Nassim Taleb (foto LaPresse)

Il Cigno nero è tornato. Nassim Taleb contro gli “intellettuali eppure idioti”

Giulio Meotti

“Il suicidio dell’occidente? I pazzi nelle accademie”

Roma. Un anno prima del crac di Lehman Brothers che scatenò la pandemia finanziaria globale, Nassim Taleb pubblicò il “Cigno nero”, un libro in cui spiegò che si possono verificare eventi immani con una probabilità statistica minima. Sono i cigni neri che appaiono dopo i tanti cigni bianchi. Da allora, questo trader ed economista di origini libanesi che vive negli Stati Uniti si è fatto una fama mondiale. Il che non gli ha impedito di tirare fuori un nuovo libro, Skin in the game, per Random House, in cui attacca quello che definisce “IYI”. Intellectual Yet Idiot. Intellettuale eppure idiota.

 

Su Twitter, Taleb ogni giorno sventra il politicamente corretto e il libro è un manifesto contro l’intellighenzia, “illusa, mentalmente sballata, che non risponde mai per le proprie azioni”. Ovvero colui che, dopo aver dispensato pessimi consigli, “continua a vivere nella sua casa termoregolata con due auto nel garage, un cane, un’area giochi, un giardino senza pesticidi per i suoi iper protetti 2.2 bambini”. Questo il consiglio di Taleb: “Non prestate attenzione a ciò che la gente dice, ma solo a quello che fa e a quanto della propria pelle sta mettendo in gioco”. Skin in the Game.

 

Taleb attacca lo psicologo evoluzionista Steven Pinker (Taleb non è d’accordo sul fatto che la società sia diventata meno violenta) e scortica l’accademia, che sostiene avere una tendenza (in particolare nelle scienze sociali) a “un gioco rituale autoreferenziale”. “Se dici qualcosa di folle, sarai considerato pazzo”, scrive Taleb. “Ma se con ventimila persone crei un’accademia e dici cose folli accettate dal collettivo, ora avrai una peer reviewing e potrai avviare un dipartimento in un’università”.

 

Eccoci all’Intellectual Yet Idiot: “Ha sbagliato, storicamente, su stalinismo, maoismo, Ogm, Iraq, Libia, Siria, lobotomie, pianificazione urbana, diete a basso contenuto di carboidrati, grassi, freudianesimo, sciroppo di mais ad alto fruttosio, salafismo, progetti abitativi, geni egoisti, modelli di previsione elettorale. Ma è ancora convinto che la sua posizione sia giusta”.

 

Una sezione del libro è dedicata all’islam. “Mi trovavo a una cena, del tipo in cui devi scegliere tra il risotto vegetariano e l’opzione non-vegetariana, quando mi sono accorto che il mio vicino aveva il piatto sigillato da un foglio di alluminio. Era ultra-kosher. Non gli dava fastidio sedere con i mangiatori di prosciutto, che mischiavano burro e carne negli stessi piatti. Voleva solo essere lasciato in pace a seguire le proprie preferenze. Per ebrei e minoranze musulmane come sciiti, sufi e (vagamente) drusi e alawiti, l’obiettivo è essere lasciati in pace. Ma se il mio il vicino fosse stato un salafita sunnita, avrebbe chiesto che fosse l’intera stanza a mangiare halal. Forse l’intero edificio. Forse l’intera città. Forse l’intero paese. Idealmente, l’intero pianeta. Infatti, data la totale mancanza di separazione tra chiesa e stato nella sua religione, per lui haram (l’opposto di halal) significa letteralmente illegale. Mentre sto scrivendo queste righe, la gente sta discutendo se la libertà dell’occidente illuminato possa essere indebolita dalle politiche intrusive che sarebbero necessarie per combattere i fondamentalisti salafiti”. Taleb risponde usando la regola della minoranza: “Una minoranza intollerante può controllare e distruggere la democrazia. E alla fine distruggerà il nostro mondo. Quindi, dobbiamo essere più che intolleranti con alcune minoranze intolleranti. L’occidente è attualmente in procinto di suicidarsi”.

 

E’ questo il nuovo cigno nero di cui gli esperti e gli intellettuali idioti non vogliono sentire mai parlare.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.