Insegnamenti per sfuggire alla magia nera delle timeline e delle cronache

Edoardo Camurri

Zolla, Campo e altri contravveleni filosofici al mar delle blatte

L’Amministrazione Trump ha deciso di voler parlare con la Corea del nord e la Meloni vorrebbe cacciare il direttore del Museo egizio di Torino. Due parlamentari del Movimento cinque stelle hanno annullato i bonifici con cui restituivano una parte del loro stipendio e in Scozia un poliziotto ha combattuto contro una tigre di peluche perché pensava fosse vera e scappata da uno zoo. Gad Lerner ha quindi dichiarato: “Comunque vadano le percentuali, archiviare la leadership di Renzi per il centrosinistra è divenuta una stringente necessità” e a Frattamaggiore un gioielliere ha sparato a un ladro e l’ha ucciso.

   

(…)

  

Fai silenzio ora, perdonami, ma sto offrendo il mio sacrificio all’attualità. Proteggo questo spazio rendendolo insospettabile; in questo modo, lo avrai immaginato, cerco solo di tutelarmi per riuscire a scriverti con un po’ di pace sugli argomenti che invece ci interessano maggiormente e che con fatica riescono a trovare spazio nel discorso pubblico. Tutto questo, te lo confesso, ha a che fare con la magia nera ed è spaventoso. Scorri ancora quel grumo di notizie, vai incontro alle timeline sui social network che frequenti, e renditi conto in quale mar delle blatte navighiamo. Il flusso delle notizie e dei commenti agisce come un sortilegio: è un cerchio magico che si traccia intorno a te e ti impedisce di uscirne. Il grande scrittore austriaco Karl Kraus diceva che il mondo è diventato un giornale e affermava: “In principio era la Stampa, e dopo apparve il mondo”. Kraus riassume bene ciò su cui stiamo ragionando: magia nera, inversione e perversione dei significati, sacrifici alla divina attualità.

  

Ti offro così una piccola guida bibliografica per orientarti sull’argomento e provare a vedere tutto questo sotto un’ottica inedita e poco frequentata.

  

Il primo consiglio è un libro che s’intitola “Eros e magia nel Rinascimento” (Bollati Boringhieri) e fu scritto da uno dei più enigmatici studiosi del Novecento di storia delle religioni, Ioan Petru Culianu (pensa che nel 1991 fu ucciso da un killer che gli sparò mentre si trovava in un bagno dell’università di Chicago, subito dopo una sua lezione, e che ancora oggi sono misteriose le ragioni del suo assassinio). Culianu sosteneva che l’arte magica di Bruno oggi era diventata la pubblicità, la macchina propagandista, le fake news, il mondo delle opinioni e delle immagini. Lo era diventata, spiegava con grande persuasione, per filiazione diretta, perché le tecniche di oggi sono le stesse di quelle rinascimentali, solo che oggi quelle tecniche sono diventate quasi indecifrabili per ignoranza e apatia.

  

Un’altra lettura che potresti fare è di un amico dello stesso Culianu, Elémire Zolla, che in uno dei suoi primi libri, “Volgarità e dolore” (uscì per Bompiani nel 1962 e ora lo trovi ristampato per Marsilio insieme a altri suoi lavori giovanili con il titolo “Il serpente di bronzo”), scrisse un capitolo intitolato “Breviario di magia nera”. Ascolta che cosa disse: “Ingenuità o disattenzione fanno ritenere inesistente la magia nera, di cui quotidianamente si vedono le operazioni. Magia nera è incantare, pietrificare, far soggetti gli altri a un nostro incubo. (…) Non resta che tentare di rispondere ai gesti d’incantesimo con gesti disincantanti, alle formule diaboliche con quelle celesti”. Perdonami, ti sto dando solo brevi accenni, ma è un discorso difficile e faticoso. Concentrati però sulle ultime parole: Zolla ci suggerisce di trovare gesti disincantanti e innocenti. Spesso mi sono chiesto quali fossero questi gesti e un giorno ne ho trovato uno efficacissimo. E’ una frase bellissima di Cristina Campo (che per una coincidenza, che a questo punto troverai magica, fu amante dello stesso Zolla) che scrisse una delle formule più potenti per liberarsi da ogni fattura. Eccola: “Prima d’ogni altra cosa sprezzatura è una briosa, gentile impenetrabilità all’altrui violenza e bassezza, un’accettazione impassibile – che a occhi non avvertiti può apparire callosità – di situazioni immodificabili che essa tranquillamente statuisce come non esistenti (e in tal modo ineffabilmente modifica), ma attenzione. Non la si conserva né trasmette a lungo se non sia fondata, come un’entrata in religione, su un distacco quasi totale dai beni di questa terra, una costante disposizione a rinunciarvi se si posseggono, un’ovvia indifferenza alla morte, profonda riverenza per più altro che sé e per le forme impalpabili, ardimentose, indicibilmente preziose che quaggiù ne siano figura. La bellezza, innanzi tutto, interiore prima che visibile, l’animo grande che ne è radice e l’umor lieto”.

  

Ripeti per due o tre volte questa formula, poi torna al flusso dell’attualità. E ascolta e contemplane la dissoluzione.

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