Il cantante degli U2 Bono Vox (foto LaPresse)

Infelicissima Irlanda, ha sostituito i suoi santi con gli U2

Giulio Meotti

“Era l’isola che ha salvato la civiltà dai barbari, oggi l’incanto è in caduta libera. I giornalisti pensano tutti allo stesso modo, i vescovi tacciono, chi dissente è isolato e sui pulpiti sono salite le corporation e le celebrità”. Intervista allo scrittore John Waters

“Penso che il ‘Secondo Avvento’ di William Butler Yeats spieghi bene quello che stiamo vivendo”. E John Waters recita i celebri versi del poeta irlandese, premio Nobel per la Letteratura: “Il falco non può udire il falconiere, le cose si dissociano, il centro non può reggere, la pura anarchia si rovescia sul mondo, i migliori hanno perso ogni fede e i peggiori si gonfiano d’ardore appassionato”.

Nel referendum irlandese sull’aborto, che ha eliminato la clausola a protezione della vita umana introdotta in Costituzione nel 1983, nessuno si è battuto come John Waters a difesa di quel codice. Scrittore, drammaturgo e giornalista già sposato alla cantante Sinead O’Connor, John Waters si siede per parlarne con il Foglio. Per lui è stata una rivoluzione, uno “spartiacque di civiltà”. Dopo il voto, il premier irlandese Leo Varadkar ha già detto che presto anche gli ospedali cattolici saranno costretti dalla legge a eseguire aborti.

 

Nessuno si è battuto come John Waters al referendum sull’aborto: “Quella clausola dava protezione agli esseri umani più indifesi”

I Romani individuarono quest’isola dalle coste inglesi e la battezzarono Hibernia. In quel nome era emblematicamente rappresentata la diffidenza e il timore per una terra che un lungo braccio di mare tempestoso separava dall’ultimo lembo dell’impero. L’isola nel Medioevo era divisa in piccoli regni a economia agricola e pastorale, non c’erano città né monete e la scrittura era limitata a mere iscrizioni epigrafiche. Furono i monasteri a creare e diffondere cultura. Nacque così il mito dell’Irlanda che aveva “salvato la civiltà”. Oggi quell’Irlanda fatata di alberi incantati e tradizioni ha lasciato il passo a un’isola in cui è come se tutto appartenesse al futuro.

 

“Direi che l’Irlanda è stata sconvolta, squilibrata, in gran parte a causa della propaganda sul significato del ‘progresso’ usato per assalire una popolazione che, essendo postcoloniale, era molto suscettibile all’idea che avesse bisogno di dimostrarsi moderna”, ci spiega John Waters. “Il pretesto era l’idea dei ‘casi difficili’, come lo stupro o situazioni marginali in cui c’era un conflitto tra i diritti del bambino e della madre, ma in realtà era quasi del tutto falso. Se desideri visitare un luogo in cui i sintomi della malattia del nostro tempo si trovano ai lembi più estremi, vieni in Irlanda. Qui vedrai una civiltà in caduta libera. Per la prima volta nella storia, una nazione ha votato per privare il nascituro del diritto alla vita. Le vittime di questa terribile scelta saranno le più indifese, quelle prive di voce. Questo è il verdetto ponderato del popolo irlandese, non un editto delle élite, imposto da un decreto parlamentare o giudiziario. Quando gli è stata data l’opportunità di agire per proteggere coloro che erano meno in grado di difendersi, gli irlandesi hanno mostrato il pollice in giù. Ci sono molti aspetti del volto che l’Irlanda attualmente presenta al mondo e che si disintegra a un esame più attento: l’economia moderna in pieno recupero dopo il crollo del 2008, il paradiso della tolleranza implicito nel voto del 2015 sul matrimonio, l’isola super-razionale altamente istruita che ha sostituito con successo i santi e gli studiosi del passato con gli architetti di software e gli analisti di sistema del futuro. In nessun luogo la carenza è più visibile nelle questioni della religione. Questo purtroppo include la questione dell’aborto, che non è nel senso normale una questione ‘religiosa’, ma che si riferisce ai diritti più fondamentali del più innocente e vulnerabile degli esseri umani. E prima siamo stati preceduti dall’avvento di una visione ideologica della famiglia e della genitorialità che ha cercato di negare la validità della biologia e dell’antropologia umana come sono state intese per migliaia di anni”.

 

“Un perfetto ‘paese laboratorio’: piccolo, post-coloniale, suscettibile al ricatto emotivo. E il fatto che fossimo cattolici ha aumentato l’offensiva” 

 

Durante il referendum sul matrimonio il capo della sezione irlandese di Twitter disse che votare a favore delle nozze gay avrebbe migliorato “la reputazione irlandese nel mondo”. “Anche la recente controversia sull’aborto è stata presentata come una lotta tra l’oscurantismo religioso e il progressismo illuminato, senza prendere in considerazione il fatto che la situazione di un bambino nel grembo materno possa beneficiare della moderna tutela dei diritti umani”, continua Waters. “E’ stata rappresentata come una vittoria sulla chiesa, ma in realtà, a parte una manciata di chierici e una coppia dei vescovi, la chiesa non ha combattuto. E’ una battaglia per imporre la volontà del mondo a una cultura che semplicemente ha visto le cose in modo diverso. L’Irlanda ha l’abitudine di arrivare tardi, ma poi di fare il primo passo”.

 

“Gli architetti dei software e gli analisti dei sistemi sono i nuovi idoli di questa isola super-razionale che si deve mostrare ‘moderna’”

In trent’anni, questa nazione è passata col 67 per cento dei consensi dall’inserire una radicale clausola pro life nella Costituzione, quando tutti i paesi europei approvavano legislazioni contrarie, alla sua abrogazione con una schiacciante maggioranza opposta. Cosa è successo? “Era inevitabile”, prosegue Waters. “Ci siamo battuti, nel mio caso almeno per poter dire di aver resistito. Ma non si può resistere alle interferenze esterne e ai livelli di corruzione interna. Quindi è importante capire che questo non ha nulla a che fare con la ‘crescente illuminazione’ nel corso degli ultimi trentacinque anni. In realtà ha a che fare con il crescente indebolimento della cultura del mio paese sotto il logoramento della propaganda e del giornalismo corrotto. I giornalisti si sono semplicemente rifiutati di spiegare al pubblico cosa fosse in gioco in questo referendum. Ad esempio, nessuno a parte me in una serie di incontri pubblici e in video per YouTube ha cercato di spiegare che, in un certo senso, la modifica o la soppressione dell’articolo 40.3.3 non faceva alcuna differenza legale o pratica. L’abrogazione dell’articolo 40.3.3 significava che il popolo aveva scelto di rendere di nuovo ‘invisibili’ o, nel linguaggio giuridico, ‘non enumerati’, i diritti che un precedente elettorato aveva scelto di rendere visibili e di enumerare”.

 


 

Una manifestazione per il sì durante la campagna sul referendum sull'aborto in Irlanda (foto LaPresse) 


 

Ma non sembra ci sia stato un vero dibattito. “Ovviamente no” continua Waters. “Quasi il cento per cento dei giornalisti irlandesi non si limita a sottoscrivere le stesse opinioni, ma vede l’applicazione di tali opinioni come l’elemento principale del loro lavoro. O, per essere più precisi, distillano un programma ideologico imposto, generato dall’esterno. Sono quelli che il marxismo chiamava ‘utili idioti’, ma come giornalisti sono peggio che inutili. Sono tutti educati negli stessi college, tutti lanciano gli stessi slogan e si uniscono tutti alla stessa folla con un clic per attaccare chiunque osi dissentire”.

 

“E’ il crescente indebolimento della cultura del mio paese sotto il logoramento della propaganda e del giornalismo corrotto”

Parlare di questi temi costa, in termini personali. “Avevo deciso di restare fuori dal referendum sull’aborto” ci racconta Waters. “Ero preoccupato per il tipo di abuso che avevo subito prima, quando era diventato impossibile per me camminare per strada senza preoccuparmi per mia moglie, per mia figlia, per la mia famiglia. Ma quando ho visto che la chiesa stava di nuovo pianificando di non parlarne, ne ho parlato con mia moglie e abbiamo deciso che dovevo essere di nuovo coinvolto. Lo faccio perché così pochi sono disposti ad alzarsi in piedi. Questo non è il mio terreno naturale. Non sono un conservatore naturale. Penso spesso che, come scrittore, dovrei fare altre cose che combattere le battaglie fondamentali che spetterebbero a vescovi, cardinali, papi, politici, giudici e avvocati, ma ovviamente quando tutti questi hanno gettato la spugna non posso ignorare quello che sta succedendo, non posso non provare a montare una resistenza, ovviamente senza successo. Il corpo delle mie amicizie ora assomiglia un po’ alla predizione che fece anni fa il cardinale Ratzinger. Disse che la chiesa sarebbe diventata più snella e più forte. Bene, il corpo dei miei amici è diventato più magro, certo, ma è diventato anche più forte”.

Chi altro si è speso nella stampa irlandese? “Soltanto due: David Quinn del Sunday Times e Breda O’Brien dell’Irish Times”.

 

“La quasi totalità dei giornalisti irlandesi, tranne due, vede l’applicazione dell’ideologia nel proprio lavoro come una missione”

Si parla di un ruolo decisivo del big business al referendum. “Le corporation sono i nuovi colonizzatori dell’Irlanda” incalza Waters parlando col Foglio. “Vengono nel mio paese per evadere le tasse e poi cercano di dire al governo come questo paese dovrebbe essere. Le celebrities sono solo degli idioti più utili. La celebrità è una forma di potere, un mezzo di scambio. La celebrità è la ricchezza accumulata nel perseguimento di un’attività che attrae l’approvazione del pubblico in misura sproporzionata alla sua utilità sociale. I media usano le celebrità per vendere copie, ma la restituiscono alla celebrità come una sorta di credito nella cooperazione con i suoi programmi. Cooperare ideologicamente consente invece alla star di accumulare crediti per la giornata piovosa. Questo è il motivo per cui le celebrità si schierano per sostenere cose come l’aborto e il matrimonio gay, perché possono prolungare i loro anni di esposizione pubblica. A osservare alcune di queste persone che saltellano in giro durante le photo opportunity si potrebbe pensare che stiano partecipando a una raccolta fondi per un orfanotrofio. Invece, stavano aggiungendo il peso della loro fama e influenza a un’iniziativa per distruggere i diritti dei bambini nella fase più vulnerabile della loro esistenza. Credo che, presi da soli o separatamente, nessuno di loro avrebbe fatto molta differenza. Ma la propaganda funziona a ondate, creando l’impressione che un’idea sia già accettata in modo schiacciante. Da qui l’affermazione di The Edge (il cantante, ndr) secondo cui votare sì era ‘la cosa più intelligente da fare’. Questo è a mio parere un abuso del potere della celebrità, che dovrebbe muoversi nella direzione opposta, essere dubbiosa, difficile, riluttante, imbarazzata. E’ invece incredibilmente banale e patetica. Questa è una cosa totalmente nuova e praticamente rende impossibile sfidare qualsiasi idea che sia stata approvata dalle celebrità, specialmente ora che il web rende così facile manipolare elezioni e referendum. Mi sono sentito così disgustato dalla sfilata di celebrità – nazionali e internazionali – che si sono schierate dalla parte della recente campagna referendaria, tra cui una band con la credibilità e – fino ad allora – il peso morale degli U2. E non c’è niente di coraggioso in questo. Al contrario, è il pensiero di gruppo. E’ tempo di dire a questi narcisisti: ‘Per favore, lasciateci in pace a governare la nostra civiltà in accordo con i nostri valori’”.

 

“Non sono un conservatore, ma quando ho visto che anche i cardinali avevano gettato la spugna ho deciso di intervenire”

Il Catholic World Report cita un sondaggio dell’Irish Times secondo il quale tutte le fasce di età comprese tra i 18 e i 64 anni hanno votato a grande maggioranza per il Sì. Tuttavia, il 93 per cento della scuola primaria nella Repubblica Irlandese è controllata dalla chiesa cattolica. Ancora più sorprendente è stato l’exit poll condotto dall’emittente statale Rté, la quale ha stimato che un terzo dei cattolici praticanti abbia votato Sì alla rimozione dell’ottavo emendamento. Per questo c’è chi ha scritto che il referendum ha sancito la “morte del cattolicesimo”.

 

“Sì, il cattolicesimo è finito in Irlanda, ma non per le ragioni che i media irlandesi dicono costantemente a tutti”, ci dice John Waters. “La ragione per cui il cattolicesimo è finito in Irlanda è che è stato reso implausibile dal modo in cui è stato insegnato e presentato per molti decenni. Il risultato è che la fede ha iniziato a morire. Questo è il significato degli scandali degli abusi sessuali, che hanno dato un perfetto alibi a coloro che avevano già perso ogni convinzione. Ora potevano dire che si stavano allontanando dalla chiesa a causa degli abusi sessuali. Così ora le persone – specialmente i più giovani – si sentivano legittimati a dire: ‘Non vogliamo avere nulla a che fare con questi pervertiti!’. Ma il quadro è distorto dalla vigliaccheria della

“Quella sera ballavano, saltellavano, piangevano, intrattenuti dai gruppi musicali.E’ l’epitaffio della mia casa”

maggior parte dei vescovi e dei preti, che ora cercano di conformarsi alle condizioni ideologiche della cultura per salvarsi la pelle. La gente pensa: ‘I vescovi non sembrano più preoccupati per bambini non ancora nati, quindi forse mi sbaglio nel pensare che ci sia qualcosa di male nell’ucciderli’. Questo è il grosso problema: il cane non abbaia. Che senso ha avere un cane da guardia se si rifiuta di abbaiare? Quindi, sì, il cattolicesimo è finito in Irlanda, e in questa fase si potrebbe anche aggiungere che non sarà una grande perdita, visto dove è arrivato. Ci sono 27 vescovi in ​​Irlanda e solo un paio di loro hanno fatto un tentativo di parlare in difesa del nascituro, intendo in modo coerente con la gravità del problema. Molti di loro non hanno fatto niente o hanno emesso lettere pastorali sinuose che quasi nessuno ha letto. E’ stato lasciato ai laici il compito di combattere il governo e le sue squadre di mitragliatori, e naturalmente quelli di noi che hanno cercato di combattere lo hanno fatto con le mani legate perché era possibile per i nostri avversari dire che ‘i vescovi sono più compassionevole di te, si preoccupano delle donne, mentre tu no’. E il Papa non ha detto nulla. Questo è un Papa che scrive encicliche sulla natura, ma che non riesce a trovare parole in difesa del nascituro in Irlanda nel momento più critico della storia del paese da quando, un secolo fa, ha raggiunto l’indipendenza. E ora propone di venire in Irlanda, per l’incontro mondiale delle famiglie, ad agosto. Chiaramente, non ha senso avere un incontro sulle famiglie in un paese che ha appena votato – per la prima volta nella storia – per annullare il diritto alla vita”.

 

“Tutte queste celebrità, così banali e patetiche, sono degli ipocriti che si schierano per poi riscuotere quando arrivano i giorni di pioggia”

Lei ha scritto che questo voto è uno spartiacque per la civiltà occidentale. In che senso? “A livello immediato, bisogna dire che l’Irlanda è tatticamente, dal punto di vista delle ideologie che spingono questi programmi, molto più significativa di quanto le sue dimensioni potrebbero suggerire”, prosegue John Waters. “Il fatto che sia stato un paese cattolico è molto importante per loro, perché possono usare l’acquiescenza dell’Irlanda per spingere i loro programmi in modo più forte che altrove. E l’Irlanda, così piccola ed elettoralmente compatta, è molto facile da manipolare attraverso la propaganda e la frode elettorale. Ma c’è una questione più profonda e vitale che dovrebbe preoccupare il mondo intero, ed è il fatto che questo è stato davvero un banco di prova nella campagna per distruggere la legittimità della legge naturale in Irlanda, e quindi accelerare la sua distruzione ovunque. La legge naturale è ciò che protegge i diritti fondamentali degli esseri umani di tutti i tipi, proprio perché mette questi diritti fuori dalla portata degli stessi esseri umani, riconoscendo che essi derivano da una fonte più elevata. Questo è il motivo per cui venerdì 25 maggio in Irlanda è stato un momento senza precedenti nella storia umana: il giorno in cui un popolo ha votato sui diritti di una categoria dell’umanità all’interno dei propri ranghi. Questo non era mai successo prima. Ci sono stati un paio di voti minori altrove sull’aborto in passato, ma niente del genere. Ciò che veniva chiesto agli elettori irlandesi era se fossero disposti a togliere al non nato la protezione legale. Quel testo rappresentava una sorta di impegno, di riconoscimento, di qualcosa di fondamentale: l’idea che lo stato e la società irlandesi si impegnassero per difendere la vita dei più innocenti. Non era lo stesso che estendere o conferire questi diritti, da qui la confusione. Non c’è – non ci potrebbe essere – alcuna base legale, costituzionale o morale per chiedere al popolo irlandese se possa o meno rinunciare al diritto fondamentale alla vita di una parte dell’umanità in Irlanda. E il popolo irlandese non aveva il diritto di prendere una tale decisione. Il governo irlandese ha usato trucchi, bugie e schermaglie per nascondere questa realtà al pubblico, naturalmente con la connivenza degli utili idioti dei media. Sono diritti che non derivano dalla legislazione umana, e quindi non possono essere annullati da tribunali, parlamenti o urne. C’è una buona ragione per questo, come scrive CS Lewis in ‘The Abolition of Man’, quando l’uomo abolisce Dio non finisce in una situazione in cui tutti gli uomini diventano dèi, ma alcuni uomini arrivano a dominare i molti. Il tenore della competizione è stato così nauseante che le parti più profonde della mia psiche avevano cominciato ad anticipare questo risultato; ‘Walk your Dog for Repeal’; ‘Agricoltori per il Sì’; ‘Nonni per l’abrogazione’, che avrebbe dovuto essere ‘Nonni per non avere nipoti’. E’ stato un carnevale. Oggi, l’Irlanda balla sulle tombe dei bambini. Il giorno del voto, i media ci hanno regalato una foto del nostro Taoiseach (capo del governo, ndr), Leo Varadkar, che ha lasciato cadere il suo voto nell’urna sotto il titolo: ‘Tutti i ragazzi votano Sì’. E’ l’epitaffio del paese in cui sono cresciuto, l’unico che ho dovuto chiamare casa, questa terra antica. Il sabato sera nel cortile del castello di Dublino migliaia di cittadini ballavano, saltellavano, piangevano, urlavano, intrattenuti dal gruppo musicale Voices 4 Repeal. Ciò che era imperdonabile era che questo silenzio si estendesse ai pulpiti. L’associazione dei sacerdoti cattolici, una sorta di sindacato teologico-ideologico, è intervenuta per criticare una tendenza minore dei sostenitori della vita durante le messe. Per anni, le persone all’estero mi hanno preso in giro sull’Isola dei santi e degli studiosi… Mi chiedevano quando ci saremmo decisi a inviare loro più monaci… Di solito stavano solo scherzando, la scala della disintegrazione dell’Irlanda non è completamente compresa al di fuori delle sue coste. E, ancora una volta in questo contesto, l’Irlanda si propone come un perfetto ‘paese laboratorio’ per spingere questa iniziativa, perché è piccola, post-coloniale, molto suscettibile a suggestione e ricatto emotivo. L’attacco al diritto alla vita del bambino nel grembo materno è solo l’inizio. In seguito avremo un tentativo di diluire la natura assoluta dei diritti delle persone nate. Inizieranno a scegliere le varie categorie: il vecchio, il malato, il disabile, il depresso e così via. Non era mai successo in qualsiasi parte del mondo che l’aborto venisse considerato un ‘diritto umano fondamentale’. Nemmeno gli Stati Uniti, che hanno l’aborto da 45 anni e lo hanno usato per uccidere circa 60 milioni di cittadini, hanno osato spingersi così lontano. Se dovessi suggerire pubblicamente la logica del nostro referendum è che potrebbe consentire in futuro all’elettorato irlandese di votare la possibilità che i barboni vengano semplicemente portati via e sterminati. Il problema è che i diritti delle persone devono essere protetti da qualcosa di più della cultura, e ciò che sta accadendo ora sembra essere la conseguenza sottile di un cuneo positivista che probabilmente ci porterà in un luogo piuttosto oscuro. Gli elettori sono diventati Ponzio Pilato o, addirittura, più precisamente, la folla che urla per Barabba”.

 

“Non era mai successo prima in occidente che un popolo fosse chiamato a decidere della protezione di una categoria di esseri umani”

Conclude Waters: “Nel suo libro ‘Come l’irlandese ha salvato la civiltà’, Thomas Cahill scrive che ‘l’Irlanda, una piccola isola ai confini dell’Europa che non ha conosciuto né il Rinascimento né l’Illuminismo, ha avuto un momento di gloria senza macchia. Perché, mentre cadeva l’Impero romano, mentre tutta l’Europa si arruffava, i barbari scendevano sulle città romane, saccheggiavano artefatti e bruciavano libri, gli irlandesi intraprendevano il grande lavoro di copiatura di tutta la letteratura occidentale, di tutto ciò su cui potevano mettere le mani. Questi scribi servirono allora da condottieri attraverso i quali le culture greco-romana e giudaico-cristiana furono trasmesse alle tribù d’Europa insediate tra le macerie e le vigne in rovina della civiltà che avevano sopraffatto’. Gli irlandesi di oggi hanno maggiori probabilità di essere tra i saccheggiatori e i distruttori di libri, i barbari che non apprezzano nulla se non ciò che è conveniente. Ora guidiamo coloro che distruggono i resti di una civiltà. Siamo passati dall’essere un’isola di santi e scribi a un’isola di nichilisti e narcisisti”.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.