Alto il livello di sicurezza a Bruxelles (foto LaPresse)

“Il terrore non cambierà il nostro stile di vita. Ci sarà un altro 11 settembre”

Giulio Meotti
“Pensiamo che il prezzo pagato al terrore sia tollerabile. L’islam radicale è un ottimo tossico per l’odio di sè”. Intervista a Davis Hanson.

Roma. I greci vincitori a Salamina, Platea e Maratona erano convinti di dovere i loro trionfi alla libertà. Come riferivano Eschilo ed Erodoto, i “liberi cittadini sono guerrieri migliori, in quanto combattono per se stessi, le proprie famiglie e i propri beni, non per dei sovrani, degli aristocratici, dei sacerdoti”. Non, dunque, schiavi sottoposti all’arbitrio di sultani o “re dei re”, spinti in battaglia a legnate o con minacce di morte, a rischio della confisca dei beni come l’ammiraglio Alì Pascià, che a Lepanto si imbarca assieme al suo tesoro. A trasformare l’occidente in una macchina da guerra invincibile è stata una miscela di eredità culturali dell’antichità classica, conservate in forma esplicita o latente attraverso i millenni: “Razionalismo, militarismo civico, le convenzioni del capitalismo, le idee di libertà, l’individualismo”.

 

E’ questa la tesi, espressa nel libro “Massacri e cultura” (Garzanti), che ha reso famoso lo storico americano Victor Davis Hanson, il primo ad aver legato inscindibilmente la superiorità bellica occidentale, dalle Midway al Tet, non solo alla supremazia economico-tecnologica, ma soprattutto alla disponibilità a combattere per la libertà. Docente alla California State University, antichista, esperto di strategia di guerra, Hanson è anche membro della Hoover Institution e del Claremont Institute, il centro studi che raccoglie l’eredità intellettuale di Leo Strauss. “Settantacinque anni dopo la Seconda guerra mondiale, e sessanta milioni di morti, l’Europa non crede più in sé stessa e preferisce leader che ammansiscono il terrorismo e ne produrranno di più, piuttosto a chi crede nella deterrenza”, dice al Foglio Davis Hanson. “Altre uccisioni per mano dei terroristi avverranno in Europa, perché queste stragi di massa seriali sono una sorta di raccolto di dolore di occidentali che non rispondono duramente e in maniera articolata al terrorismo”.

 

Secondo Hanson, il mondo islamico sta vivendo una schizofrenia “che deriva in larga parte della sua incapacità di controllare gli appetiti all’interno del liberalismo occidentale. E qui nasce l’odio di sé di chi segue i dettami dell’islam medievale fondamentalista. L’islam radicale è un tonico per l’odio di sé e il fallimento, ma sempre preferibile alle riforme che potrebbero mettere fine a tribalismo, misoginia, autocrazia, statismo, antisemitismo e intolleranza religiosa che perpetuano l’arretratezza economica del medio oriente e la sua violenza nichilista”. Sembra che la nostra risposta sia sempre una di letargica compassione: “Sentiamo che il prezzo che stiamo pagando sia tollerabile e che i crimini non debbano far deviare dagli stili di vita benestanti e indolenti dell’occidente. Un altro 11 settembre è all’orizzonte”. E’ pessimista sul futuro delle libertà occidentali: “Le stiamo già insidiosamente perdendo, autocensuriamo linguaggio e scrittura per non offendere gli islamisti e ammantiamo la nostra codardia di luoghi comuni multiculturali sulla ‘tolleranza’ e il ‘liberalismo’. Il politicamente corretto è il rifugio dei codardi. Onore, patriottismo, orgoglio culturale sono visti come elementi reazionari”.

 

Ma può l’occidente sopravvivere con questo pacifismo? “Sta già crollando. Gli occidentali sono così autocritici e odiano se stessi al punto di vivere nelle menzogne e nei paradossi. Viviamo nel regno delle bugie, che spiega l’ascesa di Trump e della Brexit, perché le persone sono così disperate e in cerca di un candore di qualsiasi tipo piuttosto che la solita poltiglia politicamente corretta”.  La demografia è il veleno dell’Europa: “Curioso è il motivo per cui l’Europa si sta restringendo, il sintomo primario di una civiltà in rapido declino”, continua Davis Hanson. “L’Europa è la Crotone di Petronio”, dal nome della città del Satyricon con protagonista Eumolpo, un anziano danaroso senza figli. “Il giovane europeo soddisfa i propri appetiti, come un adolescente perenne che vive nell’appartamento dei genitori, cercando di mungere il sistema. Perché avere una famiglia o investire per il futuro, quando lo stato promette una casa di riposo piacevole e politicamente corretta?”.

 

La tempesta perfetta dell’Europa è alle porte. “Una contrazione statalista e una società agnostica che non crede nella trascendenza, familiare o religiosa, è in guerra con i vicini di una specie molto diversa: i fondamentalisti islamici crescono in numero e credono che la loro vita non sia nulla in confronto alla risurrezione della fenice del Califfato”. Hanson chiude con un altro paragone: “Quello che accade oggi mi ricorda l’Italia del 450 d.C., quando i Romani stanchi invitarono i barbari ad attraversare il Reno e il Danubio. I barbari erano un pericolo inferiore rispetto ad Annibale settacento anni prima, quando l’Italia non era la Roma globale ma una piccola repubblica agraria. Ma i secondi credevano in qualcosa, mentre i primi avevano dimenticato chi fossero”. 

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.