Bat Ye’Or

Contro la rassegnazione dell'Europa

Giulio Meotti

Le Monde le dedica due pagine. Parla Bat Ye’Or: “Ci auto-dissolveremo se daremo via i valori di Atene e Gerusalemme per quelli della Mecca e di al Quds”. L’autobiografia della studiosa di origini egiziane

Roma. Nell’omaggiarla con due pagine sul quotidiano francese le Monde, Jean Birnbaum la castiga un po’, chiamandola “la musa dei nuovi crociati”, e descrivendola come “una figura controversa dall’influenza globale”. L’occasione è l’Autobiographie politique di Bat Ye’Or, studiosa inglese nata al Cairo nel 1933 da una famiglia ebrea e che ha dedicato tutta la vita allo studio dei “dhimmi”, le minoranze nei paesi islamici, e alla denuncia di quella che ha ribattezzato “Eurabia”. Fino a qualche anno fa non si sapeva neppure chi fosse questa storica. Enzo Bettiza nel 2002 le dedicò un lungo articolo definendola “studioso egiziano”, maschile. Successivamente omaggiata da studiosi come Niall Ferguson e Jacques Ellul e da scrittori come Michel Houellebecq, Bat Ye’Or da anni castiga un’Europa senza identità, dinoccolata, capitolazionista.

 

Aveva ventitré anni Gisèle Orebi (questo il suo nome prima di adottare lo pseudonimo ebraico di “figlia del Nilo”) quando bruciò quaderni e manoscritti.

 

Sessant’anni dopo, Bat Ye’or spiega così quel gesto: “Le case e le imprese ebraiche furono saccheggiate, le ragazze violentate, le sinagoghe e le scuole ebraiche bruciate, le bibbie distrutte. Avevo paura che questi testi sarebbero stati usati contro di noi. In tutti questi anni non ho smesso di scrivere, prendere appunti, perché ero consapevole di aver assistito a un fenomeno straordinario: la cancellazione di una comunità presente in Egitto per tremila anni”. Bernard Heyberger, uno dei più celebri esperti di cristiani orientali, riconosce al Monde che Bat Ye’or è stata “la prima ad attirare l’attenzione sul fenomeno dei dhimmi”. E anche il grande scrittore algerino Boualem Sansal confessa: “Quello che Bat Ye’or dice corrisponde a ciò che vivo nel mio paese”. Al Foglio, Bat Ye’Or spiega le origini del suo libro, che parla del tradimento.

 

“L’Eurabia è il volto oscuro e nascosto di una Europa che rimuove la Bibbia per accogliere il Corano, sostituendo i valori giudaico-cristiani con quelli dell’islam, cancellando il Gesù ebreo che prega al Monte del Tempio col Gesù musulmano-palestinese che predica il Corano sulla Spianata delle moschee”. Un’Europa, dice ancora, che “ha adottato il metodo di Edward Saïd di decostruire la civiltà occidentale con il cavallo di Troia della narrazione islamica” e che si è data a “un processo quasi irreversibile di auto dissolvimento volendo, ancora una volta, sradicare Israele dalla sua anima. La rimozione della cultura, della storia, della Bibbia e del cristianesimo sono misure anticipatrici della sostituzione di Gerusalemme e Atene da parte della Mecca e di al Quds, la sostituzione della libertà dell’uomo proclamata da Mosè con l’asservimento nella dhimmitude. Ngo Monitor ha rivelato i milioni versati da molti stati europei e dalla Commissione europea alle ong per spezzare Israele dall’interno”.

 

Bat Ye’or crede che l’Europa politica sia irrecuperabile. “Coloro che si sono preoccupati così tanto dei rifugiati palestinesi, che erano responsabili di guerre che solo loro avevano scatenato, non hanno mai mostrato un tale entusiasmo per i rifugiati provenienti da paesi arabi, ebrei, cristiani o di altri paesi. L’assenza di protesta sviluppa nella vittima una rassegnazione suicida. La distruzione del cristianesimo orientale, molto più profonda e radicale di quella del giudaismo, data la sua espansione e il suo potere nel Settimo secolo, illustrava questo processo. L’Unione europea è dedicata alla creazione della Palestina, il suo trofeo, la sua creatura e la sua mascotte”.

 

Bat Ye’Or risponde così agli attacchi subìti: “Ho osservato con una certa distanza il mio nuovo status di paria. Indossavo la stella gialla dei miei libri. E improvvisamente mi sono sentita orgogliosa. Orgogliosa di appartenere al popolo della stella gialla, il popolo degli schiavi che per primo si oppose alla tirannia in nome della libertà e della dignità dell’uomo. Le mie idee, i miei libri erano armi di verità contro l’odio e le bugie. Hanno aperto la strada al percorso di liberazione non violenta dell’anti jihad in cui ebrei, cristiani, musulmani, bianchi, neri, gialli e altre nazioni potevano unirsi. Hanno resuscitato moltitudini dimenticate e disumanizzate, rimettendole nella storia per restituire la dignità umana negata loro dalle politiche che subivano”. Sarebbe bello togliere una nota di ottimismo a Bat Ye’Or, ma si fatica. “L’Europa è tornata alla barbarie degli anni Trenta, tollerando l’uccisione di persone innocenti nelle sue strade, come se la vita umana non avesse valore, come se qualcuno potesse venire e concedere il diritto di uccidere. Le macerie cui ho assistito in Egitto io le ho riviste in questa Europa così piena di generosità e di talenti, così ricca di genio, ma che si crogiola nello splendore infinito dei secoli passati, ignara della fragilità delle civiltà”.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.