere per il fedifrago. Dal 1985, anno in cui sono stati istituiti i registri elettronici della Procura Suprema, circa 53.000 cittadini sudcoreani sono stati incriminati e più di 35.000 sono finiti in carcere per adulterio. Già negli ultimi tempi, però, l’applicazione di questa legge era stata fortemente ridimensionata: su 892 incriminati l’anno scorso, nessuno è stato incarcerato e la maggior parte dei processi si è conclusa con un accordo finanziario. Subito dopo la sentenza il valore delle azioni di Unidus Corp, produttore sudcoreano di preservativi, è salito del 15%. In un sondaggio dell’anno scorso il 60% dei sudcoreani ha detto che l’adulterio dovrebbe essere punito legalmente, ma il 63% è contrario al carcere (il Post 26/2).

 

CONSIGLI La doccia non deve durare più di tre minuti, insaponatura esclusa. A letto niente smalti, crema, pigiamone e calzini. La depilazione sia accurata. Non farsi mai attendere più di dieci minuti (consigli contenuti nel libro Sopravvivere ai rapporti di coppia, di Gian Maria Aliberti Gerbotto e Stefania Lo Forte, diritti d’autore pro ricerca cancro) (TgCom 25/2).

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