Albert Anker, "La liseuse"

Sono dunque leggo

Galateo per leggere: il nuovo volume pubblicato dal Saggiatore

Giacomo Giossi

Un manuale per il corretto utilizzo dei libri, un filo rosso che lega gli autori ai lettori. Non c'è una risposta giusta, ma solo la buona usanza

Come si legge un libro? Ci hanno provato in molti a spiegarlo, a raccontarlo, qualcuno ha provato persino a definirne il senso e il significato. Ma quasi sempre la spiegazione non ha mai superato le attitudini intime dell’autore come le sue stesse pretese ideologiche, per non dire delle spesso ostentate nevrosi psicanalitiche. Come si legge un libro e come si tratta un libro è un fatto di stile e quindi di sostanza (e non di voglia, direbbe l’autore pavanese). Qualcosa dunque che sta dentro e fuori dai libri stessi, qualcosa che non è necessariamente da comprendere, ma una forma naturale dell’essere: io sono dunque leggo.

Prova a dettare qualche regola, per quanto si tratti di regola da galateo, Officina il Saggiatore, un gruppo interno alla casa editrice del Saggiatore. Un corpo speciale che unisce le anime più eclettiche della redazione e che dopo aver deliziato i lettori con il Piccolo manuale illustrato per cercatori di foglie – con le meravigliose illustrazioni di Sofia Paravicini – ora compie un secondo blitz (riuscito) con il Piccolo galateo per il corretto utilizzo dei libri a cura di Marco Didimo Marino con le illustrazioni di Marco Maldonato.

Il testo agile e nel consueto formato da taccuino tascabile che già contraddistingueva la precedente uscita offre alcune indicazioni su come usare i libri e quindi su cosa sono i libri. Perché se mai come oggi, al tempo della rete come si usa dire da più di vent’anni, il libro ha assunto una forma definita e chiara, meno lo ha il suo senso, almeno per quei lettori che – sempre negli ultimi vent’anni – sono diventati più che altro degli spettatori. Leggere un libro richiede infatti un movimento mentale quanto uno fisico, spesso da compiere in maniera coordinata, qualcosa dunque che ha il sapore al tempo stesso della palestra e del tempio, in un’epoca in cui parlare di entrambe è di moda, ma farne parte molto meno.

Non basta infatti abbonarsi a quella più vicina. Officina ha così messo a punto quattordici capitoli più epilogo che rappresentano quattordici indicazioni su come il libro utilizzato correttamente assuma senso, colore, dimensione e qualità impensabili in precedenza. L’uso corretto va inteso non tanto come una forma normativa statica, ma come quella qualità capace di fare esplodere il più possibile le potenzialità che legano ogni lettore all’autore, rivelarle e dunque dare forma a quel passaggio di stato che tramuta il lettore in un lettore di volta in volta diverso

Per un corretto utilizzo dei libri non conta chi ha ragione, ma per l’appunto il galateo, la buona usanza. I libri si possono spaccare a metà come fece per legittima comodità Franco Lucentini durante la poco ricordata trasmissione Rai, “L’arte di non leggere”, con il voluminoso Il comportamento dei gatti di Paul Leyhausen. Oppure si può strapparne tutte le pagine come usava per sua comodità Mario Soldati che poco sopportava le legature per lui sempre un po’ troppo forzose. Piccolo galateo per il corretto utilizzo dei libri è un testo divertente, quanto prezioso (utilissima la bibliografia à la Manganelli sui libri di cui è composto il suddetto galateo). Un volume dedicato ai lettori e alla loro volontà come alla loro speranza di ritrovare in libri diversi sempre lo stesso libro e nello stesso libro un se stesso sempre diverso, magari pure migliore. 

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