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bestiario femminista

Dal “maiale visibile” al “verme galante”. Il catalogo degli odiatissimi maschi di Delaume

Mauro Zanon

La scrittrice, tanto amata dai salotti parigini, si definisce scrittrice in lotta per “abolire il patriarcato” e ha realizzato una galleria di fenotipi maschili in cui ognuno, assicura, si riconoscerà

Parigi. Chloé Delaume è l’invitata sempre gradita nei salotti della Parigi progressista, soprattutto da quando ha vinto il premio letterario Médicis nel 2020 con il romanzo “Le coeur synthétique” (Seuil). Nata a Versailles da madre francese e padre libanese, la Delaume si definisce una scrittrice femminista in lotta per “abolire il patriarcato”, il problema cardine, a sua detta, della nostra società.

 

 Ma come lo combatte e come invita le altre suffragette a combatterlo? Con la sororità, “un patto di non-aggressione obbligatoria tra donne, una solidarietà in caso di conflitto con un maschio alfa che ha un comportamento da predatore”, ha spiegato in un’intervista al quotidiano comunista L’Humanité. Regolarmente firma petizioni sul Monde contro qualche maschio che considera pericoloso (partecipò all’appello nel 2012 contro Richard Millet promosso dalla neo-Nobel per la letteratura Annie Ernaux, appello che distrusse la carriera dello scrittore) e collabora con il settimanale Obs. Lo scorso anno, in un colloquio con la documentarista e femminista radicale Ovidie, spiegò ai lettori del magazine parigino perché bisognava “uscire dall’eterosessualità” e dalle tossiche “relazioni eterosessuali”. “La psiche maschile, costruzione sociale ereditata da secoli di patriarcato, fa sì che siamo sempre nella posizione di dover essere allo stesso tempo mamma, puttana e infermiera. A titolo personale, non lo sopporto più”, scrisse Chloé Delaume. E ancora: “La mia domanda è: come liberare la penetrazione dalla sua simbolica di dominazione? Siccome per il momento non ho risposta, spesso faccio voto di castità”. In questi giorni, a cinque anni dall’esplosione del #MeToo, l’autrice francese ha ripreso la penna in mano per illustrarci sull’Obs come sono cambiati i “maschi eterosessuali” dopo il movimento di denuncia alimentato dall’affaire Weinstein.

 

Per farlo, la Delaume ha realizzato una galleria di fenotipi maschili in cui ognuno, assicura, si riconoscerà. C’è il “maiale visibile”, anzitutto, il “figlio della turgescenza e del patriarcato”, ormai appartenente a una “specie del vecchio mondo in corso di smantellamento”, secondo la Delaume. C’è il “reazionario con i sandali”, “scioccato dalle forme e dagli strumenti dell’ondata viola”, ormai pronto a “raggiungere il cimitero degli elefanti” e c’è il “seduttore al guinzaglio”, quello che incontri al parco con il suo cane, i cui “metodi obsoleti” e “gli antichi riflessi di seduzione” sono ormai sul viale del tramonto. “Si sente talmente minacciato di estinzione che ha appena presentato denuncia al Wwf”, scrive la romanziera versagliese. Chloé Delaume, nella sua guida anti maschi eterosessuali, mette in guardia dal “falso alleato”, quello che si definisce “decostruito”, che “padroneggia perfettamente il linguaggio dell’attuale femminismo, ma da buon maschio alfa ha bisogno di controllare tutto il territorio in cui si trova” e davanti alle belle donne non riesce a “frenare il suo flusso di saliva”.

 

Peggio di lui, dice la scrittrice, soltanto il “sono-femminista-ma”. “Quando comincia la sua frase, alcune donne sono già sospettose, scottate dai grandi discorsi dei falsi alleati. Quando termina la sua frase, un coro di dotati-di-palle riprende con lui il ritornello ‘questa volta si sta esagerando’, mentre le donne hanno già abbandonato la sala discretamente”, scrive. Nella lista figurano anche quello che lei chiama il “verme galante”, un tempo grande conquistatore grazie alla sua cortesia, oggi “con la mano che trema quando deve appoggiarsi su un ginocchio per paura di denunce”, e il “maschio nauseato” dal #MeToo, preoccupato dall’idea di un mondo dominato dalle “ecofemministe”. Infine, nella galleria della Delaume, c’è il “depatriarcalizzato”: “In cinque anni, ha avuto il tempo di aprire gli occhi, di sentire, di integrare, di ascoltare, di capire e di modificare numerosi comportamenti. Vuole veramente vedere la fine della dominazione patriarcale. Talvolta, però, certi riflessi perdurano”. Non si salva neppure lui.