Nick Cave contro il politicamente corretto, che ci vuole privare della complessità
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Bisognerebbe guardarlo a testa in giù il mondo per capirlo meglio, e così il mare diventerebbe il cielo, e sembrerebbe più profondo, più grande, se possibile. Poi bisognerebbe rialzarsi rapidamente, prendere la rincorsa e fissarlo da vicinissimo e da lontanissimo, dal mezzo. Bisognerebbe trovare ogni momento una prospettiva nuova per vedere come è fatto questo mondo, quanto è complesso: soltanto così si salvano le idee. Per Nick Cave, nella complessità sta tutta la forza dell’umanità, tutto ciò che rende il mondo straordinario e straziante, infinito e incompleto, ciò che ha permesso la sua storia, la sua letteratura, le sue idee. Il cantante australiano dal 2018 invia una newsletter che si chiama The Red Hand Files, in cui, oltre a parlare di musica, parla di se stesso, di idee, di pensieri, di filosofia. Risponde alle domande dei suoi fan lettori, anche a chi gli chiede del dolore per la morte di suo figlio Arthur o a chi gli domanda: “Cos’è la timidezza?”.
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