Fiorello (foto LaPresse)

Si possono "leggere" i giornali in 30 minuti e non annoiarsi. Chiedere a Fiorello

Gianmaria Tammaro
Il presentatore porta su Sky la rassegna stampa "Edicola Fiore" che teneva sul suo canale YouTube. Nulla cambia, è la televisione ad adattarsi: è riuscito a svecchiare il format e farlo diventare intrattenimento (a non trasformare la trasmissione in un modo per dire la propria su tutto).

Fiorello scherza quando dice che la sua Edicola è l'Uno Mattina di Sky. Scherza perché, semplicemente, il suo programma non ha niente a che fare con quello dell'ammiraglia della Rai, più lento, standardizzato e rigido. Edicola Fiore viene da internet, dal web; dalla telecamerina di Fiorello, dal suo canale Youtube (lui, che nativo digitale non è) e da un'idea fresca e dinamica di intrattenimento. Qui c'è anche la rassegna stampa, che è, cosa risaputissima, lenta e noiosa in genere. Ci sono ospiti e ci sono i protagonisti di sempre, gli stessi che c’erano prima dell’arrivo – o avvento, dipende dai punti di vista – di Sky (“vanno spuntati”, scherza Fiorello, “perché oggi ci sono e domani chi lo sa”).

 

La possibilità di andare in HD, prima su Sky Uno, poi in replica mezz’ora dopo su TV8, non ha cambiato minimamente l’anima del programma: Fiorello resta sempre Fiorello, e la sua Edicola Fiore resta sempre la sua Edicola Fiore. È questo, tirate le somme, il segreto del successo – e, meglio ancora, della fortuna – del format. Informare divertendo, divertire informando. Fiorello evita, com’è giusto che sia, di dire la sua su ogni cosa; certo, ogni tanto i commenti diventano di parte, personali, ma questo va bene: perché Fiorello non è giornalista e per avvicinare il telespettatore, umanizzare – pardon, normalizzare – anche la cronaca è un passaggio necessario.

 



 

Nella semplificazione del linguaggio, Edicola Fiore – che dura circa 30 minuti – riesce a rimanere a galla, a non annoiare; a tenere costante, tesa come una corda di violino, l’attenzione di chi guarda. E, incredibile ma vero, anche solo di chi ascolta (perché questo è un programma che fa compagnia a chi si sveglia presto, beve il primo caffè della giornata e si prepara ad uscire e ad andare a lavoro). Parola d’ordine: mai prendersi troppo sul serio. E, cosa ancora più importante, mai mettere radici. Basta vedere come Fiorello e i suoi compagni di viaggio (va citato Stefano Meloccaro di Sky Sport, quello “che dà del tu al congiuntivo”) sono vestiti: ancora col giubbetto addosso, quasi, dopo il caffè al bar, fossero pronti ad andarsene. La sigla – un clippino brevissimo perfetto per il web – è cantata da Jovanotti. “Noi vogliamo darvi il buonumore”, dice Fiorello, occhi in camera e braccia allargate.

 

“Qui”, continua lo showman, “abbiamo tre tipi di entusiasmo: l’entusiasmo A, l’entusiasmo E e l’entusiasmo O”. E il pubblico alle sue spalle, persone qualunque che già si sono viste nell’Edicola Fiore del web, gli vanno appresso a cori di “aaah!”, “eeeh!” e “oooh!”. La camera di Sky fa il turno con la camera del suo cellulare (“Scaicam sembra una parola napoletana”): e il punto di vista dello spettatore si accavalla a quello di chi presenta. E la rassegna stampa diventa ancora più leggera e immediata. Altro che, si diceva all’inizio, Uno Mattina.

 


 


 

Giornali a parte, ci sono anche gli ospiti: il primissimo è Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, poi c’è Fedez che fa il giornalista. C’è pure la musica di Gomorra con cui Fiorello scherza, e ci sono le imitazioni – quella della Meloni è meravigliosa.

 

“Era meglio l’Edicola Fiore del web diranno”, e invece no, caro Fiorello: meglio questa in tv, che si adatta ai tempi televisivi, che rimane comunque legata a doppio filo alla sua nascita digitale, e che dà una lezione (si può dire?) alle altre rassegne stampa.

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