Il romanzo “è democrazia” dice Antonio Scurati, Premio Strega 2019

Con “M. Il figlio del secolo” lo scrittore conquista la LXXIII edizione. E sfata il mito del “fascismo buono”

Francesco Cocco

Il Premio Strega gli era sfuggito già due volte, di pochissimo, nel 2009 e nel 2014. Deluso, si era concentrato sul suo nuovo progetto, una trilogia sul fascismo e su Benito Mussolini: non un saggio storico, ma un romanzo, in cui però Antonio Scurati voleva che ogni dialogo, ogni dettaglio si basasse su fatti storici appurati. Così è nato “M. Il figlio del secolo”, edito da Bompiani. Un successo di pubblico e di critica – seppure fra qualche inevitabile polemica – immediato. Scurati ha prevalso con ampio margine su Benedetta Cibrario ("Il rumore del mondo", Mondadori) e sugli altri tre pretendenti: Marco Missiroli, Nadia Terranova, Claudia Durastanti.

  

  

“Dedico questo libro agli italiani che prima furono sedotti e poi oppressi dal fascismo e a quelli di loro che successivamente  trovarono il coraggio di combatterlo. Insieme, lo dedico ai giovani di oggi a cui auguro di non rivivere ciò che gli italiani vissero allora”, risponde ai giornalisti Scurati. Dice di aver scelto la forma del romanzo perché più popolare, rispetto a un saggio storico: il romanzo “è democrazia”, afferma lui. Rivela di essere già a buon punto con la seconda puntata della trilogia, e conferma che ne verrà tratta una serie tv che sarà girata “da un regista di fama mondiale”. Ricorda che fu proprio Benito Mussolini a inventare i termini e i concetti di “casta” politica e antipolitica, aizzando il discredito sul presunto “vecchiume” precedente; e che il fascismo si servì della violenza fin dai suoi albori, intimidendo, bastonando, uccidendo. “Non è altro che una leggenda l'idea che il fascismo in origine avesse degli ideali e sia degenerato solo in un secondo momento, che Mussolini sia stato tradito”, chiarisce Scurati.