Come amare la bolla
Noi, il Covid e nostre safety bubbles
Era la parola-virus dei mostri su Facebook. Ora è la metafora, o lo stile di vita, della nostra sicurezza. A scuola o con gli amici. Parole che cambiano, perché tutto è cambiato. Pure noi
I Flaming Lips sono un gruppo rock sgangherato e post psichedelico americano, ma il frontman Wayne Coyne, uno che aveva iniziato con la musica negli anni Ottanta rubando gli strumenti in una chiesa, ha avuto l’idea dell’anno: fare un concerto in presenza e Covid free mettendo se stessi e il pubblico dentro a bolle gonfiabili a grandezza umana. Ovviamente singole. Sicuri e distanziati. Nella bolla. E hanno fatto un concerto al Criterion di Oklahoma City, la loro città. Con un plus content di fantasia, per la performance avrebbero potuto provare un titolo ottimista e psichedelico: “Come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bolla”. Tra virus, vaccini e (molte) balle, the bubble ci ha già cambiati e forse ci salverà.
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- Maurizio Crippa
"Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.
E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"