Due "professioni" e due ambiti separati uniti dalla stessa domanda: la medicina è solo una tecnica da applicare a una male specifico o bisogna curare "tutta la persona"? Un libro scritto a quattro mani, frutto di anni di lavoro e di una riflessione acuta sul ruolo della medicina
Si sono conosciuti alla macchinetta del caffè. Succede a tante persone, in qualsiasi luogo di lavoro. Ma qui il luogo non è qualsiasi, è l’Istituto nazionale dei tumori di Milano, tra i più noti e accreditati ospedali oncologici italiani; e loro non sono due passanti casuali in pausa caffè. Carlo Alfredo Clerici è un medico, specialista in Psicologia clinica e psicoterapeuta, ed è dirigente di questo servizio in fascia pediatrica nell’ospedale milanese. Tullio Proserpio è invece un sacerdote, e dal 2003 è cappellano ospedaliero presso l’Istituto dei tumori di Milano. Un’esperienza maturata sul campo e con studi specifici che lo ha portato a essere consulente sul tema delle cure palliative per la Pontificia accademia delle scienze.
La macchina del caffè, la mattina in un ospedale che ospita malati di tumore, spesso non più curabili, non di rado minori, non è necessariamente un’area relax.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE