La cometa Neowise passa su Stonehenge il 21giugno 2020, secondo il calendario gregoriano (foto Dan Kitwood/Getty Images) 

Che giorno è? Il nostro calendario e quelli degli altri

Enrico Cicchetti

Così gli umani misurano il tempo. Oggi quello gregoriano, introdotto dal papa 439 anni fa, è il calendario ufficiale di quasi tutti i paesi del mondo. Ma ce ne sono tanti altri, anche molto antichi. Alcuni hanno scopi religiosi e altri hanno scopi politici

Oggi, 439 anni fa, Papa Gregorio XIII approvava la bolla papale Inter gravissimas, che introduceva un nuovo calendario. Era il 24 febbraio 1582. Denominato in suo onore “gregoriano”, il calendario entrerà in vigore il 4 ottobre dello stesso anno. Chi andò a dormire quella sera fece, almeno sulla carta, un viaggio nel tempo: al risveglio era infatti venerdì 15 ottobre. Di colpo venivano cancellati 10 giorni. Il salto serviva ad aggiustare il calendario giuliano (promulgato da Giulio Cesare nel 46 a.C.) che nel corso dei secoli aveva accumulato un ritardo sull’anno solare. Dato che un anno effettivo dura circa 365 giorni, 5 ore e 48 minuti, nei secoli questo scarto aveva fatto cadere l’equinozio primaverile l’11 marzo, con un anticipo di 10 giorni. Ciò significava, ad esempio, che la Pasqua, che sarebbe dovuta cadere la prima domenica dopo il plenilunio di primavera, veniva spesso a cadere nella data sbagliata.

    

Oggi quello gregoriano è il calendario solare ufficiale di quasi tutti i paesi del mondo. I paesi protestanti resistettero inizialmente al nuovo calendario "papista" e vi si uniformarono solo in epoche successive: gli stati luterani e calvinisti nel 1700, quelli anglicani nel 1752, quelli ortodossi ancora più tardi. Le chiese ortodosse russa, serba e di Gerusalemme continuano tutt'oggi a seguire il calendario giuliano: da ciò nasce l'attuale differenza di 13 giorni tra le festività religiose "fisse" ortodosse e quelle delle altre confessioni cristiane. Tutt'ora paesi come Iran, Afghanistan, Eritrea, Etiopia, Nepal, India, Giappone, Corea del Nord, Bangladesh, Israele, Pakistan, Taiwan, Thailandia e Birmania accostano a quello gregoriano anche un calendario locale.

  

Il calendario ebraico

Il calendario ebraico è un calendario lunisolare, cioè calcolato sia su base solare sia su base lunare. L'anno è composto da 12 o 13 mesi a loro volta composti da 29 o 30 giorni. È un calendario usato nello stato d'Israele per stabilire le festività. Ma non è soltanto cerimoniale: i documenti pubblici e amministrativi e le carte d'identità israeliani riportano sia quello gregoriano sia quello ebraico. La legislazione civile israeliana permette l'uso indistinto di entrambi nei contratti e in qualsiasi tipo di documentazione e quello ebraico viene usato nella vita quotidiana dalla consistente quota di popolazione haredi al posto del gregoriano. La durata media dell'anno è di circa 365,2468 giorni: la deviazione rispetto all'anno solare medio è di circa 6 minuti e 39 secondi, quindi il calendario ebraico rimane indietro di un giorno rispetto all'anno solare ogni 216 anni circa.

   

Il calendario islamico

Il calendario islamico è lunare, parte dal venerdì 16 luglio 622 del calendario giuliano, in cui fu compiuta l'Egira da Maometto e si articola in 12 mesi lunari di 29 o 30 giorni. Nel calendario islamico il giorno inizia al tramonto, un anno dura 354 giorni e, circa ogni tre anni, un dì in più (355). Come in tutti i calendari lunari, l’anno si trova ad avere 11 giorni in meno rispetto all’anno solare, così che il primo giorno del primo mese del calendario islamico (muharram) slitta progressivamente all’indietro anticipando di 1 anno nell’arco di 33 anni. L’inizio dell’anno quindi può essere in tutte le stagioni (ecco perché il Ramadan può cadere in qualsiasi periodo dell'anno). Non è un calendario utile per l’attuale vita civile ed economica e oggi ha usi prevalentemente religiosi. In questo calendario siamo attualmente nel settimo mese dell’anno 1442.

 

Il calendario cinese

È lunisolare ed è stato usato in Cina fino al 1912, anno dell'abolizione. È composto da 12 mesi e anni lunghi 353, 354 o 355 giorni. Gli anni si contano seguendo un ciclo di 60 anni che si chiama Ganzhi. Fino al 1911 venivano contati partendo dal momento dell'ascesa al trono di ogni imperatore. Il conto inizia dall’invenzione del calendario, evento fissato al nostro 2637 a.C.: quello che noi chiamiamo 2021 sarebbe quindi l’anno 4718 secondo il calendario cinese. A ogni anno viene assegnato un nome composto da due parti: una radice celeste e un ramo terrestre (quello con gli animali, ormai piuttosto famoso anche in occidente). Il 12 febbraio 2021 (nel calendario gregoriano) è iniziato l'anno del bue.

  

Kevin Frayer/Getty Images 
    

Il calendario induista (o meglio i calendari induisti)

Chiamato anche Panchanga, è un antico sistema di calcolo del tempo. È davvero complesso. Tanto per cominciare ce ne sono almeno tre principali, con molte varianti regionali. Offre un metodo multidimensionale per strutturare il tempo, combinando informazioni sui giorni lunari, giorni solari, mesi lunari, mesi solari, i movimenti del sole e della luna in relazione alle costellazioni stellari e altri intervalli di tempo definiti astronomicamente. Il calendario nazionale indiano o calendario Saka, standardizzato nel 1957, rappresenta solo una delle tante varianti. 

   

Il calendario persiano

Noto anche come calendario di Jalal, è solare ed è utilizzato correntemente nell'Iran e nell'Afghanistan. Stabilisce quali sono gli anni bisestili non mediante una regola numerica, ma sulla base dell'osservazione dell'equinozio di primavera. È il più accurato fra quelli di largo uso: mentre il calendario gregoriano presenta un errore di un giorno ogni 3.226 anni, il calendario persiano necessita una correzione ogni 141.000 anni.

 

Calendari rivoluzionari

Anche le rivoluzioni cambiano i calendari. Nel 1792 i francesi adottarono un nuovo calendario, fatto di 12 mesi da 30 giorni, con settimane da 10 giorni e cinque o sei giorni extra alla fine di ogni anno. Fu fatto iniziare il 22 settembre 1792, giorno di proclamazione della Repubblica francese e cambiò anche il nome ai mesi. Ognuno richiama un aspetto del clima o di momenti importanti della vita contadina: vendemmiaio, brumaio, frimaio, nevoso, piovoso, ventoso, germinale, fiorile, pratile, messidoro, termidoro e fruttidoro. Restò in vigore sino al 31 dicembre 1805, ma fu riadottato per soli 18 giorni dalla Comune di Parigi del 1871.

 

Calendario repubblicano francese del 1794, disegnato da Philibert-Louis Debucourt (Bibliothèque nationale de France) 
  

È spesso un elemento di confusione per gli studenti di storia: la famosa rivoluzione d’ottobre è avvenuta a novembre. L’insurrezione guidata da Vladimir Lenin che portò alla creazione dell’Urss ebbe il suo culmine con l'assalto al palazzo d’Inverno nella notte tra il 7 e l’8 novembre 1917. Ma per il calendario giuliano utilizzato all’epoca in Russia era la notte tra il 23 e il 24 ottobre. Nel gennaio 1918, tre mesi dopo la Rivoluzione bolscevica, l'Unione Sovietica adottò il calendario gregoriano. Il giorno dopo il 31 gennaio 1918 fu il 14 febbraio 1918. Lenin firmò il decreto “sull’introduzione del calendario dell’Europa occidentale” alla fine di gennaio, per “stabilire in Russia un conteggio del tempo uguale a quello di quasi tutte le nazioni evolute”. Poi nel 1923 la formula per decidere quali anni centenari fossero bisestili fu ufficialmente modificata, ottenendo il Calendario rivoluzionario sovietico. In esso, tra gli anni divisibili per 100 sono bisestili solo quelli che divisi per 9 danno come resto 2 o 6. Il primo anno di discordanza con il calendario gregoriano sarebbe stato il 2800. Ma già dal 1940 il calendario sovietico fu abbandonato e si ritornò al gregoriano.

     

In Corea del nord nel 1997 venne introdotto ufficialmente il calendario Juche, basato sulla data di nascita di Kim Il-sung, il 15 aprile 1912. Tale anno di nascita rappresenta l'anno Juche 1 e il sistema funziona da qui in avanti, pur mantenendo i mesi e i giorni tradizionali del calendario gregoriano. 

    

I calendari dei popoli del nord Africa

Il calendario berbero in uso nelle regioni del Maghreb viene impiegato per regolare i lavori agricoli stagionali, al posto del calendario islamico che, non avendo alcun legame coi cicli delle stagioni dell'anno, è utile per calcolare le festività religiose ma si presta male a un uso civile. Deriva quasi certamente dal calendario giuliano, introdotto in Africa all'epoca della dominazione di Roma. Anche i Tuareg condividono molti elementi con i berberi del nord per quanto riguarda la divisione del tempo dell'anno e fanno riferimento a due cicli diversi, uno solare affine al calendario giuliano e uno basato sulla luna e di uso religioso. C'è poi il calendario copto, chiamato anche alessandrino, che è utilizzato dalla Chiesa copta ortodossa in Egitto e in Etiopia. Deriva dall'antico calendario egiziano, che fu riformato al tempo di Tolomeo III (Decreto di Canopo, 238 a.C.). È suddiviso in tre stagioni di quattro mesi. L'anno inizia il 29 agosto del calendario giuliano, che solitamente coincide con l'11 settembre nel calendario gregoriano. Il computo degli anni parte dal 284, anno in cui divenne imperatore romano Diocleziano, il cui regno fu segnato da torture e persecuzioni di massa nei confronti dei cristiani, specialmente in Egitto; per questo l'abbreviazione che accompagna l'anno copto è "A.M." (Annus Martyrum, anno dei martiri).

 

Gli altri

Ci sono poi molti calendari appartenuti a popoli antichi, come quello cosiddetto Maya, utilizzato dai popoli dell'America centrale precolombiana. Era complicatissimo, basato su più cicli di durata diversa ed è tornato alla ribalta nel periodo prima del 21 dicembre 2012, quando è finito il suo tredicesimo ciclo. Secondo alcune credenze e profezie si sarebbe dovuto verificare un evento di proporzioni globali, capace di trasformare in modo radicale l'umanità o di portare alla fine del mondo. Non è andata così, naturalmente. Anche i Celti avevano il proprio calendario. Dallo studio di quello gallico di Coligny, ritrovato nel 1897 in Francia, lo studioso J. Monard ipotizzò che fosse lunisolare. I calendari runici invece sembrano essere un'invenzione medioevale svedese. Erano scritti su pergamena o intagliati su doghe di legno, osso o corno. Erano perpetui e basati su un ciclo lunare di 19 anni. Il più vecchio almanacco runico, la "doga di Nyköping", è stato datato al XIII secolo, ma la maggior parte delle diverse migliaia di calendari di legno risalgono al XVI e XVII secolo. Durante il XVIII secolo i calendari runici ebbero un rinascimento e attorno al 1800 venivano fabbricati in forma di scatole da tabacco in ottone.

       

   

Aggiustamenti

Il calendario "perfetto" non esiste. Infatti possiamo calcolare con esattezza infinitesimale la lunghezza di un anno attuale, ma questa lunghezza non è costante su lunghi periodi. L'orbita terrestre, a causa dell'interazione con la gravità degli altri pianeti, cambia lentamente e la durata dell'anno varia di conseguenza. Inoltre, a causa dei fenomeni di marea, la rotazione terrestre sta rallentando e quindi la lunghezza del giorno, anche se di poco, aumenta. Negli ultimi decenni è entrato in uso l'inserimento, quando necessario, di un secondo aggiuntivo, in modo da mantenere sostanzialmente allineato il giorno astronomico con quello civile. Di questi aggiustamenti ne sono stati introdotti 27 dal 1972 al 2016. I secondi aggiuntivi alterano la durata media dell'anno gregoriano ma risultano accettabili per la maggior parte degli usi comuni dell'unità di misura del tempo.

   

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  • Enrico Cicchetti
  • Nato nelle terre di Virgilio in un afoso settembre del 1987, cerca refrigerio in quelle di Enea. Al Foglio dal 2016. Su Twitter è @e_cicchetti