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Zio Paperone è vittima dalla cancel culture?

Maurizio Stefanini

Disney ha deciso di non ripubblicare due capitoli della biografia-epopea di Paperon de’ Paperoni realizzata da Don Rosa. Il fumettista ha fatto sapere che senza quei due capitoli l'opera non potrà essere ristampata

Anche Zio Paperone colpito dalla cancel culture? Da un po’ la Disney ha deciso di adeguarsi ai dettami ideologici del iperpoliticamente corretto: per esempio lungometraggi come “Dumbo”, “Peter Pan” o “Gli Aristogatti” sono stati accompagnati da avvertenze sulla presenza di messaggi oggi considerati derogatori rispettivamente verso afroamericani (una canzone cantata dal coro di cornacchie), amerindi (definiti “pellirosse”) e asiatici (Il gatto con gli occhi a mandorla).

 

Creato da Carl Barks, ispiratosi un po’ allo Scrooge di “Un canto di Natale” di Dickens e un po’ al Citizen Kane del film di Orson Welles, Paperon de’ Paperoni in realtà è un personaggio la cui caricatura di un certo tipo di concezione calvinista della ricchezza tipicamente americana potrebbe oggi essere considerata quasi di sinistra.

   

Dalla storie e dalle citazioni del Paperone barksiano era possibile ricostruire una storia di biografia-epopea che Don Rosa redasse tra 1992 e 1994: 12 episodi ambientati tra 1877 e 1947, ai quali ne sono stati poi aggiunti altri 10. Nella sua opera Don Rosa ha avuto l’abilità di far interagire lo scenario favolistico di fondo con la Storia e anche con un bagno di realismo, per cuoi addirittura fa intravedere una data di morte di Paperone: centenario, nel 1967. Una biografia-epopea sulla quale è scatenata sui social una buriana per via di una comunicazione fatta dallo stesso autore su Facebook. “Ho ricevuto una mail da uno dei miei tanti editori. Questo vi darà qualcos'altro di cui discutere”, spiega. “Nell'ambito del suo costante impegno per la diversità e l'inclusione, la Walt Disney sta rivedendo la sua biblioteca di storie. Di conseguenza, alcune storie che non si allineano con i loro valori non saranno più pubblicate. Questo vale per due delle sue storie classiche, ‘Il papero più ricco del mondo’ e ‘Il sogno di una vita’. Queste storie non faranno parte di nessuna ristampa o nuova collezione”. E a quel punto Rosa spiega che tutti i 12 capitoli saranno banditi “perché non possono essere pubblicati senza il capitolo finale”.

 

Secondo Don Rosa il problema sarebbe il personaggio di Gongoro (Bombie, nell'edizione originale): un morto vivente, rianimato con magia vudu, proveniente da una storia di Barks del 1949. Alll’epoca tutto questo fu piuttosto progressista: in un momento in cui l’Africa era ancora quasi tutta sotto imperi coloniali e nel sud degli Stati Uniti c’era ancora la segregazione, Paperone è un colonialista cattivo che distrugge la vita di una tribù africana per proprio tornaconto economico, e si trova dunque colpito da una giusta maledizione. Una maledizione che però al posto suo la sconta Paperino, ma non è questo il punto. Il problema è che lo strumento di questa giustizia anticolonialista è Gongoro, ossia un personaggio rappresentato come un africano in abiti stracciati e con tratti caricaturali.

     

È cancel culture? Tra i fan di Paperopoli il tema è molto dibattuto. Quello che è certo è che formalmente non c'è stata una reale censura, quanto è stata solo presa la decisione di non ripubblicare due capitoli. Una situazione decisamente diversa rispetto, per esempio, alla scelta di Disney World di rimuovere una attrazione legata al film del 1946 “Song of the South”, giudicato ormai troppo legato a una visione “sudista” dei neri. E diversa anche rispetto alla scelta di presentare film con messaggi di avvertimento. Mentre infatti questi ultimi continueranno a circolare sui canali Disney, mentre le attrazioni spariscono, le storie di Rosa saranno comunque reperibili nelle vecchie edizioni. Come segnala lo stesso Rosa: “Non commenterò nemmeno cosa significherà per il mercato dei collezionisti”.

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