La prima apparizione di tutto
Il progresso della scienza, la tecnica e l’ossessione dell’uomo di catturare “l’impronta del reale” da cui è nata la fotografia. Una mostra su William Henry Fox Talbot, il precursore. (E anche un po’ su Modena)
Aleister Crowley ebbe grande e oscuro successo, tra la Parigi e la Londra di inizio Novecento, come studioso di alchimia e cultore di magia nera, in una società da Belle Époque in cui l’occultismo e tutto ciò che aveva a che fare con la possibilità di accedere all’invisibile, magari tramite certi usi o abusi della fotografia, andavano di gran moda, a braccetto col progredire della scienza. A lui è ispirato, di prima mano, l’Oliver Haddo protagonista di Il Mago di Somerset Maugham, gustosa lettura estiva di Adelphi. In quegli anni magia e scienza, sperimentazione e occultismo non avevano ancora diviso per bene le loro strade. A metà Ottocento gli esprimenti di dagherrotipia entravano nelle sedute spiritiche, ancora nel 1920 scoppiò il caso molto mediatico, o meglio medianico, delle Fate di Cottingley – fotografie scattate da due cuginette nella campagna inglese in cui alcuni ritenevano fossero rimaste intrappolate delle creature fantastiche – che coinvolse persino Arthur Conan Doyle. Ma i maghi e le fate finiscono qui, è solo un preambolo sul clima d’epoca, sulle ossessioni latenti in ogni conquista della tecnica, prima di entrare nel vivo di una grande storia scientifica.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitaleLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioniOPPURE
- Maurizio Crippa
"Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.
E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"