L'arte ucraina arriva a Roma. La mostra al Maxxi

"Il Maxxi riconosce in questa guerra un'aggressione violentissima contro un paese sovrano che esige una presa di posizione netta", ci dice Giovanna Melandri, presidente del museo che ospita Ukraine: Short Stories. Contemporary artists from Ukraine

Giorgio Caruso

Un fuori programma doveroso che ha modificato la stagione espositiva del museo Maxxi e che testimonia la vicinanza del mondo dell'arte italiana verso il popolo ucraino: fino al 20 marzo sarà possibile visitare la mostra Ukraine: Short Stories. Contemporary artists from Ukraine; un progetto di 140 opere realizzate da artisti ucraini per la Imago Mundi Collection, l'istituzione no profit fondata da Luciano Benetton 10 anni fa, nel tipico formato12x10 centimetri che la caratterizza.

I lavori della mostra, curata da Solomia Savchuk, direttrice del museo d'Arte Contemporanea di Kyiv, sono legati agli eventi del 2014, anno in cui l'Ucraina fu costretta a misurarsi su delicati equilibri politici e sociali e che ritornano tragicamente di attualità in queste settimane con l'invasione da parte delle forze russe. "Dentro queste opere c'è la richiesta di aspirazione alla libertà di espressione, di creativa e una grande voglia di Europa", ci dice Giovanna Melandri, presidente della Fondazione Maxxi. 

"Il Maxxi riconosce in questa guerra un'aggressione violentissima contro un paese sovrano che esige una presa di posizione netta", precisa Melandri. Inoltre, la Fondazione Maxxi è intervenuta concretamente in sostegno alla popolazione ucraina raccogliendo aiuti economici sin dai primi giorni di guerra. "Abbiamo devoluto gli incassi di queste due settimane (oltre 34.600 euro) al fondo per l'emergenza umanitaria in Ucraina costituito da Unhcr, Unicef e Croce Rossa e anche gli incassi della mostra Ukraine: Short Stories, accessibile con un biglietto simbolico di 5 euro, sarà devoluto alla popolazione ucraina". 

Intanto gli effetti collaterali della guerra si ripercuotono anche sull'arte. Il ministero della Cultura russo ha chiesto la restituzione di tutte le opere d'arte date in prestito all'estero. "Penso che sia un capriccio e la Russia dovrebbe fare ben altro", commenta Melandri.

"Il progetto che vedete oggi è stato creato dopo Maidan, e dopo l'annessione della Crimea e l'occupazione di Donetsk e Luhansk. Gli appetiti criminali di Putin sono cresciuti in otto anni e potrebbero non fermarsi all’Ucraina", è il messaggio della curatrice della mostra Solomia Savchuk, che si è rifugiata a Parigi, che Melandri ci legge. "Oggi questi artisti non sono solo artisti, ma difendono su più fronti la loro patria, l'Europa e il mondo".

Di più su questi argomenti: