Ferenc Pintér ci ha insegnato quanto è bello giudicare un libro dalla copertina

Entrato in Mondadori sessant'anni fa, è stato uno dei più grandi illustratori europei. Sue le cover di centinaia di libri della casa editrice milanese. "Non si limitavano a illustrare una scena del romanzo, spesso lo raccontavano", ci dice l'esperto di illustrazione Santo Alligo

Stefano Priarone

Non si giudica un libro dalla copertina è una delle frasi più abusate che ci siano. Si giudica, ma certo che si giudica, molti scelgono di comprare un libro proprio per la copertina. Lo sa bene Anita Klinz, responsabile dell’ufficio grafico della Mondadori, quando all’inizio degli anni Sessanta riceve nel suo ufficio un esule ungherese nato in Italia che si propone come illustratore freelance. Ammirata dalle opere nella sua cartella, gli chiede di fare uno schizzo sul momento e questi disegna un meraviglioso cavallo. Viene assunto all’istante. Quell’artista è Ferenc Pintér (1931-2008): nato ad Alassio da padre ungherese e madre italiana, è stato uno dei più grandi illustratori al mondo.

 

Dal 1961, sessant’anni fa, fino al secondo millennio ha realizzato circa mille copertine per la Mondadori, specie per le collane Oscar e Omnibus, il suo stile grafico è stato per decenni il biglietto da visita della casa editrice. Grazie a Pintér gli Oscar hanno dato nuova vita a vari classici italiani e stranieri, soprattutto del Novecento: famosa la sua copertina per “Niente di nuovo sul fronte occidentale” di Erich Maria Remarque con una inquietante bocca urlante. Sue anche le copertine di decine di romanzi del celebre commissario Maigret creato da Georges Simenon e di molti della "Signora del giallo" Agatha Christie con protagonisti i suoi detective principali: quasi inquietante la zitella indagatrice Miss Marple nella cover di “Istantanea di un delitto”, mentre affascina, nella sua semplicità, il Poirot, vagamente rassomigliante ad Albert Finney che lo aveva interpretato al cinema, di una copertina per gli Omnibus.

 

Fra il 2008 e il 2011 escono tre volumi con tutte le sue copertine per Mondadori: “Tutti i Maigret di Pintér”, “Tutti gli Omnibus di Pintér” e “Tutti gli Oscar di Pintér”. Pubblicati da Little Nemo, sono curati dall’esperto di illustrazione Santo Alligo. “L’ho subito ammirato” racconta Alligo al Foglio. “Andavo ogni settimana a curiosare in edicola per vedere le ultime pubblicazioni degli Oscar, ne compravo qualcuno solo per portare a casa un altro Pintér”. 

 

Alligo incontra Pintér a metà degli anni Ottanta. “Lo avevo contattato per comprargli delle copertine. Siamo diventati amici e in seguito gli ho chiesto di farmi delle repliche in grande formato (40x40 invece dell’originale 11x11) di alcune sue opere”. Dei tre volumi, Pintér riesce ad approvare le bozze, poco prima della morte, solo del primo, “Tutti i Maigret di Pintér”. 

 

“Sono molto contento di averli fatti. La sua opera lo meritava, quei volumi li avrebbe dovuti pubblicare la Mondadori. Era noto in tutto il mondo, perché pubblicava anche su Gebrauchsgraphik, la più importante rivista al mondo di grafica”, dice Alligo. Pintér nel 1940 aveva lasciato l’Italia per seguire il padre in Ungheria (dalla quale fuggirà nel 1956 a causa dell’invasione sovietica del paese) e si era formato sotto severi insegnanti come György Konecsni e Zoltan Tamassi. Il suo ultimo lavoro importante, il Pinocchio di Collodi da lui illustrato, esce postumo nel 2011 per Lo Scarabeo di Pietro Alligo, fratello di Santo. 

 

Era un ottimo illustratore, ma come copertinista uno dei migliori in assoluto. “Senza ombra di dubbio uno dei più geniali della seconda metà del Novecento” conclude Alligo. “Le sue copertine non si limitavano a illustrare una scena del romanzo, spesso lo raccontavano. Un capolavoro assoluto è la copertina di 'Maigret e la ballerina del Gai Moulin', davvero felice nella sua ripartizione in due zone di colore contrapposte, divise dalle braccia aperte della ballerina: in alto si intravedono la figura del commissario e il volto della ragazza, in basso il reggiseno e la mutandina nera, a suggerire il corpo della ballerina”. Jules Maigret, incrollabilmente fedele alla moglie Louise, era in questo diverso dal suo creatore Simenon, noto tombeur des femmes: nella copertina la ballerina, sensuale e al tempo stesso evanescente, sembra unire autore e personaggio. Le copertine di Pintèr costituivano a loro volta una storia.

 

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