Vegetariani a cinque stelle, giù le mani dalle mense

Camillo Langone
Al posto dei neuroni vorrebbero piantare semi di zucca, coloro che al Consiglio regionale toscano hanno chiesto, almeno un giorno alla settimana, menù esclusivamente vegetariani nelle mense pubbliche: scuole, università, ospedali, luoghi già abbastanza tristi di loro…

Al posto dei neuroni vorrebbero piantare semi di zucca, coloro che al Consiglio regionale toscano hanno chiesto, almeno un giorno alla settimana, menù esclusivamente vegetariani nelle mense pubbliche: scuole, università, ospedali, luoghi già abbastanza tristi di loro… Siccome i presentatori della mozione sono i pentastellati tendo a escludere che per questo mezzo digiuno si pensasse al venerdì, memoria della Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo.

 

Il capogruppo Cinque stelle non sembra un buon cristiano bensì un autoritario e disinformato pedagogo quando dice che bisogna “abituare i palati, sin da piccoli, ai prodotti più sani per l’essere umano, ovvero la frutta e la verdura”. Discorso in cui l’emozione viene messa al posto della ragione, le idee ricevute al posto delle evidenze sperimentali, appunto i semi di zucca al posto dei neuroni. Aveva ragione Nicolás Gómez Dávila, “l’educazione moderna consegna alla propaganda menti immacolate”. Immacolate paiono pure le menti dei grillini: impegnati a controllare scontrini, a immaginare complotti e a commentare blog da quand’è che non affrontano la buona divulgazione scientifica? Poi non bisogna stupirsi se siamo ancora alla mela al giorno che toglie il medico di torno, come diceva mio nonno buonanima che però era nato nel 1906.

 

E’ appena uscito da Einaudi “Un piacere selvaggio” di Jo Robinson e a pagina 7 si trova un paragrafo che sembra scritto apposta intitolandosi “Una mela al giorno NON leva il medico di torno”. Anzi dal medico ti ci manda, visto che le varietà da supermercato sarebbero piaciute alla regina cattiva di Biancaneve, con “un contenuto così relativamente basso di fitonutrienti e così alto di zucchero che possono AGGRAVARE i nostri problemi di salute, anziché alleviarli”. L’autrice, non un’accesa carnivorista bensì una mite signora che nelle foto sorride fra le verzure, riporta l’esperimento effettuato su 46 uomini sovrappeso: 23 seguivano il solito regime alimentare, 23 vi aggiungevano una mela golden delicious. Al termine dell’esperimento i 23 mangiatori di mele avevano nel sangue più trigliceridi e più colesterolo ldl (il colesterolo cattivo) dei normali abbuffoni e quindi rischiavano più infarti e più ictus.

 

Pazienza che i Cinque stelle toscani siano antitoscani e che il loro stesso esistere sia una minaccia alla fiorentina e alla chianina, all’agnello di Zeri e alla cinta senese, al mallegato di San Miniato e alla mortadella di Prato, alla bottarga di Orbetello e al prosciutto del Casentino… Ma i bambini che mangiano in mensa devono lasciarli stare. Affinché i piccoli da grandi non diventino diabetici bisogna allevarli a pancette e salsicce, come spiega un altro grande divulgatore Usa (Gary Taubes, “Perché si diventa grassi”, Sonzogno): l’insulina scatta solo ed esclusivamente per colpa degli zuccheri, fruttosio compreso, amidi compresi, e nelle mense bisogna dunque andarci piano con pane, pasta, patate, pizza, dolci, frutta, bevande gassate. Tenendo inoltre presente ciò che ricorda Giulia Enders nel suo “L’intestino felice” (sempre Sonzogno) ossia che le allergie sono dovute nella maggior parte dei casi ai vegetali: se qualcuno è allergico alla finocchiona non è allergico al maiale, è allergico al finocchio.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).