Una manifestazione degli ortodossi serbi a Belgrado lo scorso gennaio (Foto LaPresse)

Il piano di Putin per dividere il liberalismo dal cristianesimo

Luca Diotallevi

L'incontro tra le due culture ha dato vita a valori irrinunciabili, come il mercato e la democrazia. Il presidente russo ha sopravvalutato le proprie forze

Dalle pagine del Financial Times Vladimir Putin ha lanciato un missile di quelli pesanti. Occorre star bene attenti al fatto che si tratta di missile a testata multipla, altrimenti la difesa è inefficace. “Il liberalismo è obsoleto” è solo la prima testata. La seconda testata è destinata a colpire ancora più in profondità.

 

Putin traccia una linea, divide in due il campo. Da una parte mette il liberalismo, dalla parte opposta la religione cristiana; la libertà da una parte, il cristianesimo dall’altra. Questa seconda è la testata destinata a fare i danni più grandi. Se non intercettata e deviata, essa rischia di colpire non uno, ma due obiettivi. È destinata a colpire il cuore del liberalismo e a tagliare mani e piedi al cristianesimo. La direzione di questa seconda testata è l’intreccio che dà vita e che continuamente restituisce forza alla battaglia per la dignità e la libertà umana. La libertà essendo la prima e principale manifestazione della Grazia.

 

L’obiettivo della seconda testata del missile di Putin svela la ricetta che sovranisti e populisti di tutto il mondo, di destra e di sinistra, stanno applicando alla lettera. Attaccare al cuore il cristianesimo come potente dispositivo capace di evitare la ecclesiasticizzazione dello stato e la statizzazione della chiesa, così scriveva il ventisettenne J. Ratzinger (“Ratzinger”: avete letto bene! Citare Paolo VI sarebbe stato fin troppo facile…). Putin attacca il cristianesimo dall’interno, offrendo “rosari e santini” come “perline e specchietti” al clericalismo debole e al populismo religioso, a quel voyeurismo del sacro che ignora gli altari e bivacca nelle sagrestie.

  

 

Per il principale funzionario del Kgb sovietico ancora in servizio permanente effettivo, Putin, la strategia è quella di sempre: inaridire il liberalismo, recidendo i suoi eventuali ganci in Cielo, e segare al cristianesimo i piedi con cui percorre la Terra. E se per far questo serve spezzare l’anima alla Russia, che la si spezzi pure: gettare via Dostoevskij e tenersi imbalsamato il solo Tolstoj. Il rapporto tra cristianesimo e libertà, tra religione cristiana e liberalismo corre a un livello profondo. Il clerico-fascismo fu la abietta deviazione di una frangia e così il catto-comunismo. La seconda botta di Putin mira in profondità, mira a marcire il cuore e i polmoni che vivificano cristianesimo e liberalismo. Perché è al cuore del cristianesimo che Grazia e libertà si connettono. La grazia è innanzitutto dono di libertà, la libertà è l’unica condizione per l’unico tipo di obbedienza degno di esser detto cristiano. In nessun altro luogo della storia come in una Città libera da poteri assoluti, in una “società aperta”, la chiesa può svolgere la propria missione e i credenti seguire Gesù, lì come in nessun altro luogo le umane tutele di ogni coscienza sono alte ed efficaci.

 

Dall’intreccio di cristianesimo e liberalismo, complice il diritto romano (non codificato), è nata una scienza non dogmatica, il mercato (cfr. Centesimus annus di Giovanni Paolo II), la famiglia, la democrazia, tutte cose di cui a ragione Putin ha tanto timore. Che queste istituzioni abbiano un appeal anche al di fuori del luogo in cui sono nate, dice che quell’intreccio non è una zavorra, ma una matrice di.

 

A De Tocqueville bastò un viaggio negli Stati Uniti per capire che la democrazia aveva al cuore quella combinazione di “spirito di religione e spirito di libertà” che il confessionalismo e la laicità giacobina avevano negato. Il Toleration Act inglese (1698), il Primo emendamento alla costituzione americana (1791) e il Vaticano II (Dignitatis humana 1965) vedranno cristianesimo e liberalismo convergere nel riconoscimento che la libertà religiosa è il presidio di ogni libertà, sia individuale che collettiva.

 

Battersi per difendere l’intreccio tra religione cristiana e liberalismo è un obbligo per i cattolici ed è stato riconosciuto come tale anche da non credenti (basti pensare a Thomas Jefferson). Ascoltiamo ancora Benedetto XVI mentre parla alla Westminster Hall di Londra dei “passi decisivi per porre dei limiti all’esercizio del potere”. “La Gran Bretagna è emersa come una democrazia pluralista, che attribuisce un grande valore alla libertà di espressione, alla libertà di affiliazione politica e al rispetto dello stato di diritto (lett. rule of law!), con un forte senso dei diritti e doveri dei singoli, e dell’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. La dottrina sociale cattolica, pur formulata in un linguaggio diverso, ha molto in comune con un tale approccio”.

 

L’eucarestia è memoriale di un Crocifisso che delegittima e sconfigge i troni e le potestà, i principati e le dominazioni di questo mondo. È anticipo e certezza del compimento della vittoria su ogni sovranità. E’ forza per affrontare e continuare la lotta, interiore e civile allo stesso tempo: lotta per la pienezza della libertà. Putin ha scelto bene il proprio nemico, ma forse ha sopravvalutato le proprie forze.

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