Unsplash

"aborre le conventicole”

Risguardi, ovvero un antidoto al mondo mummificato della letteratura

Marco Archetti

Una rivista che si presenta come una mappa, ma in fondo è anche un grande canestro con dentro la passione per la lettura organizzata secondo codici e criteri differenti: dal mero consiglio letterario, alle relazioni tra cataloghi fino alle interviste al grande editore

L’idea è: un antidoto. Ossia qualcosa di più e, allo stesso tempo, qualcosa di meno, di una soluzione. Del resto i problemi sono tanti, intricati e datati, ma intanto bisogna festeggiare questo trillo, questo segno di vita che è, senza alcun dubbio, un’occasione, una risposta con ambizioni di trasformazione e di durata. Risguardi è una rivista, un “noi siamo qui”, un “eccoci”, uno strumento nel senso etimologico della parola, cioè una bella volontà di costruzione di un sistema di relazioni, una vera grande opera (questa sì) che collega diverse sponde non sempre comunicanti della cosiddetta filiera del libro, e che issa l’insegna di una parola fondamentale: catalogo. 

 

L’esperienza prende le mosse dalla francese Page de Libraires – librai che consigliano libri e non solo ultime uscite, che guidano alla scoperta di storie editoriali degne di attenzione e affetto (gli editori-soggetto, come li chiama Sandro Ferri di E/o, non gli editori-algoritmo), o che festeggiano i compleanni di una collana e intanto la raccontano. E si è posta come obiettivo quello di “mettere al centro i cataloghi degli editori dando voce a chi di questi cataloghi si occupa da sempre: le librerie”. Due numeri all’anno, uno appena uscito e l’altro in autunno, sotto la direzione di Giorgio Gizzi. L’uomo giusto al posto giusto, si direbbe, proprio perché irregolare: romano, classe 1964, reporter e poi, per caso (dice lui), direttore di molte librerie indipendenti e di catena. Queste 128 pagine a colori, con rilegatura svizzera e dorso nudo con cucitura a vista, le considera come un messaggio chiaro e ovviamente noi gli auguriamo non resti un messaggio chiaro in bottiglia – di isole che non ci sono e di baie irraggiungibili non ce ne facciamo niente; poca passione anche per le tribù. Anzi, speriamo che sia davvero una possibilità ariosa, un laboratorio e una comunità, il trampolino per gettarsi di testa – e con testa – nelle tante battaglie giuste, compresa quella di comunicare col resto del mondo non editoriale. “Risguardi”, scrive Gizzi, “è scritto per tutti coloro che lavorano in questo nostro paese che, non sapendo quante professioni occorrano perché possa esserci un libro, ha mal compreso la legge che fissa al 5 per cento lo sconto massimo praticabile, ritenendola un arroccamento e ignorando che esiste un prezzo imposto per quell’oggetto che ha una natura culturale ed economica che noi soprattutto siamo chiamati a difendere”.

 

La rivista si presenta come una mappa, ma in fondo è anche un grande canestro con dentro la passione per la lettura organizzata secondo codici e criteri differenti: il mero consiglio letterario (“Una libreria in dieci libri”, a cura di Macarìa, Libri e Altre magie di Gallipoli), la relazione tra cataloghi (come nell’articolo di Spine Bookstore, Bari), l’intervista al grande editore. Molto bella quella ad Antonio Sellerio. “Esiste un lettore di libri Sellerio e un buon libraio lo sa”, dice, e giustamente rivendica il catalogo non-giallo, per chi ancora fosse distratto. Poi fa un elogio non scontato alle molte eccellenti professionalità presenti anche nelle librerie di catena, implicito invito a non impantanarsi in discriminanti di maniera.

“Dalle catene abbiamo mutuato moltissime modalità”, sostiene infatti, poche pagine dopo, Vittorio Graziani, libraio della Nuova Centofiori di Milano. Che critica semmai il “rapporto inevitabile” col libraio a cui certe indipendenti sottopongono l’avventore: anche la comunicazione passiva può funzionare, dice lui, vale a dire un bollino con scritto “consigliato da Vittorio” – ma è consigliata tutta l’intervista, compreso il discorso sul conto vendita e conseguente gestione pigra dei titoli. Per quel che può valere, sottoscriviamo e brindiamo al passaggio in cui il direttore Gizzi dichiara: “Risguardi aborre le conventicole”. La vera, incomprensibile stortura (non l’unica, certo) del mondo letterario italiano: vivace e biodiverso all’origine, ma zooidentico negli scaffali. Sulle pagine dei giornali, mummificato.
 

Di più su questi argomenti: