(Lapresse, J.K. Rowling festeggia l'uscita di Beda il Bardo, Edimburgo, Scozia 2008)

Editoriali

La manipolazione del linguaggio è nociva

Redazione

L’Università di Manchester cancella “madre e padre”. A che pro?

Un anno fa, J.K. Rowling fu praticamente cancellata dal consesso civile per aver chiesto: “Come si chiamano le ‘persone con le mestruazioni’? Wumben? Wimpund? Woomud?”. L’Università di Manchester sembra averla presa sul serio e ha chiesto ora al personale di non utilizzare più i termini “madre” e “padre” per evitare pregiudizi. Incoraggia l’uso di termini neutri come “partner” o “tutore”. La guida, che è stata distribuita al personale all’inizio di questa settimana, è stata creata dal “comitato per l’uguaglianza, la diversità e l’inclusione”, e propone alcune sostituzioni: tu o loro al posto di lui o lei; persone o individui al posto di uomini o donne; colleghi al posto di signore e signori; genitore o tutore al posto di madre o padre; partner al posto di marito o moglie. In Francia sono arrivati ad abolire la Festa della mamma. La scuola elementare Yves Codou, nel comune di La Mole, ha celebrato la “festa dei genitori”. In Italia pensavamo di essere al riparo da questo delirio anglosassone, ma sui documenti degli under 14 è in vigore la dicitura “genitore 1 e 2”. La punta più avanzata di questa farneticazione culturale si trova negli asili di Stoccolma, dove si usa il pronome neutro “hen”. L’Università di Leicester è arrivata ad annunciare di volere rimuovere “I racconti di Canterbury” di Geoffrey Chaucer e altri classici della letteratura medievale per sostituirli con dei moduli su gender e razza. Non c’entra niente il rispetto dovuto alle persone transessuali. C’entra invece il condizionamento ideologico martellante, la proscrizione di un certo numero di parole di senso comune ormai giudicate ostili, l’obbligo di celebrare l’ideologia della diversità, tutti questi rituali pubblici. E non fanno bene alla democrazia.

 

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