Una scena del film “The last laugh"

Festa del Cinema di Roma

Un film sul negazionismo e un documentario su Olocausto e comicità

Mariarosa Mancuso
“The last laugh” pone una domanda insolita e scioccante a comici e sopravvissuti dei campi di concentramento ebrei: se è legittimo, accettabile fare comicità sull’Olocausto. Il film è insieme spassoso, commovente e mai deprimente per un nanosecondo.

DENIAL - LA VERITA’ NEGATA di Mick Jackson

 

Il diritto britannico impone a chi dice “negazionista” a un negazionista – tanto per fare un nome, a David Irving – di dimostrare in tribunale che l’Olocausto ha ammazzato sei milioni di ebrei nelle docce con il gas. Capitò alla storica americana Deborah Lipstadt, verso la fine degli anni 90. Lo sceneggiatore David Hare (lo stesso che prese il sentimentale romanzo di Michael Cunningham “Le ore” e lo trasformò in un magnifico film cubista) lavora sulla causa per diffamazione intentata da Irving. Tensione in tribunale, commozione quando gli avvocati fanno i sopralluoghi nei campi.

 



 

CAPTAIN FANTASTIC di Matt Ross

 

La diminuita pressione in materia di anteprime mondiali – che importa al pubblico romano se un film l’hanno visto i critici, e neanche tutti, al Festival di Cannes? – regala all’Auditorium un magnifico Viggo Mortensen. E numerosi figli, allevati con riti di passaggio ammazza-cervi e riti intellettuali come il compleanno di Noam Chomsky. Babbo Natale, si sa, lo ha inventato la Coca-Cola. Quando la mamma muore suicida, bisogna rimettersi le scarpe. Tornare alla civiltà. Pagare la spesa al supermercato.

 



 

UNA di Benedict Andrews
Dove sono le femministe quando servono? Oddio, magari sarebbero capaci di trovare sottigliezze e sfumature nell’interpretazione di Rooney Mara. “Intensa” per definizione, vittima a tredici anni di un vicino di casa pedofilo. Da adulta, lo rincorre e cerca spiegazioni. Lui le aveva promesso che sarebbero partiti insieme, lei chiede conto dell’abbandono. Pare incredibile, ma la trama è questa. Il regista australiano (da una sua pièce teatrale) dice che gli interessava il confronto tra due vite ugualmente rovinate.

 



 

IRREPROCHABLE di Sébastien Marnière
Perso il lavoro a Parigi, si torna in provincia. La scusa ufficiale è una madre da accudire. Ma niente è come la matura ragazza lo racconta (a se stessa, prima di tutto). All’inizio occupa una casa che dovrebbe vendere. A metà è ossessionata da una biondina che ha preso il suo impiego. Alla fine cerca di rimettere le cose a posto. A modo suo.

 


 

di Mariarosa Mancuso

 



Arrivati a metà Festa si fa la lista dei film preferiti finora. Strano a dirsi (ma forse non più) in testa ci sono ben due documentari. Il primo è il magnifico “Naples ’44”, in cui l’elegante, commovente, equilibrato diario di guerra di Norman Lewis risorge a nuova vita grazie al regista Francesco Patierno. La voce formidabile di Benedict Cumberbatch narra le parole dell’ex ufficiale dell’intelligence inglese da par suo, mentre scorrono immagini fresche, materiale d’archivio non sdato e spezzoni di film d’epoca con Totò e Marcello Mastroianni. Applausi a produttori e regista per aver messo il sale sulla coda di Cumberbatch, l’attore più stimato e richiesto del momento, tifoso del capolavoro di Lewis. Altrettanto imperdibile è il documentario di Ferne Pearstein “The Last Laugh”, che pone l’insolita, scioccante domanda a comici e sopravvissuti dei campi di concentramento ebrei se è legittimo, accettabile fare comicità sull’Olocausto. “The Last Laugh” è insieme spassoso, commovente e mai deprimente per un nanosecondo.

 


 


 

Da non perdere le opinioni totalmente contrastanti di “La vita è bella” di Roberto Benigni, di Mel Brooks e del capo dell’Anti-Defamation League ebraico Abe Foxman. Sarà difficile recuperare il doc ma ne vale la pena. N.b. La traduzione letterale del titolo è “L’ultima risata”; sarebbe più preciso “Chi ride ultimo…”. Straordinario anche il film speculare “Denial”, un duello legale tra il negazionista David Irving e la studiosa di Storia ebraica Deborah Lipstadt con Rachel Weisz e Timothy Spall. Poi “Captain Fantastic”, “Tramps”; il fogliante maschio e la bau-bau scelgono “Moonlight”, “IntoThe Inferno” e “Manchester By The Sea”. E’ arrivato un goody-bag originalissimo: una confezione di 6 dentifrici Marvis di gusti diversi sempre alla menta: liquirizia, gelsomino, zenzero, cannella, aquatica (?) e sbiancante. L’amica dei bassotti Maria Paola Piccin gestisce lo Spazio Mazda (official partner) dove all day ci sono proiezioni, convegni, incontri, mostre, eventi e interviste con star e celebrità, “gifted” con prodotti della Ludovico Martelli. I primi regalini erano nella borsa per accreditati; una biro e occhiali da sole giallo-Vueling. Senza gli sponsor non è che vedremmo i film su lenzuola all’aperto ma quasi.

 

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