La comunità ebraica di Roma rilancia Shalom

Giulio Meotti

Il giornale è nato nel 1967 per combattere la delegittimazione di Israele. Ruben Della Rocca: “L’informazione ebraica ha necessità di evolvere i propri sistemi di comunicazione e arrivare con immediatezza a dare risposte e notizie 'corrette'”

Roma. All'indomani della Guerra dei Sei giorni del 1967, la comunità ebraica di Roma sentì la necessità di dotarsi di uno strumento di informazione che raccontasse non soltanto la realtà della più grande e antica comunità ebraica italiana e della Diaspora, ma che facesse fronte anche alla micidiale delegittimazione esplosa contro Israele. Nacque così Shalom, il magazine fondato da Lia Levi e Luciano Tas e oggi diretto da Giacomo Khan.

 

Una rivista che adesso passa attraverso un ambizioso rilancio e restyling delle sue firme, della sua grafica e dei suoi contenuti. Ne parliamo com Ruben Della Rocca, vicepresidente della comunità ebraica di Roma con delega alle comunicazioni. “Più che di rilancio parlerei di uno Shalom che, al 51esimo anno di età, aggiorna il suo sistema di comunicare con i propri lettori, iscritti alla comunità ebraica di Roma e non, ebrei e non ebrei, e lo fa non solo attraverso il magazine, rinnovato nella sua veste grafica, ma anche attraverso una versione on line quotidiana e attraverso i suoi social, che ci permetteranno di essere sempre più immediati e diretti nei confronti del nostro pubblico affezionato. La peculiarità di Shalom e la sua longevità sono figlie dell’autorevolezza con la quale è stato raccontato per oltre mezzo secolo il mondo ebraico e il suo rapportarsi con gli altri mondi e la coerenza con la quale ha presentato e dibattuto le questioni ebraiche e il suo prodigarsi per una informazione corretta riguardo a Israele, cosa che purtroppo in questi ultimi decenni è spesso mancata da parte dei media, nazionali e stranieri”.

 

Di Shalom si parlerà anche il 27 giugno nell'ambito del Festival internazionale di cultura ebraica a Roma. “L’informazione ebraica, in un mondo come quello dei media, troppo spesso dominato dalle fake news e da un pregiudizio figlio di un odio viscerale nei riguardi degli ebrei e di Israele, ha necessità di evolvere i propri sistemi di comunicazione e arrivare con immediatezza a dare risposte e notizie 'corrette'” prosegue Della Rocca. “Non a caso questa innovazione parte da Roma, il luogo dove vivono più della metà degli ebrei italiani e la città dove vive la più antica comunità della diaspora e non a caso è proprio Shalom, con la sua storia, ad essere portabandiera nazionale di questa innovazione”. Dalla decisione americana di spostare a Gerusalemme l'ambasciata alla crisi al confine di Gaza, si è visto come molti media abbiano ormai un pregiudizio radicale e radicato nei confronti di Israele. “La situazione non è delle migliori e la domanda sarebbe da  girare a quegli addetti all’informazione, atavicamente antisionisti che 'mascherano' il loro odio antiebraico dietro le 'critiche legittime allo Stato di Israele', salvo giungere poi alle conclusioni estreme riguardo il metterne in dubbio il diritto alla sua esistenza o a lanciare idee di boicottaggi di varia natura che sono figli del retaggio nazifascista del 1938. L’antisemitismo è una piaga difficile da estirpare e l’antisionismo ne è la forma moderna e con questo l’informazione ebraica deve fare i conti quotidianamente. Per questo Shalom è e sarà sempre in prima linea, assieme ad altri esempi virtuosi di testate come il Foglio, nel fornire un’informazione giusta ed equilibrata ai proprio lettori ed ai propri followers sui social”.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.