Smart Working: lavorare fuori dall'ufficio.

Smart Working: cosa è realmente?

Alessandro Giagnoli

Dopo l'effetto Coronavirus, molte aziende hanno deciso di concedere lo smart working (o lavoro agile) ai propri dipendenti. Ma esattamente cosa è lo Smart Working?

Dopo il problema del Coronavirus e la volontà di ridurre le potenzialità di contagio, molte aziende stanno adottando lo Smart Working per i propri dipendenti. Eppure è una soluzione lavorativa che fin dal 2017 è possibile applicare, ma la necessità - forse ingiustificata - di applicare il controllo è sempre stata superiore a quella del raggiungimento degli obiettivi. 

L'evoluzione socio economica ha che investito il nostro Paese, accompagnata da un continuo progresso delle piattaforme digitali e degli strumenti ad esse connesse, ha favorito la diffusione di nuovi modelli organizzativi di lavoro che hanno via via riscosso consenso ed impiego ad ampio raggio.

Rimasto per lungo tempo in un limbo normativo che ne ha reso i confini applicativi piuttosto nebulosi, lo Smart Working (o lavoro agile), ha trovato una propria definizione giuridica nel 2017 che ha contribuito ulteriormente a renderlo uno strumento gradito sia ai datori di lavoro che ai lavoratori.

Alcuni recenti studi statistici operati nel mercato del lavoro, soprattutto in relazione alle piccole e grandi imprese con più sedi di lavoro di cui almeno una situata in un centro metropolitano nazionale o oltreconfine, hanno evidenziato come, negli ultimi due anni, lo Smart Working abbia conosciuto un incremento applicativo di quasi il 40% e la crescita culturale sul tema.

Benché i contorni siano ancora piuttosto sfumati, dunque, l'evoluzione del mondo del lavoro sembra indirizzato verso una sostanziale rivisitazione dei modelli organizzativi e distributivi dello stesso con un occhio di riguardo sia al welfare aziendale che alla produttività aziendale.

Cos'è lo Smart Working?

La definizione di Smart Working, secondo quanto indicato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, è contenuta nella Legge n. 81 promulgata il 22 maggio 2017 in materia di disposizione per la tutela del lavoro autonomo e misure tese a favorire una maggiore flessibilità nei tempi e negli spazi in relazione al lavoro subordinato.

La legge 81 2017, nello specifico, definisce il Lavoro Agile come una nuova modalità esecutiva ed organizzativa del rapporto di lavoro dipendente (o subordinato) in relazione ad a vincoli di orari e di luoghi e riferita ad obiettivi di lavoro specifici.
Il riferimento normativo dello Smart Working è dunque essenziale per individuare le caratteristiche principali di un nuovo modello lavorativo studiato e realizzato per consentire al lavoratore di conciliare al meglio le proprie esigenze personali con quelle di lavoro e per permettere all'azienda di ottenere una crescita nella produttività individuale possibile in relazione ad una miglior soddisfazione personale.

Volendo entrare ulteriormente nel dettaglio è possibile individuare lo Smart Working come un accordo specifico ed individuale stipulato tra un datore di lavoro ed un suo subordinato al quale viene concessa facoltà di lavorare da remoto, mediante l'utilizzo di opportuni strumenti digitali ed in relazione ad uno o più progetti aziendali contro pagamento di un giusto corrispettivo economico.

I principi che regolano lo Smart Working

Da molti studiosi ritenuto come una nuova filosofia aziendale, il Lavoro Agile pone le sue basi essenziali su quattro pilastri essenziali:

Un nuovo concetto di leadership

Nello Smart Working si assiste ad una visione nuova nel rapporto tra il manager ed un proprio subordinato. L'attività di controllo del datore di lavoro, infatti, lascia spazio ad un concetto di fiducia nelle proprie risorse umane ed implica una rivisitazione sostanziale della cultura manageriale che va oltre il numero delle ore lavorate, ma procede per obiettivi di lavoro.

Un nuovo approccio comunicativo

La riuscita del nuovo modello di lavoro subordinato implica il passaggio ad un'azione collaborativa tra azienda e lavoratore in sostituzione delle più classiche tecniche di comunicazione fino ad oggi adottate.

La riorganizzazione del tempo e dello spazio lavorativo

Aderire ad un nuovo modello organizzativo come lo Smart Working rende indispensabile rivisitare dei concetti base (per molto tempo standardizzati ed ingessati) come la flessibilità dell'orario e gli spazi fisici dedicati al lavoro.

L'adozione di una tecnologia adeguata

Poiché il Lavoro Agile consente al lavoratore di gestire la propria professionalità da remoto è indispensabile che venga dotato dei supporti tecnologici (come i device portatili) che possano supportare il nuovo modello organizzativo.

Il significato e l'importanza dello Smart Working

Il vero principio rivoluzionario dello Smart Working consiste nel porre al centro dell'organizzazione lavorativa le esigenze della persona intesa come risorsa individuale e come essere umano.
Tra le ambizioni principali che il Lavoro Agile possiede vi è, indubbiamente, un tentativo di far coincidere gli obiettivi del singolo con quelli dell'azienda per cui lavora.

Per questa ragione i benefici che lo Smart Working reca con sè sono tutt'altro che risibili.

Dal punto di vista del lavoratore la possibilità di lavorare da remoto e con una certa autonomia crea immediatamente un beneficio dal punto di vista pratico; il risparmio di tempo impiegato quotidianamente negli spostamenti necessari per raggiungere la sede di lavoro può essere trasformato in tempo libero da destinare alla propria famiglia o, addirittura, al tempo libero.
Il rinnovato grado di fiducia che lega il manager al proprio subordinato è di incentivo empatico in quest'ultimo che si sente responsabilizzato e maggiormente protagonista delle strategie aziendali delle quale desidera condividere la buona riuscita.
La conseguenza principale del nuovo clima lavorativo si traduce in un maggior benessere e soddisfazione nella risorsa umana che trova una nuova motivazione ed una rinnovata produttività.

Dal punto di vista dell'azienda, invece, lo Smart Working si traduce in un contenimento di costi fissi, un minor assenteismo, un maggior coinvolgimento alla mission aziendale da parte dei singoli e, quindi, in una produttività pro capite in costante ascesa.
La maggior soddisfazione del lavoratore subordinato crea beneficio anche al datore di lavoro in termini di qualità delle prestazioni professionali ricevute e in un maggior rendimento dei singoli che saranno in grado di svolgere le mansioni loro affidate in minor tempo e con maggiore qualità.

Dal punto di vista dell'ambiente, infine, lo Smart Working può essere considerato come un mezzo indispensabile verso la sostenibilità; è stato stimato, infatti, che incrementare le ore di Lavoro Agile dei propri dipendenti significa limitare in misura sostanziale gli spostamenti e quindi le emissioni nocive di CO2 con un conseguente beneficio per la collettività.

In tempi di avvenuta criticità per case esogene che dovessero rendere indispensabile un diminuito contatto fra le persone (per motivi sanitari ad esempio) lo Smart Working è l'unica soluzione possibile per non arrestare la produttività di un territorio, rimanere al passo con le strategie aziendali e non incorrere in fenomeni recessivi dal punto di vista strettamente economico.

Qualche dettaglio in più sullo Smart Working

Poichè il Lavoro Agile non è un nuovo contratto di lavoro, ma esclusivamente una nuova formula organizzativa di una tipologia contrattuale già in essere, è bene precisare che non esiste una legge quadro che ne definisce gli aspetti pratici nel singolo dettaglio.

Non è possibile, pertanto, schematizzare alcuni concetti quali la presenza di eventuali vincoli di orario o di spazi deputati all'erogazione della prestazione professionale da parte del dipendente. In via generale possiamo affermare che lo Smart Working è conseguenza di un accordo individuale fra le parti che potranno stabilirne liberamente le modalità; ogni dipendente, dunque, potrà avere un accordo differente con il proprio datore di lavoro in relazione al numero di giorni in cui lavorerà da remoto o circa il luogo effettivo di lavoro.

Naturalmente, ogni lavoratore, non potrà eccedere la durata massima di lavoro giornaliero o settimanale previsto dal proprio contratto di riferimento e potrà scegliere liberamente il luogo effettivo in cui prestare la propria opera (da casa oppure in spazi di coworking ad esempio).

La retribuzione del lavoratore in Smart Working è pari a quella prevista dal contratto per i colleghi che svolgono le stesse mansioni presso le sedi aziendali e sono invariate anche le tutele in termini di sicurezza e ai fini INAIL.
Onde evitare che il dipendente cada in una fase di iper connessione al lavoro, un recente decreto ha stabilito che debbano essere individuate delle fasce orarie di stacco professionale in cui non è attiva neppure l'eventuale reperibilità concordata con il datore di lavoro.

Il datore di lavoro, infine, è tenuto garantire la sicurezza e la salute del proprio dipendente e l'integrità ed efficienza dei device tecnologici indispensabili per erogare la prestazione professionale.

L'accordo individuale che sancisce lo Smart Working può essere stipulato a tempo determinato o indeterminato. La normativa concede anche il recesso che è possibile, nel primo caso, soltanto per giustificato motivo.

Pro e contro dello Smart Working

Benché la formula organizzativa del Lavoro Agile sia ancora priva di una significativa storicità, è possibile individuare alcuni elementi di criticità ed alcune interessanti potenzialità.

Alcuni recenti studi compiuti dal politecnico di Milano hanno evidenziato un incremento di produttività significativo per i dipendenti che lavorano con accordi di Smart Working (stimata intorno ad un 15%), una netta riduzione dell'assenteismo ed una significativa riduzione nei costi fissi aziendali (come luce, pulizia etc. etc.).
I lavoratori dipendenti, infine, hanno evidenziato un buon grado di soddisfazione in relazione ad un equilibrio maggiore tra vita privata e lavoro.

Tra le criticità maggiori, invece, sono stati riscontrati, tra i dipendenti, un senso di isolamento dal centro nevralgico aziendale, una difficoltà di programmazione individuale, e una mancanza di comunicazione.
Quest'ultimo aspetto, infine, viene evidenziato anche dai manager responsabili dei progetti di lavoro di Smart working.

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