Paolo Crepet e le oche di Lorenz

Camillo Langone

Lo psichiatra dice che solo i geni possono far cambiare le persona. Ecco perché chi non crede in lui è condannato all’ergastolo deterministico

Non guardando la televisione, di Paolo Crepet conoscevo solo la faccia e il nome. L’ho ascoltato per la prima volta al Premio Pio Alferano di Castellabate, anche leggermente prevenuto perché chi va in televisione è fatto per chi guarda la televisione, pensavo. A un certo punto l’illustre psichiatra ha detto: “Le persone non cambiano”. E’ una frase che da giorni mi gira nella testa: “Le persone non cambiano”. Strana, in bocca a chi di mestiere dovrebbe cambiare lo stato delle persone, guarendole. Ma non troppo sorprendente alle orecchie di un uomo religioso, di un animo conservatore, di un lettore dell’Ecclesiaste (“Ciò che è storto non si può raddrizzare…”). Poi però Crepet ha aggiunto una postilla: “Solo i geni a volte ci riescono”. Esistono dunque eccezioni alla regola: un’altra eccezione (questa la aggiungo io) è la conversione, con la quale Cristo permette un cambiamento radicale anche a persone di Q.I. normalissimo. Mentre chi non crede in lui e per giunta non è un genio è condannato all’ergastolo deterministico, schiavo dell’imprinting come un’oca di Konrad Lorenz. Prego di non essere mai un’oca di Konrad Lorenz.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).